Autore Topic: Acquedotti romani: l’Aqua Traiana sbarca negli Stati Uniti  (Letto 383 volte)

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Offline ambarambacicicoco

Acquedotti romani: l’Aqua Traiana sbarca negli Stati Uniti
« il: Febbraio 20, 2012, 14:19:47 pm »
Acquedotti romani: l’Aqua Traiana sbarca negli Stati Uniti
Straordinaria scoperta nell'Alto Lazio alla ribalta internazionale

di Rodolfo Fellini
(r.fellini@rai.it)


Gli antichi Romani si vantavano, e a ragione, di aver costruito opere utili per la collettività e durevoli nel tempo. Ciò vale anche per l’Acquedotto di Traiano, che per 57 km costeggia il Lago di Bracciano e attraversa i quartieri occidentali di Roma fino a raggiungere Trastevere e, da qui, l’intera città. Inaugurato nel 109 d.C., il decimo acquedotto dell’Urbe è ancora visibile in numerosi tratti. Lo stato di conservazione non sempre è all’altezza della sua importanza, poiché le istituzioni gli hanno riservato attenzioni piuttosto alterne. Oggi, a quasi due millenni dalla costruzione, la grotta artificiale posta all’origine della prima sorgente dell’acquedotto viene messa a rischio dalle radici di alcuni alberi. La scoperta del ninfeo risale a due anni fa, quando sotto la chiesa paleocristiana di Santa Fiora, nel Comune di Manziana, due documentaristi britannici, Mike e Ted O’Neill, individuarono i resti di una volta, con tracce di affrescature di color blu egizio. L’esplorazione ha portato poi alla scoperta di una cappella dedicata al dio delle acque o alle ninfe, con annessi due laghetti che captavano l’acqua della sorgente e la convogliavano verso i cunicoli i quali, a loro volta, andavano a sfociare nel canale principale. Ora il ninfeo e l’acquedotto, di cui esso costituisce il “Caput Aquae”, si sono guadagnati la copertina di “Archaeology”, la più prestigiosa e diffusa rivista di archeologia pubblicata negli Stati Uniti. E a breve, il lavoro televisivo degli O’Neill sarà trasmesso dalla tv americana. Sotto il titolo “L’acquedotto perduto dei Romani”, l'articolo del giornale ripercorre la storia del monumento e sottolinea l’importanza del ritrovamento. Il ninfeo che sorge sotto Santa Fiora è il meglio conservato tra tutti i “Caput Aquae” degli acquedotti romani, e l’unico potenzialmente visitabile. Esso offre un mirabile esempio dell’architettura e dell’ingegneria degli antichi Romani, con volte a crociera, opere in laterizi e in reticolato. Unica difficoltà: esso sorge su un terreno privato e non è sottoposto a vincoli monumentali, archeologici o ambientali.

 

Ted O’Neill è uno dei documentaristi inglesi protagonisti della scoperta. In questi giorni sta ultimando una serie di film sugli acquedotti romani, che dovrebbero essere trasmessi anche in Italia.

 

Come mai il ninfeo è rimasto segreto così a lungo?
Non era segreto alla popolazione locale, ma non è mai stato riconosciuto come la sorgente dell’Aqua Traiana. I grandi archeologi dell’800 e del ‘900 Rodolfo Lanciani e Thomas Ashby non lo conoscevano. Noi siamo riusciti a individuarlo dopo molte ricerche, compiute nella Biblioteca dell’Archeologia e Storia dell’Arte a Roma.

 

Come sono i rapporti con il proprietario del terreno?
Ai tempi dei Augusto, i terreni posti a 100 metri a destra e a sinistra gli acquedotti erano indefinitamente da considerare patrimonio pubblico. Ma temo che la legge non sia più in vigore, scherza O’Neill. Il monumento appartiene al popolo italiano, ma il proprietario del terreno ha i diritti d’accesso perché per raggiungerlo si deve attraversare il suo possedimento, che fa parte una zona agricola. Il proprietario si è detto in principio disponibile all’esproprio, ma non a qualsiasi prezzo. Le trattative con il Comune di Manziana, nella persona delll’ex sindaco Lucia Dutto, sono state avviate nel 2010, ma non sono andate a buon fine. L’amministrazione proponeva per di acquistare il terreno al doppio del suo valore di mercato, tuttavia la controparte non ha accettato. Il proprietario comunque non ha dimostrato alcuna sensibilità dopo la scoperta, tanto che ha impedito l’ingresso agli architetti dall’Università di Bologna, incaricati di fare dei rilievi nel monumento. Lui possiede anche il terreno con l’acquedotto sottostante, nonché la Piscina Limaria – il serbatoio romano sopra al quale ha costruito una casa - ed il chiusino d’acqua costruito dal Duca Odescalchi nel 1718 per portare l’acqua di Santa Fiora a Bracciano.




In che condizioni versa il monumento?
Da due anni non abbiamo potuto più accedere al sito il quale, all’epoca delle nostre ricerche tra il 2009 e il 2010, era minacciato da diversi alberi. Il grande fico che si trovava sopra la grotta è stato tagliato, ma le radici, sia del fico che degli altri alberi, continuano a nutrirsi del calcio dalla muratura romana. Oggi sarebbe importante che un restauratore potesse applicare un forte collante, capace di consolidare l’intonaco romano e preservare la vernice di color blu egizio. Il tutto è già molto friabile, tanto da sbriciolarsi tra le dita.

 

Asssieme alla Provincia di Roma e a diverse istituzioni accademiche avete scritto al ministro per i Beni culturali Ornaghi. Che cosa gli avete chiesto?
Abbiamo chiesto che sia posto un vincolo al terreno, in modo da agevolare le procedure di esproprio da parte del Comune. Un vincolo posto dalla Soprintendenza ai beni archeologici può costituire infatti un elemento di grande importanza se l’iter per l’esproprio dovesse finire davanti a un giudice. L’ex sindaco aveva chiesto un contributo di 20.000 euro alla Provincia per salvaguardare il sito di Santa Fiora e proposto di pagare un affitto ai proprietari del ninfeo per eseguire i lavori di salvaguardia. Ma, perché il denaro pubblico possa confluire, il terreno deve essere espropriato.

 

E’ possibile che attorno al ninfeo ci siano altre opere?
La zona di Santa Fiora potrebbe diventare uno dei siti archeologici più interessanti da esplorare nei prossimi 20-25 anni. Secondo il professor Lorenzo Quilici dell’Università di Bologna, che lo ha visitato, intorno al sito sorge un complesso monumentale grandioso come il Canopo di Villa Adriana a Tivoli. Tra tutti gli acquedotti romani, poi, questo sarebbe l’unico con la sorgente visitabile. Oggi, peraltro, si può vedere solo una minima parte del monumento: il complesso contiene diversi altri vani che oggi non si vedono, e davanti al ninfeo dovrebbe sorgere una piscina a forma di croce. Questo era un grande luogo di culto pagano, che va assolutamente portato in mani pubbliche, sia per preservarlo che per esplorarlo.

Nel frattempo, per dissidi in seno alla maggioranza, Manziana è rimasta senza sindaco e al suo posto si è insediato un commissario ad acta. Dal sindaco e dalla giunta che scaturirannno dalle elezioni della prossima primavera dipenderà in gran parte il destino di un’area archeologica che insigni studiosi, italiani e stranieri, definiscono di straordinaria importanza.

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Fonte TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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