Autore Topic: Rischio osteoartrite: occhio ai prodotti che usiamo tutti i giorni [Consumatore]  (Letto 610 volte)

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Offline ninfea

Dai contenitori per alimenti, ai tessuti impermeabili e antimacchia, alle padelle antiaderenti i PFC o perfluorurati sono stati collegati all’insorgenza dell’artrosi, o osteoartrite, specie nelle donne. La diffusione del PFOA e il PFOS è un problema di sanità pubblica, oltre che ambientale, che interessa tutti.

I cosiddetti PFC, o perfluorurati, sono utilizzati in ben 200 processi industriali e sono i componenti di oggetti di uso comune come i prodotti per la pulizia della casa, per l’igiene personale, alcuni contenitori per alimenti, le padelle antiaderenti. E sono anche utilizzati nei pesticidi per l’agricoltura.

Queste sostanze, già accusate di essere potenziale causa di infertilità maschile, oggi si scopre essere potenziale causa dell’osteoartrite, in particolare nelle donne.
Le sostanze imputate di far aumentare le probabilità di sviluppare questa patologia sono due: l’acido perfluorottanico (PFOA) – un noto un perturbatore endocrino – e l’acido Perfluorottano Sulfonato (PFOS).

Sono dunque queste due sostanze a essere state oggetto di uno studio condotto dai ricercatori della Harvard Medical School e del Brigham and Women’s Hospital, i quali hanno voluto indagare sul legame tra queste sostanze e l’artrosi.
Sebbene le padelle antiaderenti contenenti PFOA siano state messe più volte sotto accusa, e alcune aziende leader nella produzione abbiano annunciato la cessazione della produzione nel 2015, nel frattempo, fino a questa data e dopo decenni di utilizzo non possiamo certo dire di non essere stati esposti a queste pericolose sostanze – che siano pericolose per la salute, poi, lo si scopre sempre dopo un bel po’ di tempo, forse troppo. Un po’ come è avvenuto per l’amianto.

La diffusione di queste sostanze nell’ambiente e tra gli esseri umani è ubiquitaria, ossia ormai le troviamo un po’ dappertutto e vi è uno scambio fauna/flora/acqua/esseri umani che non può essere ignorato.
Anche i lavoratori delle aziende che producono queste sostanze sono stati trovati averne livelli pericolosi nel sangue ma, è ovvio, che utilizzando tutti i giorni prodotti che le contengono, nessuno ne è al riparo. Il PFOA, per esempio, non si degrada nell’acqua ma si assorbe e deposita nei tessuti viventi…

Tornando allo studio, i ricercatori statunitensi hanno analizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES, 2003-2008), durato 6 anni, che ha coinvolto diverse centinaia di migliaia di persone.
L’analisi delle informazioni raccolte ha permesso ai ricercatori di scoprire chiare e significative correlazioni tra l’artrosi e l’esposizione a queste sostanze. In particolare, il legame è stato più forte tra le donne, rispetto agli uomini.
Le donne che presentavano un’esposizione superiore al 25% al PFOA e al PFOS avevano circa due volte più probabilità di avere l’artrosi, rispetto a coloro che avevano un’esposizione inferiore.

Gli autori dello studio, dottoresse Sarah Uhl, Michelle L. Bell e Tamarra James-Todd, ritengono siano necessari ulteriori approfondite ricerche al fine di stabilire una temporalità nel possibile sviluppo dell’osteoartrosi e far luce su possibili meccanismi biologici dietro a questo fenomeno.
Lo studio è stato pubblicato su Environmental Health Perspectives.


Fonte: lm&sdp


« Ultima modifica: Aprile 12, 2014, 21:35:18 pm da ninfea »
                                  
 


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