Autore Topic: I beagle liberati: aspettando il lieto fine  (Letto 1561 volte)

Descrizione:

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline ambarambacicicoco

I beagle liberati: aspettando il lieto fine
« il: Settembre 04, 2012, 08:15:18 am »
I beagle liberati: aspettando il lieto fine
I cuccioli di Green Hill cercano casa

di Rita Piccolini
(r.piccolini@rai.it)




Non si può dimenticare la storia dei cuccioli di beagle liberati dall’allevamento di Montichiari, nel Bresciano, anche perché non è ancora una storia definitivamente chiusa. Ci sarà un processo che stabilirà le sorti dell’allevamento per cani destinati alla vivisezione e soprattutto quella degli animali per ora solo affidati alle cure dei volontari. L’affidamento potrà trasformarsi in adozione? La loro liberazione sarà definitiva? Non si può quindi ancora parlare di lieto fine per questi magnifici animali, ma il fatto che quasi tutti loro abbiano trovato famiglie disposti ad ospitarli e che vivano ora una vita “normale” lascia ben sperare.

Green Hill, l’allevamento di beagle nati per essere utilizzati come cavie, è stato posto sotto “sequestro probatorio” la scorsa primavera. I sigilli del Corpo forestale e della Digos di Brescia sono scattati su ordine del pm Ambrogio Cassiani che ipotizza il reato di maltrattamento. Sono due i problemi sollevati nel decreto di sequestro: c’è il sospetto che i beagle siano utilizzato non solo a fini scientifici, ma anche per ricerche connesse alla cosmesi e questo non sarebbe in linea con la legislazione italiana (i responsabili di Green Hill definiscono ”infondata” questa accusa). Poi ci sono le condizioni in cui vivevano gli animali. I beagle sono “Segugi” e hanno bisogno di vivere all’aria aperta, hanno bisogno di spazio, è una crudeltà assoluta chiuderli in gabbia, lasciarli privi della luce naturale, a volte privi di stimoli sensoriali. Il primo agosto scorso il Tribunale del Riesame presieduto dalla dottoressa Di Martino ha mantenuto il sequestro probatorio per gli animali affidati alla Lav e Legambiente in qualità di custodi giudiziari .E’ stato invece disposto il dissequestro dell’allevamento esclusivamente in riferimento al compendio immobiliare di proprietà della struttura e del mangime ivi raccolto. Fin qui la storia e le ipotesi di reato.

Ma quello che più colpisce di questa vicenda, e qui si entra nel campo delle considerazioni etiche oltre che legislative, è che si possano far nascere animali destinati a essere utilizzati come cavie. Il campo allora si allarga anche a altri allevamenti, in Italia e nel mondo. La legge lo consente, ma è “civile” allevare cuccioli solo per destinarli a una morte dolorosa, anche se “nobilitata” da fini scientifici? E’ degno di un paese civile consentire la vivisezione? Green Hill, un nome gentile per definire l’anticamera dell’inferno, è uno dei tanti luoghi per esseri viventi senza speranza di salvezza, e solo questo fa correre i brividi lungo la schiena. La sperimentazione animale (che include tutta la casistica della sperimentazione sugli animali vivi, vivisezione in senso stretto compreso) è obbligatoria per legge per i farmaci cosiddetti tradizionali. E’ in discussione in Parlamento, attualmente al Senato, il recepimento di una direttiva europea ai fini di una ricerca pulita, scientifica ed eticamente accettabile. Intanto alla Camera è passata una proposta depositata da Michela Vittoria Brambilla, deputata de PdL, che ne chiede un recepimento più restrittivo, che escluda dalla sperimentazione alcune specie tra cui i cani.

Torturare animali è terribile, tutti lo comprendono, ma ancor più chi gli animali li conosce, li ama e li ospita in casa. E a maggior ragione comprende l’orrore chi possiede dei cani e ha un rapporto di amicizia con loro, e ancora di più chi ha in casa un adorabile, tenero, caparbio e giocoso cucciolo di beagle. Non che la tortura a altri animali, dalle scimmie ai topolini, sia meno terribile, ma scoprire che la scelta di praticare la vivisezione proprio sui beagle nasce in considerazione della loro robustezza e dalla loro socievolezza e mancanza di aggressività, rende ancora più insopportabile il pensiero di quanto a questi cuccioli viene riservato: prima della tortura e a volte la morte anche il tradimento da parte di i quello che per ogni cane dovrebbe essere è un amico fidato, il capobranco, il punto di riferimento.

Ma tant’è. Ora gli animali sono fuori. Le immagini televisive e le foto girate su internet delle braccia tese degli “animalisti” pronti ad accogliere i cuccioli ha commosso e acceso gli animi. La maggior parte di loro sono stati affidati a volontari che li hanno felicemente accolti in casa. Sono ancora nell’allevamento circa 40 mamme con i loro cuccioli che stanno uscendo un po’ alla volta, in base all’età e ai tempi dello svezzamento.

A chi ci si deve rivolgere per gli affidi? A Legambiente e Lav. Sui siti www.legambiente.it e www.lav.it si possono compilare i moduli. Le richieste sono moltissime e le due associazioni per ora stanno vagliando quelle già ricevute.

I beagle, cresciuti in gabbia e luoghi asettici potrebbero presentare problemi comportamentali o fisici, è bene saperlo. Chi avrà in affidamento il cucciolo avrà una sorta di vademecum con i consigli per le prime eventuali emergenze. Ma quello che serve sono sopratutto pazienza e attenzione. Ci sono stati casi, pochi per la verità, di persone volenterose che si sono scoraggiate e hanno riportato indietro il cucciolo. E’ necessario evitare questo per non creare un ulteriore trauma ad animali già provati. Perciò la Lav e Legambiente raccomandano consapevolezza. Questi sono cani particolari, che hanno vissuto un’esperienza estrema, per cui è necessaria un super dose di affetto e di pazienza. E poi sono beagle, animali di temperamento: giocosi, vivaci, testardi, tranquilli e travolgenti allo stesso tempo. Per questo conoscerli è un privilegio, la loro amicizia un dono e il rapporto con loro stimolante e impegnativo.

Il beagle più illustre a al modo è Snoopy, uno dei personaggi principale della striscia a fumetti Peanuts creata da Charles M.Shulz. I libri sulle caratteristiche delle diverse razze di cani così lo descrivono: ha origine in Gran Bretagna, creato probabilmente in periodo elisabettiano con incroci tra l’Harrier e antichi Segugi inglesi. Somiglia all’Harrier, ma con gambe più corte; resistente, attivissimo, di statura tra i 33 e i 40 cm. Il muso poco appuntito, gli occhi marrone o nocciola di espressione dolce; orecchie lunghe e pendenti contro le guance. Il carattere: affettuoso, allegro pulito, tranquillo, simpatico, dalla voce armoniosa.

Fonet TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


Cliccate il BANNER sopra, sarete di grande Aiuto. GRAZIE !