Il nuovo protocollo risolverà il problema dell'esaurimento degli indirizzi IP a disposizione: saranno 340 sestilioni
Internet sta per fare un grande salto di qualità di cui, si spera, non ci accorgeremo. Il
6 giugno si passa ufficialmente dal vecchio protocollo per l'assegnazione degli indirizzi IP, l'IPv4, a quello nuovo, Ipv6. A dispetto di qualche improbabile annuncio allarmistico, per la maggior parte degli utenti non cambierà proprio nulla. Da almeno tre anni i sistemi operativi e i dispositivi sono già pronti alla transizione e, in ogni caso, i vecchi indirizzi continueranno a funzionare e a viaggiare perfettamente sul precedente protocollo, mentre quelli sotto nuova gestione saranno inizialmente una percentuale molto esigua. Lo ha confermato in questi giorni Leo Vegoda, manager dell'Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, e una prova è stata eseguita con successo l'anno scorso. Non è escluso, tuttavia, che chi usa sistemi software, come Windows XP (aggiornabile con una
semplice procedura), o hardware datati possa incontrare, nel tempo, qualche piccolo inconveniente.
Per verificare l'efficienza del proprio sistema, senza ansia se l'esito è negativo, si può semplicemente consultare una delle pagine di test raggiungibili online (
http://test-ipv6.com).
L'IP è un codice numerico assegnato a ogni pc, tablet o smartphone che si colleghi alla Rete, ma il loro numero non è infinito. In regime di Ipv4, la quantità massima di indirizzi a disposizione era di 4,3 miliardi, una cifra che non copre l'attuale numero di abitanti della terra, 7 miliardi circa, e in ogni caso non era in grado di reggere la moltiplicazione di dispositivi mobili capaci di connettersi a Internet. Insomma, sarebbe stato un po' come non avere sufficienti numeri di telefono da abbinare agli apparecchi.
Con il nuovo protocollo, la cifra di IP disponibili sale a quella, degna del patrimonio di Paperon de Paperoni, di 340 sestilioni. Per un po' di tempo, sembra di poter dire, non ci sarà bisogno di nuovi aggiornamenti, anche se il progresso tecnologico degli ultimi anni lascia presupporre una crescita esponenziale delle persone e degli oggetti collegati alla Rete. Non saranno solamente gli uomini a interrogare Internet, ma anche gli oggetti, urbani e casalinghi.
I principali fornitori di servizi Internet si sono ben preparati al passaggio all'IPv6. I campioni del web
Google e Facebook, così come i produttori di hardware quali Cisco, stanno incoraggiando le imprese e gli individui a compiere la transizione, per consentire un dialogo più semplice tra reti e dispositivi. "Le reti attualmente in esecuzione con dispositivi basati su IPv4 non saranno obsolete ancora per qualche tempo" ha spiegato Sampa Choudhuri di Cisco, precisando, tuttavia, che è arrivato il tempo, per aziende e operatori, di “pianificare la transizione verso l'IPv6”, soprattutto per quanti sono in affari con partner già appoggiati a una rete con il nuovo protocollo.
Secondo la stessa Cisco, entro il 2016 saranno circa 18,9 miliardi le connessioni, vale a dire quasi 2,5 connessioni per ogni persona sulla terra. Un appuntamento che, grazie al prossimo upgrade di Internet, non deve più spaventare. Malgrado la sinistra scelta di un tris di numeri famigerato (il protocollo ha il numero 6 e si attiverà il 6/6), che solleticherà la fantasia di qualche appassionato di tesi apocalittiche, quello atteso tra due giorni è un evento che certamente proietta nel futuro e apre un nuovo capitolo dell'era Internet, più efficiente anche su altri fronti, ma è assai probabile che, senza la giusta amplificazione dei media, sarebbe transitato nella vita di tanti utenti a loro insaputa.
