Caro Babbo Natale,
ti penso mentre laggiù in Lapponia prepari le tue renne, accarezzandole sul dorso.Ti penso, antico uomo gioviale e rubicondo, mentre ti occupi degli aspetti logistici della notte della vigilia.Ti penso mentre sorridi leggendo le lunghe lettere dei bambini di tutto il mondo, scritte con quella calligrafia un po' traballante e insicura, ma sincera e precisa, come le anime pure.Ti penso mentre Sali sulla slitta che si innalza come per magia, volando dentro la luna piena.Ti penso durante i tuoi sopralluoghi in giro per il mondo, quando ti travesti da uomo comune e vieni a vedere come ce la caviamo tutto l’anno senza di te.
Caro Babbo Natale, mio papà ha detto che la Coca Cola ti ha fatto diventare rosso, che il tuo vestito un tempo era verde, e che tu sei un’operazione di marketing ben riuscita, anzi la più riuscita operazione di marketing che si sia mai vista.
Io non so cosa sia il marketing, ma sono sicuro che tu sei reale, e non importa se la Coca Cola ti ha cambiato il colore della giacca per vendere più bibite. Vorrei svegliarmi la notte del 24 Dicembre e incontrarti in casa mia. Avrei tanto bisogno di parlare con qualcuno che viene da lontano e che è così vicino agli altri con il cuore, perchè devi sapere che qui da noi accade l’esatto contrario.
Vorrei tirare quella barba bianca come i nipotini fanno con i nonni, vorrei chiederti molto di più di un futile regalo, ma sono un bambino e non posso fare altro. Vorrei che i grandi ascoltassero i più piccoli come fai tu, che ricevi miliardi di richieste e le esaudisci tutte.
Vorrei più rispetto per i dettagli, per i piccoli momenti di quiete in un mondo che corre senza sapere dove sta andando. Vorrei che fosse Natale 365 giorni all’anno.
