Autore Topic: Bon ton, un'arma per vivere meglio  (Letto 481 volte)

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Offline ninfea

Bon ton, un'arma per vivere meglio
« il: Maggio 11, 2012, 07:15:24 am »

Al tempo della crisi torna di moda la buona educazione: è boom di corsi e di libri sull'argomento


Sarà l’effetto paradosso, sarà che si è stanchi della tolleranza zero, dell’eccesso di violenza, della maleducazione imperante. Fatto sta che mai come oggi ci si ritrova in carenza di bon ton. Negli uffici, a tavola, in viaggio, con gli amici, ci si ritrova a recuperare usi che sembravano datati. Chi non sa, chiede aiuto, chi sa, dispensa consigli, scrive articoli, pubblica libri, apre corsi a tema.

Addirittura la buona educazione diventa argomento economico tanto che le Monde Economique, a firma di Myriam Hoffman, discettando sulla crisi, plaude all’iniziativa di una grande banca privata che ha indetto una serie di seminari sull’immagine (abbigliamento, trucco, capelli, etichetta) perché prendere coscienza di sé attraverso la propria immagine risponde a bisogni che certi settori economici riconoscono, rivendicano e ammettono.

Dunque un comportamento adeguato favorisce un buon percorso professionale. Così, quando si chiede a Miuccia Prada come bisogna vestirsi per fare carriera, lei risponde: «Studia. Te stessa, la moda, il cinema. E capirai quali sono i vestiti che ti servono per esprimere la testa».

Ma chi chiede consigli sul bon ton? «L’interesse è trasversale: giovani impiegate, studentesse, signore d’età, casalinghe - dice Bianca Toesca che con la figlia Fosca e con il suo studio Easyeventi ha inaugurato a Torino una serie di seminari sul saper vivere -. L’idea è nata parlando con un mio amico diplomatico che mi suggeriva di fare corsi per aziende. Noi abbiamo allargato il tiro, spieghiamo come apparecchiare una tavola, come ricevere gli ospiti, come affrontare un imprevisto e anche come essere perfette in ufficio e in un pranzo di lavoro. Le persone che vengono si interessano anche ad aspetti che sembravano dimenticati: abbiamo istituito un corso nel corso “Il rito del tempo meridiano” con Claudia Lotta, diplomata sweet designer a Londra, sul come preparare un tea e servirlo. Piace moltissimo».

A proposito di codici di comportamento, tutti i gusti sono soddisfatti. L’Official ha appena pubblicato un vademecum d’etichetta con Miss Protocole, alias Marie-Claude Métrot, che ha riportato di moda le buone maniere. Bernard Arnault, i Brangelina e il rapper 50 Cent giurano di essersi rivolti a lei per avere consigli. Ma fanno scuola anche Inès de la Fressange, libri storici come «How to dress for success» di Edith Head o la bibbia del guru inglese dei party, Liz Brewer, «Ultimate guide to party planning & etiquete», o i consigli di Carlo Rossella.

Eppure c’è chi giura che il bon ton non si impara. Beppe Modenese, riconosciuto come uno degli uomini più eleganti del pianeta, non ha incertezze. «La buona educazione o la si ha, o no. Certo non si impara. Oggi più che mai è un patrimonio indispensabile per vivere. Per non rischiare di sembrare datati però bisogna distinguere tra educazione e snobismo; il primo è rispetto di se stessi e degli altri, il secondo è superato».

Esistono dei trucchi? «Il trucco è già uno sbaglio. Le buone maniere sono spontanee, naturali. Sono un retaggio familiare, usufruirne è un privilegio». Gli esperti comunque suggeriscono di adottare i codici borghesi, antidoto all’ineleganza dilagante. La buona educazione stempera l’aggressività propria e altrui e consente di vivere la vita con più facilità, dice Lina Sotis, maestra in materia. Male che vada conviene fare come Nadine de Rothschild che, nata non bene ma sposata benissimo, apprese i fondamentali prendendo appunti quando era ospite in case raffinate.

:ciao:
                                  
 


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