Autore Topic: La pubblica amministrazione è la palla al piede dell'Italia...  (Letto 982 volte)

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Offline garfield

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“Fannulloni che allevano bamboccioni”. Con queste parole Luca de Biase, moderatore a Roma della tavola rotonda della “Giornata Nazionale dell’Innovazione 2008”, riassume l’intervento di Renato Brunetta nel quale il ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione stigmatizza i mali della PA italiana.
I “fannulloni” secondo Brunetta sono i policy maker, i nostri politici che, nel ruolo di datori di lavoro dei dipendenti pubblici, non fanno il loro dovere, sono assenti, disinteressati. In loro assenza, i dipendenti pubblici (divenuti "bamboccioni" appunto) si demotivano, non fanno bene la loro parte causando il blocco del sistema e, di conseguenza, quel ritardo di 15 anni nell’innovazione evidenziato dal secondo rapporto COTEC (presentato sempre oggi da Riccardo Viale).
Insomma, l’approccio di Brunetta è quello (ormai noto)del rivoluzionario: polemico, critico, a volte deliberatamente provocatorio, il ministro dice di non voler offendere nessuno ma, sbandierando il sacro valore della trasparenza, esordisce sostenendo che questo convegno, anzi, che nessun convegno serve a fare innovazione. Poi rincara ripetendo quello che ormai è diventato uno slogan: “La Pubblica Amministrazione è una palla al piede” di questo Paese.
Dovrebbe essere un hub intorno al quale le aziende ruotano ed operano, dovrebbe essere un produttore di servizi fondamentali per il paese come istruzione, sanità, sicurezza, invece è la causa, insieme alla cronica mancanza di infrastrutture, del fatto che l’Italia cresca poco e male.
Come e da dove ripartire? Dalla stessa PA, ovviamente, che insite al suo interno nasconde (e bene aggiungerei) risorse umane e competenze tali che, se sfruttate, consentirebbero secondo il ministro un enorme balzo in avanti in tempi brevi. Come raggiungere quelle risorse e renderle produttive? Con la forza, con il “bastone” – spiega Brunetta. Con una politica aggressiva che usa l’ICT e l’innovazione tecnologica come minaccia per stimolare il cambiamento.
Brunetta si riferisce ad una serie di iniziative in cantiere e con le quali intende consentire ai cittadini di bypassare l’inefficienza della PA. Un esempio:
si lavora a un progetto di Reti Amiche che porteranno Totem per l’accesso ai servizi della PA nelle farmacie, nelle stazioni dei carabinieri, nelle tabaccherie e nelle banche. Se il servizio prende piede – spiega il ministro – la gente non avrà più bisogno di accedere ai luoghi in cui si monopolizzano questi servizi, e coloro che vi lavorano dentro comprenderanno che, per essere necessari, per continuare ad avere un ruolo, devono fare di più. Ecco, insomma, il ”bastone” (o uno dei bastoni) dell’Innovazione che Brunetta pensa di usare (quasi fosse un rabdomante) per scovare le risorse umane e le competenze nascoste nella PA italiana.
Promesse impegnative (oltre che già sentite) e nell'insieme un compito gravoso che, a occhio e croce, appare interminabile. Eppure Brunetta si dà già una prima, importante scadenza: “Se entro un anno da oggi non sarà cambiato nulla, allora avrò fallito e dovrò lasciare l’incarico. E’ la legge del mercato”.



 

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