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MaxPayne

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Torino, un netbook a ogni studente
« il: Ottobre 12, 2008, 17:14:57 pm »
Torino, un netbook a ogni studente




Roma - Un anno scolastico all'insegna dell'informatica. Due scuole piemontesi, la Don Milani di Torino e la Alfredo D'Andrade di Pavone Canavese, sperimenteranno nei prossimi mesi la presenza in aula di un computer per ogni studente: un vero e proprio affiancamento di libri e quaderni con un laptop personale. Con l'obiettivo di capire cosa possa fare davvero l'informatica per l'istruzione, e come possa farlo: le somme si tireranno alla fine dell'anno, assieme alle pagelle.

La consegna dei netbook agli studentiIl progetto si chiama un computer per ogni studente, è promosso dalla Regione Piemonte e vanta tre sponsor di prima grandezza: Intel, che con il suo progetto Classmate investe da tempo in questo settore, Microsoft, che fa altrettanto da anni, e Olidata. L'azienda italiana ha messo a disposizione i computer per 55 alunni di tre classi (due terze e una quinta elementare), che per tutto l'anno nel proprio zainetto, oltre ai testi scolastici, avranno anche un notebook.

"Abbiamo privilegiato l'idea di un kit, e non di un semplice computer - racconta a Punto Informatico il professor Dario Zucchini, tra i docenti impegnati nel progetto - Sulle macchine, affidate in comodato gratuito ai ragazzi, abbiamo installato un pacchetto di software freeware e open source. Abbiamo anche aggiunto delle schede didattiche per i docenti, in modo tale che riescano ad sfruttarlo al meglio in tempi rapidi".


Il modello prescelto è il netbook della scuderia Olidata: JumPC. La moda dei netbook impera, ma la decisione di optare per un portatile di dimensioni ridotte non è casuale: gli organizzatori spiegano a Punto Informatico che si è voluto privilegiare un prodotto pensato a misura di bambino, anche nel peso, con a bordo il software adatto a contribuire all'attività scolastica invece che ostacolarla.

Una delle differenze rispetto alle sperimentazioni passate, svolte all'ITIS Ettore Majorana dove lo stesso Zucchini insegna, è comunque il principio del computer personale: "Siamo partiti dall'idea di creare una configurazione affidabile sotto ogni aspetto: se a scuola il professore decide che è ora di disegnare, basta un click per cominciare a farlo. A casa - prosegue Zucchini - i ragazzi possono navigare facilmente e con sicurezza: abbiamo aggiunto anche una white list con 800 siti giudicati sicuri, che si aggiungono a 70 attività online selezionate e inserite tra i Preferiti del browser".

Basandosi sull'interfaccia Magic Desktop installata di default su JumPC, il professor Zucchini si augura di ridurre al minimo i tempi di manutenzione: "Una cosa che ho imparato dall'assistenza ai laboratori scolastici è che spesso i laboratori stessi sono sottoutilizzati: il problema è fornire macchine efficienti e sicure. Abbiamo delle soluzioni tecniche, che però non sempre vengono implementate: molte scuole allevano virus o si perdono dietro soluzioni server-client molto complesse".

In questo caso, invece, si è lavorato affinché il computer "fosse davvero utile": secondo Zucchini si tratta di "un lavoro importante, che generalmente non viene fatto". La mente corre immediatamente al recente progetto di introduzione delle lavagne interattive, e al riguardo l'opinione del professore è netta: "Su quelle installazioni non hanno consultato nessuna scuola, non sanno quale sia la configurazione migliore: c'è il rischio che rimangano spente da qualche parte".

"Quando le cose si fanno calare dall'alto - prosegue - con partner aziendali che non si confrontano con le scuole e che si fanno avanti con lo spirito del colonizzatore, molto spesso le forniture finiscono inutilizzate". Con questo progetto si è voluto invece puntare alla praticità: "Abbiamo fatto di tutto perché i computer fossero semplici da gestire e da usare: abbiamo lavorato per dare quello che serve in quel tipo di scuola (le primarie, ndr) perché ogni scuola ha delle esigenze: cogliere quali sono, lavorare con chi è già impegnato in quell'istituto, è l'unico modo per trovare la soluzione ideale".

Gli chiediamo dunque quali passi siano stati fatti per preparare gli insegnanti all'arrivo dei netbook: "Il lavoro di preparazione è stato fatto con loro: in ogni caso, si tratta di una sperimentazione, non credo che il computer possa rivoluzionare le ore di lezione da subito. Puntiamo piuttosto a scoprire cosa succederà, analizzeremo il comportamento degli alunni e degli insegnanti anche grazie a personale esterno che ci garantirà un'analisi obiettiva e scientifica di quanto accadrà".
 


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