Autore Topic: Si fa lavare i glutei dal nipotino: condannata...  (Letto 670 volte)

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Offline garfield

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Si fa lavare i glutei dal nipotino: condannata...
« il: Giugno 20, 2008, 21:30:10 pm »
Niente indulto per la 'zia' sessantatrenne che "maliziosamente" si fa insaponare il fondoschiena da un ragazzino di dieci anni che i genitori del piccolo le affidano di tanto in tanto. L'invito è di natura chiaramente sessuale, mirato a soddisfare appetiti carnali e in grado di turbare lo sviluppo armonico della sfera sessuale del minore: si tratta insomma di violenza sessuale e per questo la Cassazione ha revocato la concessione dell'indulto ad Amelia P., colpevole di essersi fatta insaponare i glutei da un bambino al quale faceva da babysitter, come se fosse una specie di parente.
Adesso, per effetto della decisione di Piazza Cavour - sentenza 25214, Terza sezione penale - è stata ripristinata, nei confronti della donna che sembra uscita da un romanzo al femminile di Nabokov, la condanna ad un anno e 10 mesi di reclusione. Gli 'ermellini', infatti, hanno accolto il ricorso del Pm di Lecce contro la concessione dello sconto di pena ad Amelia, rilevando che il provvedimento di clemenza - varato dal Parlamento nel 2006 - è escluso per questo tipo di reati. Senza successo la 'zia' ha sostenuto che il gesto fatto compiere al minore, mentre lei si faceva la doccia nella vasca da bagno, non aveva "valenza erotica". Ma la Cassazione le ha risposto che "per la parte anatomica sulla quale l'azione del piccolo si è svolta, non può esservi dubbio alcuno che l'invito abbia avuto un movente ed una finalità erotica".
"Si é trattato - dicono i magistrati del 'Palazzaccio' - di un gesto di sicura valenza sessuale in quanto diretto all'appagamento di un istinto sessuale, avvalendosi della collaborazione di un bambino precocemente coinvolto in una esperienza erotica idonea a incidere negativamente sul regolare sviluppo della sua sfera sessuale". Così, con questo verdetto, piazza Cavour ha annullato la sentenza con la quale la Corte di Appello di Lecce, il 25 gennaio 2007, aveva indultato 'zia' Amelia. "La corte territoriale ha errato nell'applicare l'indulto - ammonisce la Cassazione - posto che fra i reati esclusi dal beneficio è compreso quello di atti sessuali con minorenne anche nel caso, come questo, che la vicenda sia ritenuta di minore gravità". Anche la Procura della Suprema Corte, rappresentata da Guglielmo Passacantando, si era espressa per l'annullamento della concessione dell'indulto e per la dichiarazione di colpevolezza di Amelia.
 

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