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Offline ninfea

Pentiti dei tatuaggi: il laser non sempre funziona
« il: Settembre 20, 2012, 22:23:13 pm »


Può capitare di pentirsi di essersi fatti tatuare. L'unica soluzione, la rimozione, però non sempre è facile

Rimuovere il tatuaggio, prima amato e oggi non più, non sempre è possibile anche se si utilizza la tecnologia laser avverte uno studio italiano

Capita a molti di pentirsi di essersi fatti tatuare. Quella che un tempo era un’immagine o una frase gradita, oggi – magari perché non si ama più quella persona, una filosofia o un certo stile di vita –  può divenire fonte di imbarazzo o fastidio. L’unica via perseguibile in questi casi è l’eliminazione del tatuaggio. Tuttavia, a volte, le cose non sono così semplici – anche se si ricorre al laser.

Ad aver appurato che la rimozione con il laser non sempre è utile e funziona è uno studio italiano condotto dai ricercatori del Gised (Gruppo italiano studi epidemiologici in dermatologia), coordinati dal dottor Luigi Naldi, dermatologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo e direttore del Centro Studi Gised.
«I tatuaggi sono spesso rimpianti più tardi nella vita – spiega il dottor Naldi – Lo stile di vita può cambiare nel corso del tempo, e un tatuaggio, una volta voluto e apprezzato, diventa imbarazzante».

Lo studio, pubblicato su Archives of Dermatology, si è concentrato sull’efficacia del laser Q-switched, lo standard attuale, per verificare se e quanto fosse efficace nel rimuovere i tatuaggi.
In effetti, l’intervento di rimozione per mezzo del laser Q-switched ha prodotto maggiori risultati rispetto ai metodi precedenti come, per esempio, la escissione chirurgica. Nonostante ciò, avverte l’esperto, la rimozione dei tatuaggi non è una procedura semplice e i risultati variano da paziente a paziente. L’interesse per la ricerca è infatti nato dalla constatazione che, anche se i tatuaggi restano ancora piuttosto popolari, i pentiti sono in costante aumento.

Naldi e colleghi hanno così valutato le caratteristiche di oltre 350 pazienti che si sono sottoposti a rimozione di tatuaggi tra il 1995 e il 2010. Il primo eclatante dato ricavato ha mostrato che la rimozione è risultata più difficile nei fumatori. Questo evento, secondo gli scienziati, può essere dovuto a una possibile complicazione nelle risposte infiammatorie e immunitarie causata dal fumo. I dati ufficiali parlano di un 70% in meno di probabilità di riuscita rimozione per i fumatori, rispetto ai non-fumatori, a fronte di dieci sedute di trattamento.
Tra i tatuaggi più ostici da rimuovere sono stati trovati essere quelli situati nelle gambe, sulle caviglie e i piedi. Poi vi sono quelli ovviamente più grandi e quelli a più colori (tra cui in particolare il rosso). Unica nota positiva, è che un intervallo tra un intervento e l’altro che vada oltre le otto settimane pare offrire maggiori possibilità di riuscita.

Altra difficoltà difficile da superare sono i tatuaggi più vecchi di 3 anni. In questo caso la spiegazione può essere trovata nella maggiore profondità tra gli strati della pelle raggiunta dall’inchiostro nel corso del tempo.
«Questi risultati devono essere considerati quando si parla di rimozione di un tatuaggio con i pazienti – aggiunge Naldi – Devono inoltre essere presi in considerazione al momento di decidere di decorare la propria pelle con un nuovo tatuaggio».
Insomma, se ancora non vi siete fatti tatuare ma ci state pensando… be’, magari pensateci su bene e un bel po’ prima di decidere.

lm&sdp
                                  
 


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