La Svezia difetta di rifiuti a tal punto da essere costretta ad importare spazzatura dai paesi vicini. Il merito di questa situazione va attribuito al successo del riciclaggio in Svezia, dove soltanto l'1% dei rifiuti casalinghi finisce nelle discariche, contro il 38% della media dei paesi europei, secondo le ultime cifre fornite da Eurostat, citate da Audrey Garric sul blog-ecolo di Le Monde. In Svezia il 36% dei rifiuti casalinghi viene riciclato, il 14% compostato, il 29% finisce negli inceneritori. Per quanto riguarda quest'ultima destinazione solo la Danimarca fa meglio (54%), contro una media europea del 22%. Grazie ad inceneritori sempre più performanti, la combustione dei rifiuti genera oggi energia sufficiente ad assicurare il 20% del riscaldamento urbano della Svezia e fornisce elettricità a 250mila famiglie, su un totale di 4,6 milioni, riporta il Swedish Waste Management. Il problema, se si può definirlo tale, è che la capacità di incenerimento della Svezia è di molto superiore alla quantità di rifiuti prodotti, pari a 3 milioni di tonnellate l'anno. Per far girare le macchine ed evitare di perdere denaro, Stoccolma ha cominciato ad importare spazzatura dal resto d'Europa, 800mila tonnellate l'anno che provengono in gran parte dalla Norvegia.
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