Guida: Come trasformare un vecchio computer in un server dedicato al P2P
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belfagor:
Come trasformare un vecchio computer in un server dedicato al P2P
Introduzione
Benvenuti! Questa guida illustra passo-passo come riutilizzare un vecchio computer, trasformandolo in un server domestico dedicato al P2P. In parole povere un server altro non è che un computer sempre acceso che si occupa di svolgere dei compiti automaticamente, nel nostro caso scaricare e condividere file. Il fatto di ricorrere a un altro elaboratore per il P2P oltre a quello che usiamo solitamente ha alcuni preziosi vantaggi:
•Minor consumo energetico
•Condivisione e download dei files attivi 24 ore su 24
•Zero manutenzione (o quasi)
Inoltre è possibile sfruttare il server per una marea di altri compiti: pubblicazione del proprio sito personale, backup e sincronizzazione, media center, condivisione di stampanti e internet, access point wireless e molto altro. Il tutto senza dover ricorrere al computer principale.
Per motivi di consumi e ingombri il server non avrà ne schermo ne tastiera (sebbene li utilizzeremo durante la preparazione), inoltre non avrà un'interfaccia grafica ma verrà gestito interamente tramite riga di comando da un altro computer. La cosa non deve spaventare, la guida ci indicherà passo-passo le operazioni da compiere ed è ben comprensibile anche da chi non ha mai utilizzato la riga di comando.
Più in dettaglio il server verrà dotato del sistema operativo Ubuntu 11.10 LTS Server QUI , noto per la sua affidabilità, leggerezza e semplicità. Su questa base funzioneranno aMule (cugino multipiattaforma di eMule), un servizio per la condivisione di file (Samba) e un servizio per la gestione remota (SSH).
Alla fine della guida sarà possibile gestire i propri downloads semplicemente tramite un browser come Firefox e i propri file da una cartella condivisa.
Buona lettura! ;)
Fase 1: Preparazione
Per prima cosa dobbiamo procurarci (o costruire se ne siamo capaci) il computer che funzionerà da server. Non è necessario che sia di ultima generazione, ma se abbiamo la possibilità di scegliere prendiamo un portatile: ingombra, scalda e consuma poco. I requisiti minimi per il sistema che andremo a costruire sono 128MB di RAM e almeno 500MB di spazio su Hard Disk. Ovviamente deve essere funzionante, quindi verifichiamo che si accenda con il sistema operativo già presente, che si connetta correttamente ad internet e che non ci siano problemi generali.
Importantissimo: se ci sono dati importanti sopra, copiamoli da qualche parte perchè dovremo fare tabula rasa.
Fase 2: Installazione del sistema operativo
Prima di cominciare è bene connettere il server al router (o al modem) direttamente tramite cavo ethernet: così facendo infatti l'installazione rileverà la connessione e svolgerà gran parte del lavoro in automatico. Poco importa se non è il collegamento che vogliamo, tanto si potrà cambiare ad installazione avvenuta. L'importante è che per il tempo necessario all'installazione del sistema il server non sia collegato tramite wireless, switch o tramite connessioni condivise da altri computer.
Ora scarichiamo Ubuntu 11.10 LTS Server da questa pagina QUI .
Ci sono due versioni disponibili: se il futuro server la supporta scarichiamo/ quella a 64bit, altrimenti (o se non siamo sicuri) prendiamo la versione standard a 32bit che va bene per tutti. Una volta scaricata l'immagine ISO del CD, masterizziamola su un cd vuoto.
Inseriamo il CD appena creato nel lettore del nostro server e riavviamolo. Nella maggior parte dei casi la procedura di installazione parte automaticamente, ma se così non fosse è necessario cambiare l'ordine dei dispositivi di boot nel BIOS. Se non abbiamo la più pallida idea di come fare non spaventiamoci, non è difficile e spesso una ricerca su Google aiuta molto.
Quando partirà il CD dovremo cavarcela solo con la tastiera, ma il processo di installazione è abbastanza intuitivo e richiede poche conoscenze sul funzionamento di un computer.
Comunque per i meno esperti ho stilato qui sotto una piccola guida:
Guida passo-passo all'installazione del sistema
Nel primo menù scegliamo la lingua, ovviamente "Italiano".
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Ora ci troviamo davanti al menù principale, e abbiamo a disposizione una serie di opzioni:
•Installa Ubuntu Server: fa partire l'installazione del sistema
•Installa Ubuntu Enterprise Cloud: non ci interessa
•Controlla difetti sul disco: controlla che il CD non sia danneggiato
•Test della memoria: controlla che la RAM del computer non abbia problemi
•Boot dal primo disco rigido: fa partire il sistema operativo già presente
•Ripristina un sistema danneggiato: speriamo non ci serva mai
Consiglio di scegliere la terza opzione per controllare il CD ed evitare interruzioni durante l'installazione, e al riavvio che ne consegue di procedere con la guida, ma è facoltativo.
Per iniziare l'installazione scegliamo la prima opzione, "Installa Ubuntu Server"
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La procedura adesso ci porrà una serie di domande. Nulla di complicato finora, dobbiamo solo scegliere il paese in cui abitiamo.
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La domanda successiva (in inglese) riguarda il layout della tastiera, ovvero la disposizione dei tasti. Se scegliamo "Si" il programma ci chiederà di premere alcuni tasti per determinarlo automaticamente, ma se lo conosciamo già (nel 99% dei casi è italiana) scegliamo "No" e selezioniamo il layout appropriato nei menù successivi.
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Ora che ha capito la lingua, l'installazione proverà ad impostare automaticamente la connessione. A meno che ci siano problemi (abbiamo fatto la connessione diretta come ho detto prima vero?) l'unica domanda che ci verrà posta è il nome host, ovvero il nome del computer. Tutto minuscolo e niente spazi!
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Poi ci verrà chiesta conferma del fuso orario. Se non è esatto rispondiamo "No" e correggiamolo nelle schermate successive.
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La prossima schermata ci chiederà come partizionare il disco su cui verrà installato il sistema. Abbiamo più scelte, ma tenendo conto che su un server per il file sharing non serve l'LVM o tantomeno conservare vecchie partizioni (dobbiamo fare tabula rasa), quella che ci interessa è "Guidato - usa l'intero disco".
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Poi ci verrà chiesto quale disco partizionare. Molto spesso ce ne è soltanto uno e il problema non si pone, ma su quei computer che ne hanno più di uno scegliamo quello su cui è installato il vecchio sistema operativo.
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La prossima schermata ci da un avvertimento prima di continuare: scrivendo le nuove partizioni elencate sotto, tutti i dati presenti sul computer verranno distrutti. Se, come già ricordato più volte, abbiamo fatto un bella copia delle cose importanti possiamo rispondere tranquillamente "Si".
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Finito il partizionamento partirà l'installazione vera e propria. Lasciamolo lavorare, e alla fine una nuova schermata ci chiederà di inserire il nostro nome.
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Ora invece ci viene chiesto il nome utente per l'account. Sembra la stessa cosa della schermata precedente, ma non lo è: questo nome verrà utilizzato per il login e non può avere maiuscole, spazi o simboli.
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Nelle due schermate successive ci verrà infine chiesta la password.
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Ci viene chiesto anche se vogliamo cifrare la nostra directory personale (in gergo chiamata "Home"). Dobbiamo necessariamente rispondere "No", altrimenti aMule non riuscirà a raggiungere i file di configurazione e non potrà avviarsi.
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La prossima schermata ci chiede di inserire i dati relativi al proxy HTTP se ne usiamo uno. Se non sappiamo che significa vuol dire che non lo abbiamo, quindi lasciamo vuoto e andiamo avanti.
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Ora dobbiamo scegliere come effettuare gli aggiornamenti di sicurezza. La scelta più comoda è di installarli automaticamente, quindi scegliamo la seconda opzione.
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Siamo alla penultima schermata: qui possiamo scegliere delle utili funzionalità aggiuntive, quindi facciamo attenzione! Quelle che ci interessano sono "OpenSSH server", che ci permette di gestire il server da un altro computer, e "Samba file server", che ci permette di condividere file e cartelle. Selezioniamole con la barra spaziatrice e andiamo avanti.
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Finalmente abbiamo finito! Non dobbiamo fare altro che togliere il CD e premere "Continua". Il computer si riavvierà con il nuovo sistema operativo, pronto per essere configurato.
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Ora che il server dispone di un sistema operativo efficiente, è pronto per essere configurato. Al riavvio saremo accolti da una semplicissima interfaccia a riga di comando che ci chiede di identificarci. Basta inserire il nome utente dell'account che abbiamo creato durante l'installazione, la rispettiva password (è normale che non compaia niente, non spaventiamoci) e finalmente potremo iniziare ad usare il nostro server!
Fase 3: Configurazione della rete
È arrivato il momento di impostare la rete. Sotto sono schematizzate le due configurazioni più diffuse, dobbiamo solo scegliere quale fa al caso nostro.
Attenzione ai colori dei collegamenti:
verde = cavo ethernet standard
blu = cavo ethernet incrociato
rosso = cavo rj45 (il tipico cavetto telefonico)
Primo metodo (da preferire ove possibile):
Basta collegare il server direttamente al router come in figura ed impostare l'IP statico come spiegato più sotto.
Secondo metodo:
Bisogna collegarlo, impostare l'IP statico ed infine seguire questa guida per abilitare la condivisione della connessione.
Quale che sia la configurazione scelta, dobbiamo fare che funzioni usando un IP statico. Questo sistema non solo ci permetterà di avere ID alto con aMule, ma anche di avere una connessione più resistente ad eventuali spegnimenti improvvisi o cavi staccati. Solitamente non c'è bisogno di configurare il router in modo che accetti una connessione con IP statico, mentre è necessario configurare il server affinchè la richieda. Per fare ciò abbiamo bisogno di tre dati fondamentali, che possiamo scoprire facilmente spulciando tra le proprietà della rete di un computer già connesso ad internet.
L'indirizzo IP del gateway: nel nostro caso è l'IP del nostro router, in questa guida useremo come esempio 192.168.0.1.
La maschera di rete: nel 99% delle reti casalinghe è 255.255.255.0.
L'indirizzo IP del server: le prime tre cifre devono essere uguali a quelle del router, l'ultima invece è a scelta tra 1 e 254 ma non può essere uguale. Per essere sicuri che l'IP non sia già in uso da altri computer usiamo la più alta cifra disponibile, nel nostro caso 254. Quindi in questa guida useremo 192.168.0.254.
Dobbiamo modificare il file /etc/network/interfaces che contiene le impostazioni di connessione. Per farlo ricorreremo a nano, un editor di testo a riga di comando molto diffuso e semplice da usare. Digitiamo il seguente comando, premiamo invio ed inseriamo la password dell'utente se viene richiesta:
sudo nano /etc/network/interfaces
Ora che abbiamo aperto il file, cerchiamo questa sezione:
# The primary network interface
auto eth0
iface eth0 inet dhcp
Dobbiamo modificarla come segue. Sono evidenziate in grassetto le modifiche da fare, e sottolineati i valori che dipendono dalle scelte effettuate in precedenza. Attenzione quindi a mettere gli indirizzi IP stabiliti poco fa al posto di quelli sottolineati nell'esempio!
address: indirizzo IP del server che abbiamo stabilito prima
netmask: maschera di rete
gateway: indirizzo IP del router
# The primary network interface
auto eth0
iface eth0 inet static
address 192.168.0.254
netmask 255.255.255.0
gateway 192.168.0.1
Ora chiudiamo l'editor premendo Ctrl+X, confermiamo le modifiche premendo "S" e premiamo invio per confermare il percorso del file. Infine riavviamo la rete con il seguente comando:
sudo /etc/init.d/networking restart
Fatto, ora dovremmo essere connessi ad internet con IP statico senza problemi!
Fase 4: Il primo aggiornamento del sistema
Inutile dire che gli aggiornamenti sono importanti. Oltre che correggere problemi e falle di sicurezza, ci permetteranno anche di capire se la connessione funziona a dovere.
Cominciamo scaricando la lista degli aggiornamenti disponibili:
sudo apt-get update
Installiamo eventuali aggiornamenti importanti:
sudo apt-get dist-upgrade
E infine installiamo gli aggiornamenti ordinari:
sudo apt-get upgrade
Finito di aggiornare riavviamo il server. È necessario solo se abbiamo installato degli aggiornamenti importanti, ma male non fa:
sudo reboot
Fase 5: Condivisione dei file
Il programma che ci permette di condividere i file con altri computer si chiama Samba. Con esso potremo condividere la nostra cartella personale (la home) su una rete domestica e lavorare con i file al suo interno più comodamente da un altro computer. Se abbiamo seguito l'installazione passo-passo allora ricorderemo che lo abbiamo già installato, dobbiamo solo configurarlo a dovere.
Per prima cosa spegniamolo:
sudo stop smbd
Apriamo il suo file di configurazione:
sudo nano /etc/samba/smb.conf
Non spaventiamoci per la marea di opzioni a disposizione. A noi interessa modificare soltanto la parte in grassetto relativa al gruppo di lavoro. Questo può essere un nome a scelta, oppure quello della rete domestica se già ne abbiamo una. L'importante è che quando si andrà a configurare il computer da cui si vuole accedere alle cartelle condivise si usi lo stesso nome!
workgroup = nome della rete domestica
Ora spostiamoci in basso fino alla fine del file, e scriviamo queste righe. Ricordiamoci di mettere il nostro nome utente al posto di nomeutente!
[Cartella personale]
comment = Cartella personale (home) di nomeutente
path = /home/nomeutente
read only = no
Come prima chiudiamo l'editor premendo Ctrl+X, confermiamo le modifiche premendo "S" e premiamo invio per confermare il percorso del file. Ora possiamo far ripartire Samba con questo comando:
sudo start smbd
Finito! Una volta configurati anche gli altri computer per accedere alla rete domestica vedremo condivisa la nostra cartella personale (la home) tra le condivisioni. Al momento di accederci verrà chiesto di identificarsi, quindi inseriamo il nome utente e la password del nostro account del server. Proviamo subito che tutto funzioni creando una cartella di nome "Scaricati" all'interno della condivisione nella quale andranno a finire i nostri download, ci servirà in seguito.
Fase 6: aMule
Adesso possiamo finalmente installare aMule, o meglio, la sua versione senza interfaccia grafica che si chiama amule-daemon. Insieme ad esso verrà installato anche amuleweb, un sistema di controllo remoto tramite browser che comunicherà costantemente con amule-daemon.
Installiamolo con questo semplice comando:
sudo apt-get install amule-daemon
Ora proviamo ad avviarlo. Il programma si chiuderà subito a causa di un errore (non sono configurate le connessioni esterne), ma almeno verrà creata la cartella .aMule. Questa ci servirà tra poco, perchè contiene tutti i files di configurazione di aMule.
amuled
Per farlo funzionare e configurarlo a dovere abbiamo bisogno di tre cose: la configurazione, la lista dei nodi ed eventualmente la lista server.
Configurazione: la configurazione di amule-daemon risiede nel file amule.conf, che può essere modificato pazientemente tramite un semplice editor di testo. Così facendo però ci si trova davanti a una marea di opzioni, a volte poco comprensibili e con il rischio di commettere errori banali. Per risparmiare tempo e fatica possiamo più semplicemente "rubare" un file amule.conf già configurato da un'altra installazione di aMule con interfaccia grafica. Quindi procuriamoci aMule dall'area download del suo sito ufficiale QUI , avviamolo e configuriamolo in ogni sua parte prestando particolare attenzione ad alcuni parametri essenziali:
Scheda "Connessione": impostiamo i limiti di upload, di download e di connessioni massime più bassi del solito, anche di molto. Così facendo non solo eviteremo di sovraccaricare il router e la banda, ma potremo anche navigare su siti impegnativi come youtube mentre scarichiamo. Appuntiamoci inoltre i numeri delle porte TCP e UDP se decidiamo di cambiare quelle predefinite, e spuntiamo le opzioni "Connetti automaticamente all'avvio" e "Riconnetti dopo perdita della connessione".
Scheda "Cartelle": la cartella per i files in arrivo deve essere /home/nomeutente/Scaricati. Ovviamente al posto di nomeutente va messo il proprio nome utente usato al login (esempio: /home/pippo/Scaricati).
Scheda "Controlli remoti": abilitiamo le opzioni "Lancia amuleweb all'avvio", "Accetta connessioni esterne" e scegliamo una password da inserire nel campo "Password per diritti completi" (nella sezione "Parametri web server") e nel campo "Password" (nella sezione "Parametri connessioni esterne"). Le due password possono anche essere diverse, ma una sola è più facile da ricordare. Come prima appuntiamoci il numero della porta di amuleweb se scegliamo di cambiarla.
Una volta configurato tutto chiudiamo aMule, il file amule.conf che ci interessa si trova su Windows XP in "C:\Documents and Settings\nomeutente\Dati applicazioni\aMule", su Windows Vista e su Windows 7 in "C:\Users\nomeutente\AppData\Roaming\aMule".
Lista dei nodi: serve per connetterci inizialmente alla rete Kad e consiste in un file di nome nodes.dat. Possiamo procurarci un nodes.dat costantemente aggiornato da QUI
Lista dei server: serve solo se vogliamo connetterci a un server ED2K e consiste in un file server.met. a questo indirizzo QUI
Ora apriamo la condivisone creata in precedenza, entriamo nella cartella .aMule (attenzione che è nascosta!) e copiamoci dentro i tre file che ci siamo procurati poco fa sovrascrivendo quelli esistenti. Fatto ciò, proviamo ad avviarlo di nuovo.
amuled
Se il programma si avvia e ci restituisce un messaggio simile seguito da un cursore lampeggiante vuol dire che tutto è a posto. Altrimenti abbiamo sbagliato qualcosa nella configurazione e/o nel copiare i file:
amuled: OnInit - starting timer
Initialising aMuled 2.2.6 using wxGTK2 v2.8.7
Checking if there is an instance already running...
No other instances are running.
ListenSocket: Ok.
Loading temp files from /home/nomeutente/.aMule/Temp.
All PartFiles Loaded.
No shareable files found in directory: /home/nomeutente/Scaricati
Constatato che il programma funziona, controlliamo che vada anche l'interfaccia web. Questa è compatibile con la maggior parte dei browser (tra cui Firefox), ma non tutti. Apriamo quindi il nostro browser preferito e digitiamo:
http://indirizzoipdelserver:4711
Se veniamo accolti da un messaggio di benvenuto possiamo esultare, tutto funziona alla perfezione! Chiudiamo amule-daemon premendo Ctrl+C sul server e facciamo in modo che parta automaticamente ad ogni avvio come servizio. Modifichiamo il file amule-daemon:
sudo nano /etc/default/amule-daemon
Dobbiamo mettere il nostro nome utente tra le virgolette dopo AMULED_USER, così:
AMULED_USER="nomeutente"
Come prima usciamo dall'editor premendo Ctrl+X, confermando con "S" e premendo invio.
Fase 7: Impostazione del firewall
Ora dobbiamo aprire le porte necessarie per ottenere ID alto. A meno che un programma sia "in ascolto", Ubuntu chiude tutte le porte in modo predefinito tramite un ottimo firewall integrato di nome IPTables, che però è difficile da usare. Per questo useremo UFW (Uncomplicated FireWall), uno strumento di controllo che ci permette di configurare IPTables in modo semplice e restrittivo.
Apriamo le porte necessarie per comunicare con aMule e Samba.
sudo ufw allow 4662/tcp
sudo ufw allow 4672/udp
sudo ufw allow 4711/tcp
sudo ufw allow samba
Ed attiviamo le nuove regole:
sudo ufw enable
Tutto qui, ricordiamoci però di aprire queste porte anche sul router altrimenti otterremo comunque un ID basso!
Fase 8: Gestione remota
Per gestire il server da un altro computer possiamo usare il protocollo di comunicazione SSH. Come forse ricordiamo lo abbiamo già selezionato durante l'installazione del sistema, ecco perchè è già installato e configurato nel server. Dobbiamo solo impostare il firewall con questo comando:
sudo ufw allow ssh
Ora possiamo collegarci. Su sistemi linux come Ubuntu basta avviare il terminale e digitare:
ssh nomeutentedelserver@indirizzoipdelserver
Inseriamo la password dell'utente ed il gioco è fatto, ora stiamo lavorando sul server.
Su Windows è più complicato poichè bisogna ricorrere ad un programma gratuito di nome PuTTY QUI . Anche se è in inglese, il funzionamento è abbastanza intuitivo.
Ora che riusciamo a gestire il server da remoto possiamo pure togliere il suo schermo per risparmiare spazio e corrente.
Fase 9: Rifinitura (consigliato)
Questa sezione contiene degli utili miglioramenti che sebbene non siano indispensabili per il corretto funzionamento del server, sono senz'altro delle comodità in più.
Il primo ritocco che andremo a fare riguarda il template dell'interfaccia web di amule-daemon, piuttosto bruttino. Fortunatamente ne esistono di più carini e funzionali, tra i quali consiglio Tchoum QUI .
Per installarlo spegniamo prima di tutto amule-daemon con questo comando:
sudo /etc/init.d/amule-daemon stop
Ora dobbiamo estrarre la cartella "tchoum" contenuta nell'archivio nella cartella ".aMule/webserver/", che si trova all'interno della condivisione del nostro server (se non esiste creiamola). Poi apriamo il file amule.conf, cerchiamo la riga relativa al template e modifichiamola come nell'esempio:
...
UseLowRightsUser=0
Password=5f4dcc3b5aa765d61d8327deb882cf99
PasswordLow=
Template=tchoum
[Obfuscation]
IsClientCryptLayerSupported=1
IsCryptLayerRequested=1
...
Salviamo le modifiche, chiudiamo l'editor e poi riavviamo amule-daemon con questo comando:
sudo /etc/init.d/amule-daemon start
Un'altro suggerimento riguarda la possibilità di accendere/spegnere il server semplicemente premendo il bottone di avvio. Il che è abbastanza semplice da fare, basta installare la gestione ACPI con il comando:
sudo apt-get install acpid
Ora potremo spegnere il server soltanto premendo il pulsante di accensione, possiamo provarlo anche subito!
Fase 10: Riepilogo
Eccoci finalmente giunti alla fine, il server è pronto per essere utilizzato. Ricapitolando, possiamo gestire aMule andando all'indirizzo http://indirizzoipdelserver:4711, recuperare i files scaricati si trovano nella cartella "Scaricati" nella condivisione che abbiamo creato, e condividere un nuovo file copiandolo nella stessa cartella e poi aggiornando la lista dei files condivisi dall'interfaccia web. Inoltre possiamo gestire l'intero server tramite un qualsiasi terminale su linux, e tramite PuTTY su Windows. Ricordo anche che come già detto all'inizio della guida è possibile estendere il server affinchè svolga altre mansioni, per ulteriori informazioni consiglio di seguire i link utili segnalati più in basso (in particolare la guida ufficiale server e il Wiki italiano).
L'unica operazione di manutenzione che dovremo fare è aggiornare il software del server tramite i comandi segnalati più in basso (gli stessi della fase 4) una volta tanto, visto che gli aggiornamenti di sicurezza sono installati automaticamente.
Buon file-sharing! ;)
Comandi utili:
Server:
Spegnere il server: sudo shutdown -h now
Riavviare il server: sudo reboot
Controllo del disco al prossimo riavvio: sudo touch /forcefsck
Aggiornamento del server (da effettuare periodicamente con questi tre comandi in sequenza):
Aggiornare la lista dei pacchetti disponibili: sudo apt-get update
Effettuare aggiornamenti importanti (avranno effetto solo dopo il riavvio): sudo apt-get dist-upgrade
Effettuare aggiornamenti ordinari: sudo apt-get upgrade
aMule (ovvero amule-daemon):
Avviare amule-daemon: sudo /etc/init.d/amule-daemon start
Arrestare amule-daemon: sudo /etc/init.d/amule-daemon stop
Riavviare amule-daemon: sudo /etc/init.d/amule-daemon restart
Samba (servizio di condivisione cartelle):
Avviare samba: sudo start smbd
Arrestare samba: sudo stop smbd
Riavviare samba: sudo restart smbd
Nano (editor di testo per riga di comando):
Chiudi: Ctrl+X
Salva: Ctrl+O
Cerca: Ctrl+W
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