Autore Topic: 22 anni 7 mesi 9 giorni con il cuore di Francesca ...  (Letto 529 volte)

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Offline garfield

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22 anni 7 mesi 9 giorni con il cuore di Francesca ...
« il: Agosto 21, 2008, 13:18:36 pm »
Terrassa-Conselve
Il cuore della seconda chance per la romana trentunenne Moira Caradonna, che ha vissuto 22 anni, 7 mesi e 9 giorni con l'organo trapiantato di Francesca Gobbato di Conselve, ha smesso di battere.
Non l'aveva fatto il 5 gennaio del 1986, giorno in cui la piccola Francesca, 8 anni, figlia dell'ex sindaco e attuale consigliere di maggioranza di Terrassa Padovana Antonio Gobbato, moriva di aneurisma cerebrale mentre si trovava in montagna con la famiglia. Al grande gesto di generosità dei genitori seguì il primo trapianto cardiaco in Italia, al policlinico Umberto I di Roma, da bambino a bambino. Moira allora aveva infatti 7 anni, a qualche mese dal primo trapianto italiano di cuore in assoluto, eseguito il 14 novembre 1985 dal professor Vincenzo Gallucci a Padova.
Deceduta la settimana scorsa, nel giorno di ferragosto, a Roma, in seguito a complicazioni renali, Moira aveva vissuto i suoi primi vent'anni dal trapianto in buona salute, soltanto negli ultimi tre aveva iniziato ad accusare problemi ai reni ed era quindi sottoposta a dialisi.
«Una morte inaspettata», racconta l'ex sindaco di Terrassa, che ha sempre mantenuto i contatti con la famiglia romana dei Caradonna e che con la moglie si è recato ai funerali della ragazza, tumulata sabato nel cimitero di Prima Porta. «Continuava con qualche difficoltà la sua vita di sempre e il giorno prima si era accordata per una cena con gli amici».
Gobbato riferisce di una cerimonia funebre molto austera e sobria, tenuta secondo il rito dei testimoni di Geova, corrente religiosa a cui appartiene la famiglia Caradonna, nonostante la figlia Francesca, ancora diciottenne, avesse deciso di non abbracciarla.
«Tante volte la gente mi ha chiesto che cosa provassi a vedere un'altra bambina, e poi ragazza, crescere grazie al cuore della mia Francesca confida Gobbato - In realtà si prova poco, alla fine il cuore è un semplice organo, ma un'impressione forte e che conservo ancora con viva memoria è legata alla prima volta che Moira, ad un anno dal trapianto, è venuta a casa nostra, a Conselve. Le diedi, non senza perplessità che fosse in grado di usarla, la bici che era di Francesca, perché ci facesse un giro. Nel vederla poi correre, ebbi come l'inebriante sensazione infantile di constatare che il giocattolo funzionava, che il trapianto era riuscito, che quella bambina, grazie al sacrificio di mia figlia, avrebbe continuato a vivere».
Oltre al cuore, della piccola Francesca erano stati donati anche i due reni, dei quali uno probabilmente ricevuto da una persona della provincia di Brescia, ma rimasta sconosciuta alla famiglia di Conselve, mentre l'altro trapiantato a Gabriella Moschioni, all'epoca trentenne di San Giovanni al Natisone, della provincia di Udine, mancata qualche mese fa, ad aprile. Anche con quest'ultima, i Gobbato hanno sempre mantenuto periodici contatti.
«Rispetto alle previsioni dei medici riferisce ancora l'ex sindaco di Terrassa, paese dove soltanto due anni fa si è svolta la cerimonia Vent'anni... di cuore, organizzata dall'Avis, dall'Aido e dall'Airc locali per ricordare appunto il primo trapianto di cuore da bambino a bambino Moira ha superato negli anni le speranze di vita che le erano state pronosticate. Credo che, essendo stata fra i primi ad essere sottoposti a questo tipo di intervento in Italia, sia ad oggi la paziente che più a lungo è sopravissuta ad un trapianto di cuore».


 

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