27 le città italiane coinvolte, 300 in tutt’Europa
Non capita tutti i giorni di andare in piazza e farsi l’aperitivo parlando di particelle elementari. E poi giocare con la chimica, guardare e capire le stelle, scoprire i misteri del Dna. Non capita tutti i giorni, anzi: capita solo una sera l’anno, per la «Notte dei ricercatori», appuntamento che venerdì 28 si rinnoverà per l’8ª edizione. Saranno 27 le città italiane coinvolte, che si uniranno alle 300 europee (il progetto è promosso dalla Ue) e vedranno le proprie vie trasformate in laboratori, musei e osservatori astronomici a cielo aperto.
Come da tradizione, università ed enti di ricerca metteranno i propri studiosi a disposizione di grandi e piccoli curiosi, con un obiettivo: avvicinare il pubblico alla scienza e alle sue sfide, affascinarlo con i paradossi e le questioni irrisolte delle tante discipline e far toccare con mano la vitalità e l’importanza della ricerca.
Succederà in città come Roma, Milano, Torino, Firenze e Palermo, che offrono una grande quantità di eventi. Ma non mancherà il contributo di centri più piccoli, come Frascati, dove l’Agenzia Spaziale Europea aprirà le porte e, insieme con l’astronauta Paolo Nespoli, condurrà il pubblico alla scoperta del cosmo con «crociere planetarie» su astronavi virtuali, che – promettono – non hanno troppo da invidiare a quelle vere.
La star rischia di essere ancora lui: il bosone di Higgs, la particella elementare osservata pochi mesi fa. A Torino – dove la «Notte» sarà ospitata in Piazza Castello – è stato allestito un talk show per discutere delle prospettive aperte da quell’eccezionale scoperta. «Il punto d’arrivo di 20 anni di lavoro è diventato un punto di partenza: è il bello della scienza», dice Enrico Predazzi, presidente di Agorà Scienza, il centro interuniversitario che riunisce i quattro atenei torinesi e coordina l’evento. «Il talk show non sarà solo un riepilogo delle “puntate precedenti”, ma un modo per approfondire gli interrogativi ancora in piedi e per sottolineare il contributo dato dagli scienziati italiani».
Nel menu della serata, a Torino così come nelle altre città, non ci sarà però solo la fisica. «Nella prima edizione – aggiunge Predazzi – i gruppi che portarono in piazza le loro attività furono 40. Oggi abbiamo superato quota 200. L’iniziativa, insomma, cresce: aumenta l’attenzione verso i problemi della scienza e la voglia dei ricercatori di coinvolgere la gente».
Ovunque, all’aspetto divulgativo si accompagneranno momenti d’intrattenimento, con musica, sport e spazi dedicati al gioco. «Sarà volutamente una manifestazione vivace e con attività adatte a tutte le età», conferma Stefania Grotti, che ha coordinato «MeetmeTonight», la versione della «Notte» a Milano e in altre 7 città della Lombardia. «Accanto a conferenze e dibattiti avremo i laboratori di cucina per spiegare l’importanza della chimica. E cacce al tesoro su temi come il diabete e l’alimentazione. Metteremo la città “faccia a faccia con la ricerca”, come dice il nostro slogan, e sarà fondamentale parlare in modo non tecnico». Ad occuparsi della musica saranno 10 band di ricercatori. «Così mostreremo che gli scienziati non vivono solo in laboratorio - conclude Stefania Grotti -. Sono persone normali che fanno un lavoro straordinario».
Un messaggio condiviso anche dalla «Notte dei ricercatori» in Toscana, che come parola d’ordine avrà «Scientists are Humans» e proporrà diversi «laboratori attivi», spazi in cui i ricercatori spiegheranno strumenti e metodi del loro lavoro quotidiano. Lo stesso a Padova – nei bar storici si potrà prendere un caffè con i ricercatori dell’università – e a Genova, dove gli scienziati dell’IIT, per spiegare le origini delle nanotecnologie, si cimenteranno in letture teatrali. Il programma (su
www.nottedeiricercatori.it) è ricco e vario. Per l’appuntamento con la ricerca ci si trova in piazza.
