Autore Topic: "Giotto e il trecento", la prima a Roma...  (Letto 594 volte)

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"Giotto e il trecento", la prima a Roma...
« il: Febbraio 13, 2009, 09:49:41 am »
'Sovrano maestro', padre dell'arte europea, capace di unificare l'intero linguaggio espressivo occidentale, Giotto arriva a Roma per la prima grande mostra dedicata alla sua opera. Intitolata 'Giotto e il Trecento', l'importante esposizione porterà al Complesso del Vittoriano 150 capolavori (di cui 20 preziose tavole dell'artista toscano), provenienti dai maggiori musei del mondo. "Una mostra da prima pagina", l'ha definita il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi presentando l'iniziativa alla stampa, che di certo rappresenta una grande sfida e un notevole investimento. La sua realizzazione, ha precisato Alessandro Nicosia, patron di Comunicare Organizzando, ha richiesto ben 3,3 milioni di euro (1,25 solo per la copertura assicurativa). Ad arrivare nella sede espositiva romana saranno infatti opere meravigliose, sculture lignee, codici miniati, oreficerie, ma soprattutto le fragili tavole trecentesche, alcune delle quali sono state restaurate per l'occasione. Questa rassegna, ha spiegato il direttore generale dei Beni architettonici, storico-artistici ed etnoantropologici del Mibac, Roberto Cecchi, "non è una commemorazione, bensì la volontà di una rilettura complessiva di un grande maestro", popolare e celebrato , eppure non conosciuto nella sua complessità.

"A partire dal Giotto architetto, perché in mostra ci saranno spunti interessanti per studi futuri". Il valore di Giotto uscirà dall'esposizione romana ancor più rinforzato, con un approccio critico alla sua produzione che lo pone, ha spiegato il presidente del Comitato scientifico della mostra Carlo Quintavalle, quale punto chiave della storiografia occidentale. Le opere allestite affronteranno i temi della formazione (a Firenze o a Roma?), del rapporto con l'antico e con il mondo gotico, focalizzando in particolare i legami con la Francia. "La lingua di Giotto è quella europea - dice lo studioso - le sue volumetrie, l'espressività sono quelle delle cattedrali francesi, trasformate dal suo genio". 'Giotto e il Trecento', ha aggiunto il curatore Alessandro Tomei, analizzerà anche la presenza del maestro nelle maggiori città italiane, da Roma a Firenze, da Napoli a Milano. Qui le testimonianze sono scomparse, ma gli storici le hanno ricostruite attraverso la documentazione e le influenze nelle opere dei contemporanei. "Dove Giotto è andato - ha spiegato il curatore - l'espressione artistica è cambiata". Ecco dunque, dopo la dimensione europea, quella nazionale, il suo ruolo di assoluta supremazia, in quanto, come Dante, "Giotto è il primo a fondare la struttura linguistica della pittura del '300''. A ribadire questa teoria, condivisa dai maggiori studiosi, le opere di Cimabue, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Giovanni Pisano, Arnolfo di Cambio, ma anche una postazione virtuale che consentirà di ammirare i più celebri cicli pittorici di Giotto, nonché (supportati da Enit) degli itinerari giotteschi nelle città che lo ospitarono. Ma quello che arriverà al Vittoriano, saranno soprattutto le radici cristiane, la testimonianza, attraverso il suo genio, della "feconda alleanza tra arte e fede - ha concluso il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Monsignor Gianfranco Ravasi - di cui Giotto è uno dei grandi esegeti".
(di Nicoletta Castagni)
 

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