Autore Topic: Apple è la più grande minaccia alla nostra libertà?  (Letto 802 volte)

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Apple è la più grande minaccia alla nostra libertà?
« il: Novembre 18, 2010, 17:20:27 pm »
Secondo uno dei più noti intellettuali legati al mondo della tecnologia, Apple è al momento la peggiore minaccia esistente alla libertà della Rete. Pericoli per ora solo ipotetici, ma la vigilanza è sempre necessaria.
Secondo Tim Wu, docente di legge all'Università della Columbia, Apple è la minaccia numero uno alla libertà della Rete. Un grido d'allarme che forse merita un po' di attenzione, considerato da chi proviene. Wu è infatti un personaggio universalmente noto negli ambienti intellettuali legati all'evoluzione della tecnologia. Si deve a lui, per esempio, la nascita e buona parte dello sviluppo  del concetto di Neutralità della Rete (Net Neutrality).

Tim Wu


Wu ha recentemente scritto un libro intitolato The Master Switch: The Rise and Fall of information Empires, nel quale racconta come le grandi aziende abbiano gestito e tentato di controllare il potere sulla Rete. Se alcune hanno finito per fallire, a causa della natura intrinseca del Web, altre sono più minacciose. E la prima della lista è appunto Apple. Dietro c'è Facebook, che però non ha ancora trovato un mentore definitivo, e si barcamena ancora tra Apple e Google.
"La maggior parte dei monopolisti danno vita a un'epoca dorata, che dura un decennio o più. Poi lentamente cominciano a essere sempre più interessanti al potere. AT&T (per esempio) divenne pericolosa quando cominciò a eliminare tecnologie che potevano minacciare il suo dominio", spiega il docente.

The Master Switch - copertina
"Steve Jobs ha il carisma, la visione e l'istinto dei grandi imperatori dell'informazione. L'uomo che ha partecipato alla nascita del personal computer oggi potrebbe essere il principale artefice del suo sterminio. La sua visione è senza dubbio affascinante, ma lui desidera troppo controllo", spiega Wu, riferendosi al fondatore e AD Apple.
"L'uomo che comincia come un grande riformatore spesso finisce per diventare sempre più ossessivo e paranoico. È un ciclo, e di solito i problemi emergono quando il capo sente che il suo potere è minacciato, come accade con i leader politici", aggiunge Wu, certo che Apple finirà per incarnare le tendenze del suo AD, anche dopo che lui se ne sarà andato.

Steve Jobs, prima e dopo la cura


I dettagli sono rinchiusi nel libro - stando alle premesse potrebbe essere per tutti noi un'interessante lettura per le ferie natalizie. L'idea di base è tuttavia legata al concetto di monopolio, e per comprenderla bisogna tenere in conto la posizione di Apple nel mercato statunitense degli Stati Uniti.
Negli USA Apple ha infatti un predominio culturale e finanziario nel mercato della telefonia mobile. Secondo l'autore potrebbe essere determinante, se davvero il grande pubblico dovesse passare in massa a smartphone e tablet, scegliendo così un modello di software basato sulle applicazioni, e delegandone il controllo quasi interamente ai produttori.

Ricorda ragazzo, da un grande potere derivano grandi responsabilità
Apple tuttavia ha fatto più che guadagnarsi una fetta sostanziosa del mercato. Quest'azienda è riuscita a imporre la propria visione, facendosi ammirare e inseguire dai concorrenti. Apple ancora oggi è vista come un simbolo d'innovazione e di svecchiamento. Eppure non si può negare che stia anche acquisendo un potere sempre più grande.
Se è vero che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, infine, vale la pena d'interrogarsi sul comportamento delle grandi aziende che operano in Rete, e che controllano comunicazioni, dati personali e scelte di tutti noi.

Articolo di Tom's Hardware
 


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