Autore Topic: Vezzali: "Rappresenterò l'Italia che eccelle e non si arrende"  (Letto 1334 volte)

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Offline ninfea


C'è l'investitura ufficiale del Coni per la portabandiera azzurra:
«Una delle emozioni più grandi».
Petrucci: «Campionessa non solo in pedana»

Poteva essere il portabandiera già a Pechino, con tutto quello che aveva vinto. Ha dovuto attendere quattro anni, ma le sono serviti per accrescere la voglia di «rappresentare un Paese che non si arrende e che eccelle in tutto», perché portare il tricolore ai Giochi «è come vincere una medaglia olimpica». Valentina Vezzali di emozioni forti ne ha vissute tante: cinque podi olimpici, con tre titoli individuali vinti di fila e una pioggia di medaglie mondiali che fanno di lei la regina del fioretto, ma sfilare il prossimo 27 luglio nello stadio di Londra «è un onore immenso, corono un sogno» ha detto la schermitrice delle Fiamme Oro, accolta al salone d’onore del Coni dove davanti al consiglio nazionale (presente il capo della Polizia Antonio Manganelli) il presidente Gianni Petrucci ha formalizzato la scelta.

«Non c’è una persona in Italia che possa essere contraria a un portabandiera così - ha detto il capo dello sport - ha vinto tutto, non c’erano dubbi su di lei. È stata una decisione facile, era la favorita e poi quando scelsi Antonio Rossi nel 2008 a lei dissi che lo avrebbe fatto alle Olimpiadi successive. Insomma avevamo questo credito... È un’atleta modello, è un’icona dello sport, anche perchè è una campionessa dentro e fuori il campo gara».

La schermitrice insomma di concorrenza ne aveva poca, anche se nella rosa dei nomi c’erano olimpioniche di pregio come Josefa Idem e Alessandra Sensini. Nessun timore per la Vezzali di stancarsi troppo quella sera (al contrario di quanto aveva detto, con strascico di polemiche, Federica Pellegrini senza che nessuno l’avesse però indicata come possibile portabandiera), lei che davvero il giorno dopo deve salire in pedana e gareggiare. «Ho disputato quattro Olimpiadi, per me sarà un’emozione indescrivibile, si è avverato un sogno e mio padre sarà felice dal cielo - dice la campionessa - Rappresentare il mio Paese in un momento di crisi mi rende ancora più orgogliosa. Spero che tutti, giovani e anziani, possano identificarsi con noi, con lo sport. Il giorno dopo avrò la gara, ma l’attesa allo stadio non sarà lunga. Spero la bandiera non pesi troppo e di non inciampare... Ma la terrò alta».

La cerimonia comincerà alle 20.12 (ora di Londra, le 21.12 in Italia), l’Italia si muoverà dal villaggio alle 20,30 (sfila per 70/a): 1,8km a piedi e l’ingresso nello stadio alle 22,30: Valentina sfila e poi viene riportata al villaggio. Insomma il suo impegno sarà contenuto in 66’, poco più di un’ora. Chiederà consiglio comunque a chi l’ha preceduta da Rossi a Chechi, a Giovanna Trillini, l’ultima donna alfiere ai Giochi estivi nel ’96 ad Atlanta. «Senza di lei non sarei qui - dice la Vezzali - tanti grandi prima di me. Al pensiero mi batte forte il cuore. La mia carriera, come la vita, si è fondata sui principi di impegno, rigore e serietà: portare la bandiera è un ruolo di grande responsabilità in un momento critico, ma sono consapevole di rappresentare un Paese che eccelle in tutto». La Vezzali è la quarta donna italiana alfiere, dopo Cicognani, Simeoni e Trillini. «Sono una donna e una mamma, di un bimbo che a tre anni già cantava l’inno - dice sorridendo - e mi metto tra quelle donne che lavorano e possono godere dei risultati che ottengono». Anche Jacques Rogge, presidente del Cio, faceva il tifo per lei augurandole oltre la bandiera anche l’oro a Londra. «È un bell’auspicio, ognuno gareggia per fare il massimo e vincere. Anche io». Non solo medaglia stavolta per lady fioretto. Finalmente quella bandiera che Giorgio Napolitano le consegnerà il 22 giugno. «Londra è la mia Olimpiade» si congeda la Vezzali. L’aspettava da quattro anni.

                                  
 


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