Autore Topic: "Io, studentessa prostituta a Berlino"...  (Letto 731 volte)

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Offline garfield

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"Io, studentessa prostituta a Berlino"...
« il: Agosto 05, 2008, 22:33:57 pm »
 Da piccola sognava di diventare scrittrice, ma quando giunse il momento di andare all'università i soldi non bastavano mai e per mantenersi durante gli studi a Berlino decise di prostituirsi part-time: oggi, all'età di 25 anni, una giovane ragazza italiana racconta le sue esperienze di vita in un libro appena uscito in Germania.
Sonia Rossi, questo il nome della donna, arrivò nella capitale cinque anni fa da un piccolo paese in Italia. All'inizio non conosceva nessuno, scrive oggi la stampa tedesca, e per sbarcare il lunario cominciò a lavorare come cameriera nei ristoranti della città, con l'obiettivo di iscriversi alla facoltà matematica dell'Università Humbolt. Ma i soldi guadagnati ai tavoli erano sufficienti a malapena a pagare l'affitto e Sonia non era abituata a fare sacrifici: a casa, dai genitori, non era mai mancato niente, racconta al tabloid tedesco BZ. Quindi, studentessa durante il giorno e prostituta part-time di notte: una vita che è durata tre anni, il tempo di finire gli studi. Il titolo delle sue memorie è alquanto eloquente: 'Fucking Berlin' (Fottendo Berlino), edito da Ullstein (265 pagine, 8,95 euro). "Odiavo essere perennemente al verde - spiega al quotidiano popolare -. Da bambina non mi mancava niente, non sono abituata a risparmiare".
La via della prostituzione, presa in modo del tutto autonomo -sottolinea - è arrivata prima attraverso un lavoro come spogliarellista online e poi come massaggiatrice in un centro di estetica della capitale. In Germania la prostituzione è legale se le donne lavorano senza sfruttatori, pagando le tasse e versando l'Iva. Sonia lavorava in un bordello della capitale e nel libro ricorda tra l'altro che le sue colleghe erano soprattutto giovani mamme single che al mattino lasciavano i figli all'asilo nido per prostituirsi durante il giorno. "Alcuni bordelli offrono esclusivamente i servizi di studentesse", spiega Marion Detlefs, del sindacato delle prostitute di Berlino, al quotidiano Berliner Kurier.
Nella capitale, secondo le stime, fino a 8.000 signore si dedicano al mestiere più antico del mondo, con un fatturato annuo di circa 300 milioni di euro. E dall'inizio di quest'anno un nuovo regolamento ha reso obbligatoria anche la cassetta di pronto soccorso, oltre a sapone e preservativi, tra i requisiti necessari per ogni abitazione adibita a bordello Oggi Sonia ha un figlio di due anni e se dovesse tornare indietro rifarebbe esattamente la stessa cosa: "Questo è un lavoro molto lucrativo per qualsiasi donna capace di superare le proprie inibizioni", spiega al Berliner Kurier.
A volte si guadagnava 30 euro a notte, a volte 200, e in tre anni di lavoro le storie da raccontare non mancano. Come quella volta in cui un padre di famiglia, mentre la moglie parcheggiava l'auto in strada, è salito nell'appartamento-bordello per una "sveltina" da 30 euro. O quando il proprietario di una galleria d'arte di New York si innamorò di una sua collega. O, ancora, quando un pensionato che di tanto in tanto visitava il bordello - ma solo per "palpare" con un sottofondo di musica jazz e un bicchiere di vino rosso - fu colpito da un infarto. In quell'occasione, ricorda Sonia, un intero gruppo di squillo fece i turni per fargli compagnia in ospedale.
 

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Offline luna rossa

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Re: "Io, studentessa prostituta a Berlino"...
« Risposta #1 il: Agosto 06, 2008, 19:08:55 pm »
 :sedia: :sedia: :sedia: :sedia: :sedia: :sedia: :'( :'( :'( :'( mi solo pietà


il mio regno non è di questa terra
 


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