Autore Topic: Bandabardò, con ‘Ottavio’ in tour nei palazzetti  (Letto 975 volte)

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Bandabardò, con ‘Ottavio’ in tour nei palazzetti
« il: Ottobre 23, 2008, 09:15:05 am »
Bandabardò, con ‘Ottavio’ in tour nei palazzetti
da kataweb.it
di Katia Riccardi



Video
Sarà la Bandabardò, il 5 novembre, ad aprire la nuova stagione del Live@Kataweb: Erriquez, Finaz, Donbachi, Orla, Nuto, Cantax e Ramon ci hanno raccontato la propria storia, cantandola, regalandola, senza risparmiarsi, come fanno sempre. Ascoltare i loro lavori, sette album compreso il nuovo Ottavio, non basta a comprenderne la potenza. La loro forza è nel live, nei concerti, nell'energia che creano sul palco. E che arriva a ondate sul pubblico che li segue sempre, da sempre, aumentando ogni volta grazie a un potente passaparola. Onde di musica e di visioni da cavalcare, per ballare, tirare fuori, pulire.

Spettinato, con gli occhi brillanti e diretti Erriquez parla in maniera travolgente. Cambia umore come cambia i racconti di una vita e di una carriera sempre in viaggio. Generosa nel suo essere vagabonda, senza la malinconia del circo, senza lo stesso romanticismo forse, ma con il sole di un gruppo di gente in cerca di nuovi incontri e storie, di onde e feste. Loro, insieme, la festa la sanno fare. Amano quelle popolate da persone in grado di divertirsi e di ascoltare. Il loro messaggio gira come le ruote di un pulman accogliente, non chiede niente di più che cercare di vivere il presente. Guardandolo attraverso poesie e canzoni, film discorsi di musicisti e vagabondi. Evitando televisioni e scatole ben confezionate tanto quanto vuote, ferme.

Non è un messaggio rivoluzionario. Non di questi tempi ma lo è perché loro lo portano avanti da anni, sempre lo stesso. Amore, racconti, aneddoti e nuove angolazioni. Punti di vista. Tutto danza rapido sulla musica che mettono insieme le diverse personalità che compongono la banda. Il rock, il folk, il blues. Un po' Modena City Ramblers, un po' Gogol Bordello, un po' di Francia, un po' di centri sociali, di sole, di biglietti di sola andata. Di autostrade e di vita. La Bandabardò è bella e non ha fretta. Fa la sua cosa, si diverte a farla, si stanca di quella stanchezza che fa andare via la voce e lascia che le gambe si allunghino e si riposino su qualsiasi cosa, per un po', prima di ripartire.

Venerdì 24 ottobre parte il primo tour della Banda nei palazzetti italiani. 'Ottavio al palasport', questo il nome scelto, in onore del nuovo album di inediti strutturato come un dramma teatrale. Il debutto è previsto al Palapartenope di Napoli con un biglietto al prezzo fisso di 13 euro. Due ore e mezzo di spettacolo, a proposito di gambe stanche, per seguire la struttura di un disco diviso in tre parti, quasi tre atti, che riproducono sulla scena l'atmosfera del pub, della balera e della spiaggia. E saranno costumi, cambi di scena, saranno pezzi saltellanti e 15 anni della loro storia musicale, da Circo Mangione fino a oggi. Già ospite nell'album, sul palco per la prima volta ci sarà anche il maestro Clemente Ferrari alla fisarmonica e tastiere. Il tour proseguirà il 25 al Palalottomatica di Roma, il 31 al Mandela Forum di Firenze e l'8 novembre al Palasharp di Milano.



LA RECENSIONE
di Fabrizio Galassi

Bandabardò
Ottavio
OnTheRoad/Venus



Quando ascolti un disco della Bandabardò non sai mai se intristirti o ballare sulle sciagure di questo mondo.
Perché la voce di Erriquez è sempre leggera, carismatica, ancora di più quando sfodera il suo accento franco-lussemburghese, a cantare melodie leggere e semplici, quasi eterne, scritte da sempre e cantate da mai.
Ti racconta di Ottavio, della sua vita di innamorato cronico attraverso 14 canzoni suddivise in quattro atti più un gran finale; ma la sua storia è ovviamente quella di tutti noi spettatori paganti di questo circo mangione, succubi dei ‘modelli rappresentati’ (‘Bambine Cattive’), dell’arretratezza culturale (‘Balla Ancora’), dell’avidità (‘O’ Guerriero ‘Nnammurato’), della fede smarrita in un paio di cosce (‘La Ballata di Don Gino’), del bisogno finto di stare in città (‘Viva La Campagna’ di Ferrer).

Tutte illusioni della vita contemporanea raccontate con un approccio antico da teatro di rivista; sotto c’è la musica della Banda che dopo quindici anni di dischi, ma soprattutto concerti, è diventata quasi un logo, qualcosa più di un semplice genere o stile.
La predominanza del ritmo cade sul due e sul quattro, come il folk-rock insegna, poi
liberamente verso la polka, spregiudicatamente Manu Chao (‘Balla Ancora’, la più bella della vita di Ottavio), un po’ di Brassanes (‘La Mauvaise Reputation’) e di conseguenza anche DeAndrè (‘La Ballata di Don Gino’), lo swing coadiuvato dal genio di Bollani che dai tre accordi di ‘La Vedova Begbick’ ne estrae 1.001, un valzerino per sognar e un reggaettino per finir.
La vita di “Ottavio” passa veloce nel lettore, soprattutto se siete avvezzi alle storie della Banda che si dimostra di essere sempre più un gruppo di fricchettoni per quanto riguarda la vita ma conservatori dal punto di vista musicale; ci tengono alla tradizione, al ripetersi degli eventi e degli accordi, ma sempre con grande stile e tanta voglia di bere, fumare e tirar tardi fino all’alba per evitare il collasso.
“Ottavio” dovrebbe essere il disco della maturazione, ma questo bambino Bardò non vuole crescere, cribbio; rischia così di rovinare la poesia del fanciullo che non può durare in eterno e la virtù innocente rischia di trasformarsi in debolezza cronica.

01 Bambino
02 Bambine cattive
03 Timido tango
04 Balla ancora
05 La mauvaise réputation
06 Lilù si sposa
07 O guerriero 'nnammurato
08 La ballata di don Gino
09 Le ballerine
10 Senza parole
11 Viva la campagna
12 La vedova Begbick
13 Porto Cabagna
14 Armistizio

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Se do da mangiare ad un povero, mi dicono che sono un santo, ma se chiedo perchè quel povero è povero, mi dicono che sono un comunista!



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