Autore Topic: Rossoneri o nerazzurri, svelato il segreto delle maglie...  (Letto 769 volte)

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Rossoneri o nerazzurri, svelato il segreto delle maglie...
« il: Gennaio 01, 2009, 10:41:44 am »
(di Chiara Carenini)

La Juventus? Club blasonatissimo che un tempo era povero in canna. Così povero che le magliette bianconere furono acquistate a stock, ovviamente usate, dal North County, Nottingham. Prima le divise degli 11 studenti torinesi dello Sport club Juventus erano rosa: le mamme comprarono qualche metro di percalle e le cucirono, ma al primo lavaggio stinsero diventando cenci importabili.

E', questa, una delle rivelazione di 'Tutti i colori del calcio. Storia e araldica di una magnifica ossessione' (ed. Le Lettere) scritto da due studiosi fiorentini Sergio Salvi e Alessandro Savorelli i quali, pur rivendicando la loro solidissima fede viola, affermano che quanto sta scritto nel libro è assolutamente frutto di studi storici, araldici, antropologici. Il libro verrà presentato al Museo del tessuto di Prato il 7 gennaio e annuncia diverse curiosità.

Un esempio: il Milan, fondato da un nobile inglese profondamente anticlericale, scelse il rosso e il nero perché "colori diabolici". L' Inter gli fece dispetto e al rosso sostituì il blu, che nella scala cromatica è più forte. La Roma ha i colori imperiali dell'oro e del rosso porpora mentre il Lecce, che pure è giallo-rossa, si porta appresso niente meno che lo stemma degli Aragona.

La Fiorentina è viola perché Giovanni non aveva le Bande nere, ma bianche e viola, mentre la Sampdoria per non scontentare nessuno ha fuso i colori dell'Andrea Doria a scacchi bianchi e blu e quelli della Sampierdarenese a strisce orizzontali rosse e nere. Oggi hanno una striscia unica perché devono risparmiare. Il Genoa, per lo stesso prosaico motivo, ricicla il simbolo del grifone, araldo della città della Lanterna. Le divise dei moderni club si rifanno alle armature dei cavalieri e al Medio Evo.

E ai giochi di strada si rifà il calcio, figliastro traditore del rugby. Così traditore che ha invertito il senso dei 'pali' e cioé delle righe: se papà rugby le ha orizzontali, il soccer (termine spregiativo usato dai rugbisti) le ha verticali. Qualcuno, ultimamente, ha avuto la pessima idea di fare maglie con le spirali o con disegnini optical che pastrocchiano i colori in video: il senso di nausea ingenerato tra i telespettatori - affermano gli studiosi - hanno consigliato di cambiare atteggiamento.

Dunque la 'magnifica ossessione' per 11 "uomini in mutande" come li definì Bromberger, antropologo francese che parlò del calcio come un miscuglio di etica e spettacolo comico, ha radici antiche anche per quel che riguarda la divisa, vero simbolo di appartenenza, bandiera, insegna del contingente ma non solo: tutto ciò che ruota attorno e sta dentro un club ha radici vecchie come il cucco: il rituale del togliersi la maglia per esultare (con relativo sfoggio di pettorali, canottiere con messaggi religiosi, affettivi, politici, scaramantici) è identico a quello dei calcianti che sventolavano la bandiera al momento della caccia. Anche i relativi schiaffoni sugli spalti tra tifoserie avverse, provocati da questo gesto, sono identici. Resta l'arbitro, che recentemente sfoggia tenute color giallo-evidenziatore o più propriamente nero cornacchia. Sul punto, gli studiosi non si soffermano.
 

chi lotta può perdere...
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