Autore Topic: Garlasco, Alberto torna in aula «Ormai vicini alla vittoria»  (Letto 351 volte)

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Offline zanna




Alberto Stasi
DAL NOSTRO INVIATO
VIGEVANO (Pavia) — Guerra era e guerra rimane, fra le parti, sul caso di Garla­sco, l’omicidio di Chiara Pog­gi (il 13 agosto 2007) del qua­le è accusato il fidanzato, Al­berto Stasi. Il 30 aprile scorso il giudice dell’udienza preli­minare Stefano Vitelli era uscito dalla camera di consi­glio non con una sentenza, ma con un’ordinanza che di fatto annullava le indagini e chiedeva, con quattro perizie, nuovi accertamenti sui pun­ti- chiave dell’inchiesta della procura di Vigevano. Ieri, a perizie concluse e con un quadro probatorio de­cisamente diverso da quello di allora, la discussione in au­la è ripresa dallo stesso clima di battaglia di sei mesi fa. Con lo scambio di battute veleno­se fra avvocati della difesa e della parte civile, con il tenta­tivo (fallito) di far annullare del tutto o in parte la perizia informatica e con il pubblico ministero Rosa Muscio decisa a mettere in luce i passaggi de­boli delle conclusioni dei peri­ti, «schierati» con Alberto sui punti fondamentali delle inda­gini. L’accusa è sotto scacco e ha deciso di partire all’attacco anche del più piccolo detta­glio che non sia scientifica­mente inconfutabile. Cosa tutt’altro che facile se si considera che l’udienza di ieri era per la perizia informa­tica firmata dagli ingegneri Roberto Porta e Daniele Oc­chetti: per la procura la più sorprendente dal punto di vi­sta dei risultati. Perché le ana­lisi dei due esperti super-par­tes hanno accertato che Alber­to (come lui aveva sempre so­stenuto) la mattina dell’omi­cidio rimase davanti al suo computer — prima vedendo immagini p@rn@grafiche e poi lavorando alla tesi di lau­rea — fra le 9.36 e le 12.20.

Un esito impossibile da conte­stare e non di poco conto per la dottoressa Muscio che pro­prio in quella fascia oraria aveva ipotizzato l’omicidio di Chiara. Diversa la posizione della parte civile: per l’avvoca­to della famiglia Poggi Gian Luigi Tizzoni, infatti, la ragaz­za sarebbe stata uccisa fra le 9.10 (quando disinserì l’allar­me di casa) e le 9.36, quando Alberto accese il pc. «C’erano grandi aspettati­ve per queste perizie, ma ac­canto ai risultati oggettivi del­le indagini ci sono state trop­pe omissioni a svantaggio del­la nostra tesi» accusa Tizzoni al suo arrivo in tribunale. E non immagina che poco più tardi il gup Stefano Vitelli ri­getterà la sua richiesta di an­nullare il lavoro sul pc per­ché, secondo l’avvocato, sa­rebbe stato portato avanti «in mancanza di contradditto­rio ». Anche il pm ha chiesto (ma non ottenuto) che fosse­ro annullate alcune parti del lavoro degli informatici. «Il bilancio delle perizie per noi è positivo. Siamo con­vinti che stia andando tutto molto bene e porteremo a ca­sa il risultato» ha detto uno dei legali di Alberto, Giusep­pe Colli (codifensore del bion­dino di Garlasco assieme al fratello Giulio e al professor Angelo Giarda). Ieri, come sempre, erano in aula anche i genitori di Chiara, Giuseppe e Rita Pog­gi. In questi due anni e più di indagini e pr oc esso hanno messo in conto lo strazio di vedere immagini scioccanti. Ieri per la prima volta hanno deciso di averne viste fin trop­pe e che non sarebbero anda­ti oltre. Hanno chiesto al giu­dice di essere avvisati quan­do sullo schermo, in aula, sa­rebbero passate le fotografie di Chiara in momenti di inti­mità. E quando sono state proiettate hanno preferito uscire.
« Ultima modifica: Ottobre 25, 2009, 11:49:11 am da zanna »

Salude e libertade, non b'ada oro chi la paghe Chi semenat ispinas non andet iscurzu
 


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