Tripadvisor multata dal Garante: informazioni ingannevoli
23 dicembre 2014
(http://media.altroconsumo.it//images/EFD4B3E83A15321521583523CA52533906DE6E31/h113-w250-c4/tripadvisor-multa.jpg)
Recensioni autentiche e genuine? Non sempre, ma è ciò che il noto sito di recensioni turistiche e gastronomiche lascia intendere ai suoi utenti. È quanto ha stabilito l’Antitrust a chiusura di un procedimento che ha visto anche una multa da mezzo milione di euro al sito.
In quanti abbiamo consultato Tripadvisor prima di scegliere un albergo o un ristorante, convinti che il sito vigilasse scrupolosamente su ogni recensione lasciata dagli utenti. Purtroppo l’Antitrust ha appurato che le false recensioni sono numerose sulla nota piattaforma di recensioni turistiche e che Tripadvisor fa ben poco per contrastarle.
Recensioni davvero autentiche?
L’Agcm ha, infatti, inflitto una multa da 500.000 euro al sito per pratica commerciale scorretta, consistente nella “diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni”, pubblicate adottando strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni. In particolare, TripAdvisor pubblicizza la propria attività mediante messaggi commerciali che enfatizzano il carattere autentico e genuino delle recensioni, inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili in quanto espressione di reali esperienze turistiche.
Consumatori ingannati
Secondo l'Agcm, queste pratiche violano il Codice del Consumo, “risultando idonee a indurre in errore una vasta platea di consumatori in ordine alla natura e alle caratteristiche principali del prodotto e ad alterarne il comportamento economico”. Il provvedimento dell'Agcm serve a evitare che i consumatori facciano le proprie scelte sui servizi resi dalle strutture turistiche ricercate sul Tripadvisor, basandosi anche su informazioni pubblicitarie non rispondenti al vero. Entro 90 giorni Tripadvisor dovrà comunicare quali interventi intende mettere sul campo per rispettare il divieto di continuare a diffondere informazioni ingannevoli.
Dal sito di Altroconsumo