I giorni scorsi ho ricevuto una telefonata, sapete una di quelle voci sconosciute che fanno pensare ad una televendita oppure ad uno scherzo. Poi alla fine era una signora della parrocchia che dieci anni prima vedeva cambiare il nostro stato civile, e che, a distanza di anni ci invitava (secondo una loro consuetudine) insieme ad altre coppie, a festeggiare giusto oggi, attraverso il rinnovo dello scambio delle fedi nuziali, quelli che sono gli appuntamenti importanti nella vita di due coniugi: i 10, i 25 e per chi ci arriva i 40 e 50 anni di matromonio (quanti ce ne saranno quì intorno).
Sembra strano tornare indietro in un solo colpo di dieci anni, a rivivere sensazioni che, con il correre frenetico della vita quotidiana e con il susseguirsi delle scelte di vita, si teneva parcheggiate in un angolino tranquillo ma gelosamente protette da un allarme satellitare di ultima generazione.
Tornando a casa, ho sentito il bisogno di ricollegarmi a quei momenti così intensi, attraverso la musica e precisamente ho messo su il concerto del 1° maggio del 2000 e .... della nostra vita non dimentichiamo mai quelle emozioni semplici, quella voglia di lottare a pugni chiusi, quella voglia di veder decidere i nostri figli come noi abbiamo avuto modo di fare nei nostri momenti più vivi, senza seguire le linee di uno spot.
La nostra società si mette in bocca parole preziose ma prive di contenuti e vomitandocele addosso pretende di avere la scusante di volerci cambiar vestito perchè il nostro si è sporcato.
La fede, la famiglia, sono parole che appartengono ad ognuno di noi e nessuno, dico nessuno, può appropriarsene.
Quando i "nostri" figli saranno grandi, spero che avranno il coraggio di dire si al momento giusto
e di gridare no quando servirà.