Farmaci: rincari sulle spalle dei cittadini
21-04-2011
Un farmaco rimborsato fino al giorno prima, che da un momento all'altro può arrivare a costare anche decine di euro a confezione. È quello che si sono trovati di fronte i malati. Le autorità sanitarie si sono mosse con una incomprensibile fretta, tra le proteste della associazioni di categoria. Ma qualcuno ha pensato alla parte più debole, i malati?
L'Aifa ha abbassato il prezzo di riferimento dei farmaci generici o equivalenti, ovvero la quota coperta dal Servizio sanitario. E la differenza a carico delle tasche dei cittadini è schizzata anche a decine di euro per una sola confezione. Lo scopo? Far risparmiare soldi al Servizio sanitario. Ma per il momento è un trasferimento di spesa sui malati e sulle loro famiglie.
Da diversi anni, in Italia, solo per i farmaci per cui è disponibile un equivalente (o generico: in parole povere un farmaco identico che costa meno) è stato istituito il "prezzo di riferimento": questo significa che per il cittadino che sceglie l'equivalente a minor prezzo il farmaco è gratuito (c'è solo l'eventuale ticket sulla ricetta), mentre per chi - liberamente - preferisce ritirare il farmaco di marca, c'è una differenza da pagare. Una linea che, anche se con fatica, ha comunque portato a una maggior diffusione degli equivalenti nel nostro paese e a un risparmio per lo Stato. Ma dal 15 aprile scorso improvvisamente i cittadini si sono ritrovati a dover sborsare anche decine di euro per una confezione di equivalente. Che cosa è successo? Che l'Aifa ha abbassato il prezzo di riferimento, e ora in molti casi - qualunque sia il farmaco che si ritira - il cittadino deve comunque contribuire alla spesa.
L'annuncio dell'Aifa: le aziende farmaceutiche abbasseranno i prezzi. Ma tutte le associazioni di categoria (Farmindustria, Assogenerici, Federfarma) hanno protestato e criticato la riforma. Intanto, è passata quasi una settimana: e chi ha avuto bisogno di uno dei farmaci coinvolti nella manovra ha pagato la differenza di tasca sua. Alla faccia del diritto alla salute.
Fino a che non si trova un accordo tra Aifa e aziende la situazione deve essere congelata e ai cittadini deve essere restituito il diritto a ottenere gratuitamente i farmaci essenziali di cui hanno bisogno.
Dal sito di Altroconsumo