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Botta... ...e Risposta... FIMI <----> SIAE
« il: Novembre 18, 2008, 10:38:32 am »
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da punto-informatico.it

FIMI: i bollini SIAE violano il diritto d'autore

Citazione
FIMI: i bollini SIAE violano il diritto d'autore

Roma - Nessun dubbio, nessun tentennamento: la Federazione dell'Industria musicale italiana, da tempo critica sull'intera questione dei bollini SIAE, ha assunto una posizione ufficiale netta. Secondo FIMI la normativa che prevede l'apposizione del contrassegno sui supporti va cancellata al più presto.

FIMI lo ha dichiarato nel corso di una audizione al ministero dei Beni culturali, spiegando di sottoscrivere anche la posizione assunta sia dalla Corte di Giustizia europea che dalla Commissione Europea, secondo cui il bollino SIAE confligge con l'ordinamento comunitario. La Federazione insiste molto su questo punto, rilevando come la violazione delle regole UE impatti sulla trasparenza ma, soprattutto, il contrassegno SIAE ostacola il principio di libera circolazione delle merci in ambito comunitario.

L'industria musicale dettaglia questo specifico aspetto, così rilevante per l'attuale business dei produttori di settore: il Trattato CE, ricorda FIMI, "vieta agli Stati Membri di emanare normative capaci di ostacolare, in maniera diretta o indiretta, effettivamente o potenzialmente, il commercio intra-comunitario. Non c'è dubbio che la configurazione dell'apposizione del contrassegno SIAE come un obbligo viola questo principio fondamentale del Mercato Unico".
Il riferimento è ovvio: l'attuale sistema di contrassagnatura costringe i produttori che diffondano opere coperte da diritto d'autore di "alterare la confezione dei prodotti ed a sostenere costi ulteriori di etichettatura per quei prodotti destinati alla vendita sul mercato italiano". In altre parole: sul mercato italiano finiscono prodotti diversificati rispetto a quelli distribuiti in altri mercati, con costi aggiuntivi e tempistiche difettate non per volontà degli autori o degli editori ma per soddisfare l'obbligo del contrassegno previsto a favore della Società degli autori e degli editori.

Non solo. FIMI fa notare che i produttori di cui sopra devono anche ricorrere a canali di distribuzione separata per evitare che in Italia non finiscano supporti privi di contrassegno. "Inoltre - continua FIMI - i distributori UE che importino cd musicali o dvd musicali non italiani in un determinato Stato membro, e che ad un certo punto desiderino ri-esportarli in Italia, sarebbero dissuasi dal farlo a causa dell'onere supplementare e delle spese, che l'acquisto e l'apposizione del contrassegno SIAE alla confezione del cd e dvd comporterebbero".

La Federazione ha anche ricordato al Ministero che la Corte di Giustizia europea non ha soltanto già bocciato il contrassegno SIAE ma in passato ha già agito più volte contro gli obblighi di etichettatura anche in altri settori, come per esempio su certi prodotti alimentari condizionati da una etichettatura prevista dalla legge belga, bollini che finivano per pesare sui produttori alterando il libero commercio.

E non ci sono eccezioni, spiga FIMI, perché "la normativa sull'apposizione del contrassegno in nessun modo promuove l'ordine pubblico o gli interessi dei consumatori, né è necessaria per la tutela della proprietà intellettuale. Al contrario, l'obbligo di apporre il contrassegno SIAE non esplica alcuna funzione di tutela. Si consideri infatti che ai fini dell'ottenimento del contrassegno SIAE è sufficiente un'attestazione da parte del richiedente in cui egli dichiari di rispettare le norme sul diritto d'autore. La Legge non richiede alcuna verifica preventiva da parte della SIAE che il richiedente sia un titolare di diritti d'autore o sia stato autorizzato dal titolare di suddetti diritti. Né la SIAE conduce alcuna autonoma verifica per accertare che un prodotto su cui il contrassegno debba essere apposto sia originale. Il contrassegno pertanto non ha alcun relazione con la liceità del prodotto".

I motivi per la rimozione definitiva del balzello comprendono il fatto che, a detta di FIMI, viola il diritto d'autore, il diritto penale e la Costituzione italiana. Il motivo? È nelle sentenze della Cassazione, da dove si evince un clamoroso paradosso: "L'art. 171bis riconduce la sanzione penale unicamente alla assenza del contrassegno SIAE sui supporti contenenti programmi per elaboratore, senza relazione alcuna con la effettiva originalità del prodotto. In altre parole, il produttore originale che distribuisse prodotti leciti sotto il profilo dell'assolvimento dei diritti d'autore ma privi di contrassegno potrebbe essere considerato responsabile di violazione dell'art. 171bis l.a. Al contrario i contraffattori che abbiano apposto il contrassegno SIAE (autentico o falso) su prodotti illegali non subiranno alcuna sanzione. Ciò capovolge il senso e le finalità della normativa penale sul diritto d'autore, rendendola addirittura controproducente".

...e Risposta...

Bollini, SIAE diffida FIMI

da punto-informatico.it

Citazione
Bollini, SIAE diffida FIMI
Roma - SIAE e FIMI sono ai ferri corti, alle minacce. SIAE non gradisce l'affondo di FIMI sui bollini, mal tollera che l'industria musicale faccia le pulci alla loro legalità e avverte la federazione dell'industria musicale: se continuate così non si potrà evitare lo scontro giudiziario.

SIAE non utilizza mezzi termini, sceglie parole pesantissime, come non si erano mai viste. Non parla di differenti visioni del cambiamento innescato dall'era digitale, non si limita ad articolare una posizione contrapposta ma dichiara, testualmente, di "scendere in guerra" contro FIMI.

Lo dice in un comunicato diffuso ieri: attacca a spada tratta la clamorosa presa di posizione della FIMI, che chiede l'immediata cancellazione dei bollini, difende la legalità dei suoi contrassegni, si arrocca dietro la propria interpretazione della legge sul diritto d'autore e delle bocciature dei bollini susseguitesi in ambito europeo.
In quello che definisce "duro atto di diffida" indirizzato alla FIMI e inviato per conoscenza a mezzo governo, compreso Silvio Berlusconi, SIAE ribadisce che sono circa 20 anni che i bollini vengono applicati, sostiene che ciò avviene in base alla legge italiana e spiega che se questo avviene anche sui supporti musicali è per "identificarne l'autenticità e quindi per combattere i prodotti pirata".

Secondo SIAE, l'esperienza dice che il bollino è "assolutamente utile" e che anzi ha contribuito a ridurre fortemente l'attività dei pirati. La Società degli autori e degli editori, inoltre, rivendica come alla propria iniziativa si siano unite tutte le associazioni degli autori, editori e produttori discografici italiani che non aderiscono alla FIMI, come UNCLA, SNAC, ACEP, FEM, ANEM e altri. Nella diffida, SIAE parla di una "posizione conflittuale della FIMI", osservando come il bollino nasca nel 1970 proprio su richiesta anche dei produttori discografici. Gli associati FIMI fin da allora, secondo SIAE, "hanno assunto l'obbligo contrattuale di apposizione dei contrassegni".

Ma anche sui motivi per i quali i controversi bollini siano una realtà italiana SIAE ha la risposta pronta: "Il dilagare della pirateria in Italia - scrive nel testo della diffida - ha comportato norme di prevenzione più incisive rispetto a quelle di altri Stati membri e l'obbligo di apporre un contrassegno nei termini previsti dalla legge italiana rappresenta una misura proporzionale rispetto agli scopi perseguiti dal legislatore". SIAE sottolinea anche che sistemi di "contrassegnatura" sono previsti anche in altri paesi dell'Unione Europea come la Grecia, il Portogallo e la Romania, "paesi che, come l'Italia subiscono forti danni per la contraffazione dei supporti e delle merci in genere, anche in considerazione della particolare collocazione geografica di crocevia dei flussi di prodotti contraffatti di ogni genere".

SIAE nega con forza che vi siano state bocciature europee del bollino, anzi. "L'importante funzione del bollino - ha dichiarato Giorgio Assumma, presidente SIAE - è stata riconosciuta dalla stessa Commissione europea. La Commissione infatti si è direttamente occupata della legittimità del bollino Siae in base alla normativa sulla circolazione delle merci tra gli Stati membri, ritenendo che le modalità di ottenimento e il costo del bollino possono essere considerate 'misure proporzionate all'obiettivo legittimo di lotta alla piraterià, compatibili con il principio della libera circolazione delle merci". Una precisazione che risponde direttamente alle osservazioni di FIMI, secondo cui invece l'apposizione del bollino rappresenta un ostacolo al libero commercio, obbligando i produttori e i distributori a differenziare artificiosamente le linee di distribuzione di prodotti destinati a più mercati europei, con aggravi su costi e tempistiche.

Secondo SIAE, inoltre, le forze dell'ordine spesso proprio grazie al bollino scovano i prodotti abusivi, una realtà che, a detta della Società, è stata confermata dalla Corte di Cassazione. Di interesse anche la posizione SIAE sulla non opponibilità ai privati delle norme penali sul bollino. A suo dire, infatti, la Cassazione ha affermato in più occasioni che "la provvisoria inopponibilità ai privati delle norme penali sul contrassegno non comporta l'illegittimità di tutte le norme che prevedono e puniscono profili di reato sostanziale"

SIAE ammette invece che effettivamente la Corte di Giustizia europea aveva rilevato un vizio formale sul fronte dei bollini, legato alla non comunicazione alla Commissione della normativa da parte del Governo italiano, una problematica, dice SIAE, che "è stata risolta, con la notifica accolta dalla stessa Commissione europea del nuovo Regolamento per l'apposizione del bollino".

Ma non è tutto qui. SIAE se la prende anche con i prezzi dei supporti musicali. Se FIMI lamentava il costo dei bollini, che SIAE valuta in 3 centesimi, proprio quest'ultima ricorda che "il diritto d'autore per chi ha creato l'opera - autore ed editore - incide solo con un 10% all'ingrosso che si traduce circa nel 5% all'acquirente. Per esempio in un cd musicale che costa all'ingrosso 10 euro e viene poi rivenduto a 20, il diritto d'autore è pari ad 1 euro".

Perché la diffida? "SIAE diffida la FIMI, in persona del suo Presidente, dal diffondere notizie prive di fondamento e/o argomentazioni fuorvianti, secondo le quali le sentenze rese dalla Corte di Giustizia delle Comunità europee e dalla Suprema Corte di Cassazione affermerebbero che la previsione di un obbligo di contrassegnatura sia incompatibile con la normativa nazionale, comunitaria ed internazionale".

Per il momento la reazione di FIMI alla diffida di SIAE è di sorpresa. Ambienti della Federazione consultati da Punto Informatico parlano di "stupefacente diffida", un atto del tutto inedito, fanno sapere, per aver espresso delle opinioni nel corso di una audizione ministeriale, la sede in cui FIMI ha dettagliato le ragioni per cui ritiene che i bollini SIAE sono inutili e illegali.

Difficile dire come andrà a finire. Quel che è certo è che molto è cambiato dal 1970 ad oggi, non solo le leggi sono cambiate ma è cambiato l'intero scenario del mercato musicale, sebbene questo possa lasciare a qualcuno l'amaro in bocca. Tuttavia non potrà durare a lungo un conflitto che vede da un lato il grosso degli editori musicali italiani e dall'altro la società che dovrebbe tutelare anche i loro interessi. Quello che segnala questa guerra, per usare l'espressione a cui è ricorsa la SIAE, è che il sistema attuale è giunto al capolinea e qualcosa, o forse molto, dovrà ora cambiare.

...alla faccia dello sciacallaggio selvaggio...  botte
Se do da mangiare ad un povero, mi dicono che sono un santo, ma se chiedo perchè quel povero è povero, mi dicono che sono un comunista!



Se non avete niente di meglio da fare andate a farlo da un'altra parte.
 


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