PONTE SULLO STRETTO: E IL SOTTOSEGRETARIO ROCCO CRIMI IMMOLO’ LA PROPRIA VILLA DI TORRE FARO
MESSINA — Il 3 agosto spera di riuscire a festeggiarci il suo cinquantesimo compleanno. Dopo di che anche la sua villa dovrà essere demolita per far largo al cantiere del Ponte. Si potrebbe definire un effetto collaterale della madre di tutte le opere pubbliche programmate dal governo. Stando al progetto infatti il gigantesco pilone da realizzare sul versante siciliano è finito proprio sulla testa di uno dei più stretti collaboratori del premier. Anzi dell’uomo che tiene i cordoni della borsa del partito di Berlusconi: il sottosegretario alla presidenza Rocco Crimi (nella foto), tesoriere di Forza Italia. Sull’altare del Ponte sta per essere «immolata» una villetta che avrebbe bisogno di un po’ di manutenzione ma che da sempre è la sua casa delle vacanze. «Mi dispiace tanto — sospira Crimi — a quella casa sono affettivamente molto legato, ma pazienza! Il Ponte è fondamentale. A prescindere dal danno personale bisogna andare avanti». Originario di un paesino dei Nebrodi (Galati Mamertino) Crimi si è fatto largo con passo felpato ed oggi è uno degli uomini più ricchi di Messina. Titolare di un’azienda farmaceutica e diverse farmacie è sempre tra i più «ricchi» per reddito tra gli inquilini della Camera, dove siede da 5 legislature. Ad uno così, malignano a Messina, non faranno certo lo sgarbo di buttargli giù la casa. «Non scherziamo— replica — il Ponte viene prima di tutto». Accanto alla sua ci sono ville ben più sfarzose di un altro big di FI, Francesco Stagno D’Alcontres, di magistrati e personaggi della Messina che conta. Mentre a distanza di sicurezza (per il rischio esproprio) c’è quella del segretario regionale del Pd Genovese. E poi una vastissima platea di residenti che, diversamente da Crimi, sono inferociti. In 107 si sono già appellati al Tar per bloccare gli espropri. «Il cantiere avrà l’effetto di una bomba atomica — spiega il loro legale Carmelo Briguglio — quella infatti è una zona densamente abitata e i lavori interesseranno un’area grande 16 campi di calcio». Insomma non tutti sono «espropriati e contenti» come Crimi. «Capisco le preoccupazioni — afferma lui — e al momento dell’esproprio andranno salvaguardati i diritti proprio di chi in quella zona risiede stabilmente». La «bomba atomica» di cui parlano i residenti di Punta Faro e Ganzirri «avrà ricadute per oltre 15 mila abitanti. E a chi non subirà l’esproprio potrebbe finire anche peggio, all’ombra di quel pilone alto 400 metri». Alfio Sciacca
