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L'istat fotografa l'Italia, ecco il rapporto 2007...

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garfield:
Il 14,6% delle famiglie italiane arriva "con molta difficoltà alla fine del mese", il 28,4% non riesce a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro e il 66,1% dichiara di non riuscire a mettere da parte risparmi. E' quanto emerge dal rapporto annuale dell'Istat che, in base ai dati 2006 (gli ultimi disponibili), sottolinea come la percentuale di famiglie che trova difficile sbarcare il lunario ogni mese sia aumentata anche al Nord (10,7% contro il 9,9% dell'anno prima), area dove i redditi sono in media più alti che nelle altre zone del Paese.

IL 13% HA UN MUTUO: RATA +100 EURO IN 2 ANNI - Il 13% delle famiglie italiane ha un mutuo e paga una rata di 559 euro al mese in media. L'istituto di statistica riscontra un andamento in aumento non solo per la percentuale di famiglie che si è fatta carico di un mutuo per comprare casa (era il 12% nel 2004) ma anche per la rata, lievitata di quasi 100 euro in due anni.

REDDITI, SCESI SOTTO LA MEDIA UE - Il calo della produttività ha trascinato al ribasso anche i redditi e gli italiani, un tempo più ricchi della media europea, sono scesi in sette anni sotto il livello medio, colpiti da un generale impoverimento. A causa dell'insufficiente dinamica della produttività, infatti, l'Italia ha subito tra il 2000 e il 2006 un grave quanto unico impoverimento complessivo rispetto ai paesi dell'Ue: "il valore del reddito per abitante che nel 2000, misurato in parità di potere d'acquisto, era di 4 punti percentuali superiore alla media dell'Ue15, è caduto nel 2006 a un valore di 8 punti inferiore alla media".

DISOCCUPAZIONE GIU', MA AUMENTANO I RINUNCIATARI - Il tasso di disoccupazione continua a diminuire in Italia tanto che nel 2007 i disoccupati sono scesi a 1,5 milioni di persone (circa un milione in meno di dieci anni fa). Tuttavia al calo non corrisponde un aumento significativo dell'occupazione bensì "un allargamento dell'inattività, dovuto alla rinuncia a cercare attivamente un lavoro".

BIGGERI, PAESE E' LABIRINTO, INCERTEZZA MA MOVIMENTO - In Italia "si avverte un senso di incertezza ma anche di movimento". Così il presidente dell'Istat, Luigi Biggeri. "Ci sono delle persone in una piazza, la cui pavimentazione ricorda un labirinto, alcune di queste sono ferme, altre in movimento, alcune appaiono ben definite, altre fuori fuoco. Si avverte un senso di incertezza ma anche di movimento; un senso di agitazione ma non una direzione definita".

PERCEZIONE INSICUREZZA, BOOM TRA 2003 E 2006 - La percezione d'insicurezza degli italiani ha avuto un boom negli anni tra il 2003 ed il 2006, portando dal 27,4% al 34,6% le famiglie che ritengono di vivere in una zona molto o abbastanza a rischio. Il rapporto segnala anche che "in realtà dall'inizio degli anni '90 molte tipologie di reato, come i furti, hanno registrato un andamento decrescente. Anche gli omicidi sono diminuiti: tra questi e' in aumento soltanto lo specifico segmento degli omicidi che si consumano in famiglia". Mentre il tasso di borseggi ed altri reati contro il patrimonio è più elevato di quanto non fosse negli anni '50-'70.

IN ITALIA 1,3 MLN TRASFERIMENTI L'ANNO, MOLTI STRANIERI - La popolazione italiana si distribuisce nei sistemi locali dei comuni di maggior ampiezza demografica o in quelli confinanti e nei sistemi manifatturieri del centro nord; nel Mezzogiorno c'é meno popolazione urbana. Oltre i due terzi della popolazione risiede nei sistemi locali con più di 100 mila abitanti. L'invecchiamento della popolazione è molto variabile sul territorio: a livello nazionale, al 1 gennaio 2007, si registrano 139,9

L'89% DEGLI ASSASSINI DI ITALIANI E' ITALIANO - Gli stranieri indagati per aver ucciso un cittadino italiano nel 2006 sono stati il 10,6 per cento del totale. Lo si legge nel rapporto annuale dell'Istat. Il numero di stranieri indagati per omicidio nello stesso anno è significativamente più alto, il 32 per cento, ma il 21,4 per cento delle vittime erano anch'esse straniere. Gli stranieri non clandestini ma che sono in Italia con regolare permesso di soggiorno non commettono più reati degli italiani. Gli stranieri regolari denunciati sono l'1,9 per cento del totale degli stranieri presenti in Italia.

NEL 2007 ROMENI AUMENTATI 3OOMILA UNITA - I cittadini romeni sono aumentati di quasi 300 mila unità nel 2007 raggiungendo quota 640 mila e rappresentano la comunità prevalente nel Lazio (76mila, pari al 23%).I residenti provenienti dai paesi dell'Est europeo, neocomunitari o meno, contano per circa la metà di tutti gli stranieri residenti. Tra gli occupati presso le imprese i romeni sono i più numerosi e le donne di questa nazionalità prevalgono nei servizi alle famiglie accanto alle cittadine ucraine. Tra gli stranieri che si sono sposati dopo la regolarizzazione (oltre 88 mila), i romeni hanno mostrato una elevata propensione al matrimonio: 24 mila, pari al 41% dei non coniugati al primo gennaio 2004.

ALUNNI STRANIERI SFONDANO QUOTA 5OO MILA - Dopo essere più che raddoppiati negli ultimi cinque anni scolastici, nel 2006-2007 gli studenti stranieri hanno superato quota 500 mila, pari al 5,6% del totale degli studenti.

BIGGERI, SIAMO IN DIFFICOLTA',MA OTTIMISTI CON PRUDENZA - "No vi è dubbio - prosegue Biggeri - che siamo in un momento di difficoltà economica con investimenti e consumi delle famiglie che sono fermi o in regresso. Affinché tornino a crescere e aumenti il reddito disponibile delle famiglie, occorrono interventi energici". Pur essendo una delle economie più avanzate del mondo, ha continuato Biggeri, l'Italia "é frenata nel suo sviluppo da vincoli strutturali che richiedono interventi di ampio respiro", anche perché gli aumenti di petrolio e cereali "hanno un impatto forte sui margini delle imprese e sul potere di acquisto delle famiglie". Secondo Biggeri "é importante riuscire a migliorare i conti della pubblica amministrazione, riducendo come è necessario la pressione fiscale". Bisogna "spezzare le spirali del ritardo di sviluppo, favorire la diffusione dei comportamenti virtuosi soprattutto a livello di sistema locale del lavoro e accelerare i processi che stanno ridisegnando la geografia economica e sociale del Paese". Il rapporto dell'Istat sottolinea infatti non solo il dualismo nord-sud, ma anche quello tra le imprese che hanno saputo reagire al declino e che consentono di essere "prudentemente ottimisti" dal punto di vista economico, e le aziende che ancora non investono su prospettive di crescita e che non colgono gli stimoli della modernizzazione.

ridethesnake:
Già mi immagino il tipo di "rapporto" del 2008.... :-X

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