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Aprile: il mese della Prevenzione dell’Ictus Cerebrale

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Prende il via la Campagna di sensibilizzazione alla prevenzione dell’ictus cerebrale, grazie all’impegno delle circa 70 Associazioni nazionali, con numerosi iniziative in tutta Italia




E’ aprile il mese dedicato alla prevenzione dell’ictus cerebrale: un evento cardiaco che tuttavia non conosce stagioni, e colpisce sempre più spesso anche persone giovani.

Sebbene si siano fatti molti passi avanti nel trattamento e la riabilitazione delle persone colpite dall’ictus, la prevenzione rimane ancora e sempre la migliore forma di “cura”. E proprio per questo che, anche quest’anno, grazie all’impegno delle quasi 70 Associazioni, che fanno riferimento alla Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale), saranno organizzate in diverse piazze e ospedali italiani iniziative di prevenzione, sensibilizzazione e informazione su questa patologia grave e disabilitante.

«Nel nostro Paese si verificano oltre 200mila casi di Ictus ogni anno e ben 930mila persone ne portano le conseguenze invalidanti – spiega Paolo Binelli, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus – ma oltre il 50 per cento degli italiani non conosce la malattia, e soprattutto non è al corrente che dagli inizi degli anni 2000 l’Ictus si può curare, mentre negli ultimi anni è stato dimostrato che una corretta prevenzione potrebbe evitare oltre l’80 per cento dei casi: l’adozione della dieta mediterranea, il controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale, oltre all’astensione dal fumo e alla pratica di regolare attività fisica, rappresentano i fattori critici della corretta prevenzione».

Cifre che fanno pensare e dovrebbero far riflettere, tutti. Come detto, infatti, l’incidenza dell’ictus è andata nel tempo a influire anche su fasce d’età più giovani.
«L’Ictus – sottolinea il prof. Carlo Gandolfo, Professore Ordinario di Neurologia all’Università degli Studi di Genova – non è però soltanto una malattia dell’anziano, come comunemente si crede: circa 10mila casi, ogni anno, riguardano infatti soggetti con età inferiore ai 54 anni e l’incidenza dell’Ictus in soggetti giovani cresce di anno in anno».
Numeri supportati anche da uno studio pubblicato su Neurology, il quale riposta come negli ultimi vent’anni, la percentuale di persone tra i 20 e i 54 anni, colpite da questa patologia, ha subìto un incremento dal 13 al 19 per cento; l’Ictus giovanile è la malattia neurologica più frequente dopo il trauma cranico. Ad alcuni fattori di rischio “tradizionali” come ipertensione, fumo e aumento del colesterolo, ne va aggiunto uno nuovo, l’uso di droghe: dalle anfetamine alla cocaina, si è rilevato un aumento di 10 volte dal 1994 al 2005.

Non solo la prevenzione è determinante, ma anche gli interventi tempestivi. In diversi migliaia di casi si potrebbero poi azzerare o ridurre drasticamente gli effetti invalidanti con delle cure adeguate prestate nelle primissime ore dall’inizio dei sintomi.
«Fondamentale a questo scopo – fa notare Domenico Inzitari, professore di Neurologia presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell’Università di Firenze – è il trattamento trombolitico, che, se effettuato entro le 4,5 ore dall’inizio dei sintomi in un Centro attrezzato per l’Ictus (STROKE UNIT), permette a circa un terzo delle persone, colpite da Ictus ischemico, di rientrare nel giro di pochi giorni alle proprie abitazioni, completamente guarite, e a quasi un altro 50 per cento di tornare a casa in buone condizioni funzionali». Lo stesso vale per i pazienti colpiti da Ictus emorragico per i quali il trattamento presso strutture dedicate e da personale specificamente addestrato può fare la differenza fra la vita e la morte.

Le intenzioni e la buona volontà, tuttavia, spesso devono fare i conti con la realtà sanitaria del nostro Paese.
«Purtroppo le STROKE UNIT nel nostro Paese non sono ancora diffuse in maniera capillare come dovrebbero – spiega Binelli – Su un totale stimato di oltre 350 STROKE UNIT, ne risultano operative meno di 160, concentrate principalmente nel Nord Italia: nel Sud Italia si muore più di Ictus Cerebrale che di infarto del miocardio proprio perché le Unità di Emergenza Ictus sono quasi assenti».

Tra le principali cause dell’ictus c’è la fibrillazione atriale, un’anomalia del ritmo cardiaco che colpisce oltre il 20 per cento delle persone ultrasessantacinquenni.
«La Fibrillazione Atriale – spiega la professoressa Maria Luisa Sacchetti, presidente Onorario di A.L.I.Ce. Italia Onlus – è causa di circa 40mila Ictus l’anno nel nostro Paese, ma con una diagnosi precoce e una cura appropriata, si potrebbero evitare ben 3 Ictus su 4, pari a 30mila casi».
A proposito di prevenzione, un controllo periodico della pressione e della defibrillazione atriale possono fare la differenza. Così come un’alimentazione sana: secondo una ricerca pubblicata sempre sulla rivista Neurology il rischio ictus diminuisce del 55 per cento consumando pomodori in quantità abbondanti, ma anche ortaggi in generale oltre a meloni e pere.

Tra le diverse conseguenze invalidanti dell’ictus c’è l’Afasia, ossia la difficoltà nel parlare, comprendere quanto detto, letto o scritto. Tuttavia, le lesioni subite non alterano l’intelligenza né la sfera emotiva. Una conseguenza di pari gravità è che spesso le persone che ne sono affette si privano dei rapporti a livello sociale e relazionale, isolandosi.
Per tutti coloro che soffrono di afasia, la riabilitazione è fondamentale. A Torino, per esempio, esiste un Centro di eccellenza: la Fondazione Carlo Molo.
Il Centro da molti anni sviluppa, attività di caregivering e di sostegno alle persone afasiche. La Fondazione opera su più fronti con due centri specializzati cui si rivolgono ogni anno oltre 50 persone afasiche per proseguire la riabilitazione seguendo percorsi all’avanguardia tenuti da un’équipe specializzata mirati al benessere psicologico, al miglioramento della qualità della vita e all’inclusione sociale.

A corollario dell’attività svolta dalla Fondazione c’è il portale web ISABILE.IT.
La caratteristica di questo sito web è la modalità di comunicazione semplificata, con servizi e informazioni utili per le persone afasiche, i loro familiari e gli operatori del settore. Isabile.it è nato per rendere accessibile l’informazione, stimolare la comunicazione, migliorare la qualità della vita e l’inclusione sociale delle persone afasiche.
Isabile è la prima web TV realizzata da e per gli afasici, che si avvale del contributo di alcune tra le più importanti istituzioni culturali torinesi che hanno voluto aderire al progetto e aiutano nell’aggiornamento attingendo ai loro archivi.
Il portale compie due anni e in breve tempo ha incrementato costantemente gli accessi a riprova dell’utilità dello strumento. A motivo di ciò, i responsabili ritengono che fosse importante fare una verifica più specifica, mettendo online un questionario in duplice versione.
Lo scopo è quello di migliorare il servizio e rilevare su quale direzioni si concentrano maggiormente gli interessi di chi lo visita. Il questionario è compilabile direttamente sul sito www.isabile.it e www.fondazionecarlomolo.it.

SU A.L.I.Ce
A.L.I.Ce. Italia Onlus è, inoltre, membro della World Stroke Organization (WSO) e di SAFE, Stroke Alliance for Europe, organizzazione che riunisce 20 Associazioni di pazienti colpiti da Ictus di 17 Paesi europei e che ha diffuso le linee guida per la prevenzione e una migliore cura dell’Ictus in un documento rivolto al Parlamento europeo e a tutti i governi dell’Unione.
Consultando il sito www.aliceitalia.org sarà possibile conoscere l’elenco delle iniziative che si svolgeranno in tutta Italia.


Fonte:  lm&sdp

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