Autore Topic: A quarant’anni dalla morte di Jim Morrison: le porte della percezione  (Letto 1103 volte)

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A quarant’anni dalla morte di Jim Morrison: le porte della percezione
Esce 'When you’re strange', film documentario sui Doors

di Maurizio Iorio



“Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito”. La leggenda vuole che Jim Morrison si fosse ispirato a questi versi di William Blake per dare il nome alla sua band, The Doors, per l’appunto.

In realtà si basò su una memoria psichedelica di Aldous Huxley, “ Le porte della percezione”. A quarant’anni dalla scomparsa del “Re Lucertola”, arriva in Italia il documentario “When you’re strange”, scritto e diretto da Tom DiCillo (“Johnny Suede”, “Delirious”), una video-biografia della band californiana, dalla genesi nel 1965 fino alla morte del suo leader, avvenuta il 3 luglio del 1971.

Il film sarà lanciato in tutt’Italia il 21 giugno, in sale attrezzate con il digitale, per essere poi programmato in prima tv il 3 luglio su Studio Universal, ed infine immesso sul mercato dell’home-video il 6 luglio.

La versione italiana si avvale della voce narrante (ma un po’ troppo recitante) di Morgan (Johnny Depp in quella originale), che nella conferenza stampa di presentazione ha sintetizzato, ancor meglio del film, il tratto saliente della controversa personalità di Jim Morrison: “La sua gentilezza mi ha sempre toccato il cuore. Era un buono, E’ stato ingiustamente descritto come un violento, un esagitato, un ceffo da galera. Invece possedeva un grande carisma, aveva un qualcosa di cristologico. E’ stato ingiustamente crocifisso”.

Il documentario di DiCillo, presentato al Sundance film festival nel 2009 e vincitore del Grammy Award 2010 come Best long form music video, rende in parte giustizia alla controversa storia dei Doors e di Jim Morrison, le cui questioni personali (droga, alcool e bravate varie) hanno pesato sulla carriera della band, spesso influenzando in negativo il giudizio dell’opinione pubblica.

“When you’re strange”, ricco di spezzoni inediti (alcuni tratti dai film girati da Morrison e Manzarek quando frequentavano la scuola di cinematografia dell’Ucla, a Los Angeles), di interviste, di backstage, di spezzoni di concerti, montato con molta perizia, riesce a fornire un’immagine equilibrata della storia della band, immersa nel difficile contesto storico dell’epoca: gli assassini di Robert Kennedy e Martin Luther King, la guerra in Vietnam, i quattro studenti uccisi dalla polizia alla Kent State University, il maccartismo di ritorno contro il movimento hippie e gli esponenti della controcultura.

La contestualizzazione è la chiave di volta per capire il senso di una musica e di una poesia che potevano essere solo figlie di quell’epoca, ma che hanno superato a pieni voti la prova del tempo, ed ancora oggi sono fonte di emozioni e conoscenza. “When you’re strange” non aggiunge né toglie nulla ad una storia indagata fin nelle sue pieghe più profonde, ma riesce a far comprendere, a chi non ha vissuto in prima persona quegli anni, le ragioni di un successo che forse andò oltre gli stessi meriti artistici della band.

La figura di Jim Morrison riacquista una umanità perduta, mostra una fragilità umana ed un vuoto esistenziale che la fama ed il denaro non erano riusciti a riempire. La sua morte, avvenuta in circostanze ancora misteriose a Parigi, a 27 anni (come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain), decretò non solo la fine dei Doors, ma anche quella di un’epoca.

Con la scomparsa del gran cerimoniere (“Is everybody in? The cerimony is about to begin!”, così apriva i suoi concerti) il rock perse di colpo la sua spinta propulsiva, artistica, sociale e politica. Sarà Francis Ford Coppola, nel 1979, in “Apocalypse Now”, a ricollegare di nuovo la loro musica (“Questa è la fine, la mia sola compagna” , da “The end”) con le immagini dell’epoca (la sequenza del bombardamento con il napalm, nella guerra del Vietnam).

Fonte TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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