Pirateria, la Ue firma il trattato Acta tra le proteste per i limiti alla libertà d'espressione su Internet
In Polonia migliaia protestano mascherati, e il Parlamento europeo denuncia un attacco hacker al proprio sito Web
L'Unione Europea ha deciso di aderire all'Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), il trattato contro la pirateria informatica che intende proteggere la proprietà intellettuale, ma che ha anche ricevuto molte critiche perchè accusato di limitare la
libertà di espressione su Internet. Alcuni hacker sarebbero passati al contrattacco, tentando un'irruzione nel sito web del Parlamento europeo, come sostiene un portavoce, non riuscendo tuttavia nel loro intento.
L'ACTA, che impone ai provider di fornire l'identità dei soggetti che scaricano o condividono contenuti protetti dal copyright per consentire ai proprietari del diritti di autore di agire contro di loro, ha scatenato diverse proteste online questa settimana e in Polonia migliaia di persone sono scese in strada per manifestare contro il trattato.
Alcune migliaia di persone hanno manifestato oggi nel centro di Varsavia, sotto la sede della
rappresentanza della Unione europea, in difesa della libertà di internet e contro l’accordo internazionale Acta diretto a limitare le possibilità di copiare liberamente i materiali
pubblicati sulle pagine web. "No alla censura", "Prima l’uomo e poi il profitto", "Giù le mani dall’Internet" si leggeva su cartelli e striscioni mostrati dai manifestanti, che si sono dati appuntamento attraverso il web. «Non vogliamo che il governo del premier Donald Tusk firmi l’accordo contro la libertà di Internet», ha detto uno dei dimostranti. E anche al Parlamento i deputati del partito del Movimento Palikot si sono presentati in maschera per difendere la libertà di espressione (foto).
Il trattato Acta (l’accordo mondiale anti-contraffazione e anti-pirateria) è stato firmato oggi a Tokyo e subito dopo l’accesso al sito del Parlamento europeo è stato bloccato per alcune ore: secondo i tecnici dell’istituzione europea, potrebbe essersi trattato di un attacco da Anonymous, il collettivo di hacker che si batte per la libertà della Rete, ma il portavoce del Parlamento europeo non ha confermato nè smentito l’ipotesi ritenendola comunque «probabile».
Sulla pagine Facebook del gruppo di hacker Anonymous non si fa tuttavia menzione di un cyberattacco al Parlamento europeo. «Il sito - ha detto Jaume Duch - è stato attaccato con una domanda massiccia di richieste. Gli hacker non sono entrati nella rete interna, che ha continuato a funzionare normalmente». Sulla sua pagina Facebook, Anonymous aveva lanciato un appello «ad azioni mirate contro la Commissione europea ed il Consiglio europeo».
Il Parlamento europeo deve ancora esprimersi sulla opportunità dell’adesione della Ue all’Acta. Il relatore, l’eurodeputato socialista francese Kader Arif, ha protestato rinunciando al mandato. Arif ha «denunciato nel modo più vivo» la firma del trattato da parte della Commissione europea indicando che «mancano l’associazione della società civile, la trasparenza sin dall’inizio dei negoziati».
Secondo Arif «l’accordo Acta pone problemi per l’impatto sulle libertà civili, per le responsabilità che si fanno gravare sui provider, per le conseguenze che avrà sulla fabbricazione di medicinali generici». Annunciando la rinuncia al mandato di relatore, il parlamentare ha parlato di «situazione inaccettabile» dichiarando di «non aver intenzione a partecipare a questa mascherata».
fonte LaStampa