Autore Topic: Nel mondo un bambino su sette lavora per vivere...  (Letto 642 volte)

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Offline garfield

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Nel mondo un bambino su sette lavora per vivere...
« il: Giugno 11, 2008, 20:10:14 pm »
Nel mondo circa 165 milioni di bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni lavorano e di questi 74 milioni sono coinvolti in attività considerate pericolose. Il numero dei minorenni sfruttati sale addirittura a 218 milioni se si considera la fascia d'età tra i 5 e i 17 anni. Inoltre, secondo i dati più recenti sul numero degli iscritti a scuola, sarebbero 72 milioni i bambini in età da scuola primaria non scolarizzati. E' questa la drammatica realtà del lavoro minorile fotografata dall'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), che promuove, come ogni 12 giugno, la Giornata contro il lavoro minorile, dedicata quest'anno al tema dell'istruzione. Secondo l'ultimo rapporto mondiale dell'Ilo sul lavoro minorile, nel mondo un minore su sette svolge una qualche attività: con 122,3 milioni di bambini economicamente attivi, l'Asia e il Pacifico rappresentano la regione con il più alto numero di minori lavoratori nel mondo (pari a quasi il 20%). L'Africa sub-sahariana, con il 26% (circa 50 milioni di minori lavoratori), è invece la regione con la più alta incidenza di bambini che lavorano. Mentre l'America Latina e i Caraibi spiccano in termini di rapida riduzione del lavoro minorile: il numero dei minori lavoratori nella regione è sceso di due terzi tra il 2000 e il 2004, con appena il 5% (5,7 milioni) di minori di età compresa tra i 5 e i 14 anni ancora coinvolti nel lavoro minorile. Questa realtà, tuttavia, caratterizza non solo i Paesi in via di sviluppo, ma anche i Paesi industrializzati, dove nel 2000 lavoravano circa 2,5 milioni di minori al di sotto dei 15 anni. Quanto ai settori in cui i bambini-lavoratori vengono impiegati, spicca l'agricoltura con circa il 70% del totale. Il 22% dei minori che lavorano sono invece attivi nel settore dei servizi e il 9% nell'industria (che comprende anche lavoro in miniera e nell'edilizia). Il numero di minori lavoratori, secondo i dati dell'Ilo, tra il 2000 e il 2004 è comunque sceso dell'11% e la diminuzione più importante (26%) si è avuta nei lavori pericolosi. Per ridurre il fenomeno del lavoro minorile, secondo l'organizzazione, è fondamentale estendere l'accesso ad un'istruzione gratuita ed obbligatoria. Uno studio dell'Ilo evidenzia infatti che l'eliminazione del lavoro minorile e la sua sostituzione con l'istruzione universale offrono enormi benefici dal punto di vista economico, oltre che sociale: globalmente, i benefici superano i costi in un rapporto 6 a 1 e ogni anno supplementare di scuola, fino all'età di 14 anni, genera per il futuro l'11% di reddito in più all'anno. Ma accanto a questo, anche l'insegnamento deve essere di qualità, osserva l'Ilo, ricordando che, secondo un recente rapporto dell'iniziativa Education for All (Efa), nel mondo c'é bisogno di 18 milioni di nuovi insegnanti nella scuola primaria se si vuole raggiungere l'obiettivo dell'istruzione primaria universale entro il 2015. 
 

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