Autore Topic: La banca è responsabile dell’illecito del vice-direttore [Responsabilità e Sicurezza]  (Letto 671 volte)

Descrizione:

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline ninfea


Due fratelli hanno un libretto di risparmio e, come s.n.c., un conto corrente presso un’importante banca. Ci sono rapporti di amicizia tra loro ed il vice-direttore della filiale. Ma ciò non significa che possa fare ciò che vuole dei loro soldi. Viene infatti condannato a risarcire i 350 milioni di lire sottratti ai fratelli. Una mattina del febbraio 1986 aveva azzerato il libretto, ed emesso un assegno post-datato intestato alla s.n.c., senza comunicarlo a nessuno. Uno dei fratelli, il pomeriggio, si era recato in banca, dove aveva consegnato a un dipendente della banca, inviato dall’alto, il libretto, sottoscrivendo anche dei documenti in bianco. Resosi conto della situazione, aveva espresso le proprie perplessità. Il vice-direttore lo aveva rassicurato, specificando che quando avesse incassato l’assegno avrebbe lucrato della differenza di 70 milioni di lire. Senonchè è stato poi arrestato per illeciti commessi ai danni di altri clienti della banca. La banca è responsabile? Nello stesso processo, è chiamata anche la banca. In primo grado è riconosciuta responsabile solidale. In appello viene condannata al pagamento, in solido con il suo vice-direttore, di 180mila euro. La banca ricorre in Cassazione. Secondo l’art. 2049 c.c., i «padroni e i committenti sono responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi nell’esercizio delle incombenze a cui sono adibiti». Per la Suprema Corte (sentenza 21724/12) la Corte d’Appello ha interpretato la norma nel senso che la responsabilità del datore vige anche nel caso in cui il dipendente «agisca autonomamente nell’ambito dell’incarico, e persino ove lo stesso ecceda dai limiti concessi o trasgredisca agli ordini ricevuti, attuando una condotta contraria alle direttive e non riconducibile agli interessi del datore». La fase preparatoria è avvenuta all’insaputa dei clienti, ma approfittando della qualità di vice-direttore, «con abuso dei suoi poteri gerarchici e riserva di ratifica in giornata, così individuando quel rapporto di occasionalità necessaria, sotteso alla responsabilità datoriale». Tale ratifica è peraltro avvenuta dietro richiesta, dai titolari del conto, di investimenti più lucrativi, rendendo inequivocabile che l’operazione risultasse propria della banca. La Corte rigetta il ricorso della banca, che rimane condannata a pagare in solido la  somma sottratta dal suo vice-direttore ai due risparmiatori.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it

« Ultima modifica: Aprile 12, 2014, 21:26:37 pm da ninfea »
                                  
 


Cliccate il BANNER sopra, sarete di grande Aiuto. GRAZIE !