Autore Topic: Lezioni di piano...  (Letto 902 volte)

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Offline ridethesnake

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Lezioni di piano...
« il: Marzo 14, 2009, 22:01:30 pm »
Sembrava che fossero spacciati, che non si sarebbero piu’ visti all’opera: eppure i ‘pianisti’ alla Camera ci sono ancora, e per loro il presidente Fini annuncia ‘’sanzioni”, fino alla sospensione per i recidivi. Che alla Camera qualcuno voti ancora non solo per se’ sembra proprio incredibile, visto che da tre giorni nell’Aula di Montecitorio funziona il sistema con il rilevamento delle impronte. Un impianto (costato 450mila euro, che per ora allunga i tempi delle votazioni, con proteste e mugugni quasi esclusivamente dal centrodestra) che avrebbe dovuto fermare il malcostume che Gianfranco Fini ha individuato tra le cause del dibattito sulla ‘casta’, rendendo impossibile ai deputati votare per altri. Ma 21 deputati si sono rifiutati di dare le loro ‘minuzie’; e cosi’ oggi due parlamentari ’schedati’ non hanno resistito al gusto della trasgressione ed hanno votato per altrettanti colleghi ‘renitenti’. I ‘pianisti Highlander’ sono Guido Dussin della Lega e Carmelo Lomonte dell’Mpa, che e’ vicepresidente del gruppo Misto. I due, che risultano tra quelli che hanno rilasciato le ‘minuzie’, hanno votato anche per i rispettivi colleghi di gruppo Matteo Salvini ed Elio Belcastro, i quali invece appartengono alla pattuglia dei 21 deputati che si sono rifiutati di farlo e che, quindi, votano con il vecchio sistema. Di conseguenza, per votare dalle loro postazioni non e’ necessario attivarle con le impronte. Tutto e’ andato in scena durante le votazioni delle mozioni sulla crisi, tra cui quella del Pd sull’assegno di disoccupazione. Dussin, come ha potuto constatare l’ANSA, ha coperto il meccanismo di voto di Salvini, che non era in Aula, con una copia della ‘Gazzetta dello sport’ sotto cui ha infilato la mano per votare. Piu’ disinvolto nell’azione invece Lomonte, che non ha coperto la mano ‘incriminata’: le lucette del sistema elettronico si sono viste accese al momento del voto sia al suo posto sia a quello del collega Belcastro. Dai tabulati delle votazioni emerge che sia Salvini sia Belcastro erano presenti e votanti: ma ne’ Salvini ne’ Belcastro in quel momento erano al loro posto in Aula. Fini annuncia che se i fatti saranno confermati chiedera’ ”di sanzionare chi ha votato per colleghi assenti. Ci sono delle regole e chi fa il furbo avra’ una sanzione. Se e’ recidivo, per esempio, si potrebbe arrivare alla sospensione”. Salvini, interpellato, si dichiara sorpreso: ”Sono stato in Aula durante tutto il periodo dei lavori, assentandomi solo per pochi minuti per un normale bisogno fisiologico”. Il presidente della Camera, intanto, difende il nuovo sistema di voto da lui fortemente voluto. ”Funziona. Serve al buon nome del Parlamento, perche’ nessuno e’ stato condannato a fare il deputato, anzi molti hanno implorato di farlo. E comunque tutti sono compensati in modo dignitoso per il proprio mandato”. E, rilevando che ‘’si era raggiunto un livello insopportabile a danno della credibilita’ del Parlamento, con deputati che votavano come polipi per garantire la diaria a chi non c’era”, Fini si dice certo che presto cesseranno le polemiche. ”Avevo messo in conto qualche tentativo infantile di boicottaggio, qualche effervescenza e un po’ di goliardia all’inizio”.

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