Autore Topic: Il neurochirurgo Migliaccio riapre il caso Cogne...  (Letto 1129 volte)

Descrizione:

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline garfield

  • Heaven
  • *
  • Post: 3574
  • Karma: +366/-3
  • Una giornata senza un sorriso è una giornata persa
    • E-mail
Il neurochirurgo Migliaccio riapre il caso Cogne...
« il: Maggio 23, 2008, 16:43:28 pm »
Giovanni Migliaccio
Specialista in Neurochirurgia Consulente Tribunale di Milano Dirigente U.O. di Neurochirurgia

 Come tutti, ho appreso la notizia dell'arresto di Anna Maria dalla televisione. Ne sono profondamente rammaricato. Era scontato! La Magistratura non poteva farci una figuraccia di fronte al mondo intero. Ma, se permettete, di questo epilogo anche i "Franzoni" sono responsabili.

L'unica strada che avrebbe sconfessato giudici ,RIS, psichiatri,  criminologi e varia umanità era quella della morte naturale. Sostenerla da parte loro avrebbe, a mio parere, sicuramente portato la Cassazione a richiedere nuove prove. <Se la stessa  interessata non crede alla morte naturale, sicuramente, nel suo intimo, sa di esser stata lei>, così avranno pensato i giudici  e, tutto sommato, non si può dar loro torto!
Non hanno prove materiali, avevano, a tal fine, la prova inconfutabile di una autopsia fatta tanto per farla, avevano la prova che Anna Maria in questi 6 anni ha vissuto come una donna e madre esemplare, ma dovevano darla in pasto all'opinione pubblica per salvare la reputazione delle Istituzioni ed evitare, in caso di riconosciuto errore giudiziario, un risarcimento plurimilionario. Insomma un po' i Lorenzi-Franzoni se la sono cercata loro stessi questa conclusione!

Io continuo a ritenere che un delitto,si, è stato commesso: è stata uccisa la giustizia! Non è il primo nè sarà l'ultimo:a Firenze viene assolto, dopo anni di gogna, sospetti e illazioni, perchè IL FATTO NON SUSSISTE il maggior indiziato come mandante per i delitti del Mostro;a Gravina hanno arrestato,messo alla gogna un innocente che avrebbe passato il resto della sua vita in galera se i corpicini dei figli non si fossero mai trovati,a Garlasco non riescono a trovare un colpevole,come a Perugia.
L'assassino della ragazza di Roma di tanti anni fa (Simonetta Cesaroni se non ricordo male) è ancora libero come quello della contessa Filo della Torre. Fenaroli e Ghiani hanno passato la vita in galera e poi si è scoperto (e riferito dai nostri liberi giornalisti, in sordina,) che ad uccidere la moglie furono i servizi segreti.
Per non parlare di Enzo Tortora.

La Franzoni ha ucciso il figlio? Bisognava allora condannarla  all'ergastolo.  E' stata invece  libera per 6 anni, ha cresciuto due figli, ha  condotto una vita normale senza un minimo cedimento, è stata ridotta la pena da 30 a 16 anni senza che il PM facesse una piega, è stata riconosciuta sana di mente e lo ha dimostrato in questi anni (con buona pace dei criminologi e degli psichiatri che avevano predetto la sua confessione nel giro di un mese).

Il bimbo è morto almeno due ore dopo l'evento, ma si è dato credito all'ora della morte stabilita dal Medico Legale nonostante l'ora del decesso sia stata segnalata in una Struttura Pubblica, l'Ospedale di Aosta. Le lesioni riscontrate sul cadavere sono compatibili con una  devastante emorragia cerebrale da cause naturali. Il medico legale non ci ha neanche pensato! L'autopsia è stata incompleta e quindi quasi una formalità, dando già per scontato il risultato prima di iniziarla.  Infatti, per esempio, non è stata eseguita alcuna indagine sulle  regioni sessuali del piccolo Samuele per ricercare o escludere una  violenza sessuale da parte di un ipotetico mostro: non era necessario, era stata la madre perchè..............perchè?

Sono molto addolorato e non posso che augurare ad Anna Maria di non diventare veramente pazza!

E' stato pubblicato un libro da parte di una giornalista senza il mio permesso accaparrandosi i diritti di autore. Non importa! Se ha avuto qualche vantaggio economico, lo considero come mia beneficenza nei suoi confronti. Qui di seguito riassumo i punti secondo i quali ritengo possibile la morte naturale, della quale sono convinto pienamente, ma allo stesso tempo, e già da tempo,sono pronto ad ammettere di aver preso una cantonata, a patto che la cantonata venga seriamente dimostrata.
Mi sento in dovere sia come cittadino che come medico,di rendere noto quanto appunto è venuto a mia conoscenza e le deduzioni conseguenti, dopo la lettura della perizia necroscopica sul cadavere del bambino Samuele Lorenzi, per la cui morte, ritenuta da causa violenta, è stata definitivamente condannata in I°grado la sua mamma.

Leggendo infatti attentamente la perizia necroscopica e,visionando il materiale fotografico, non posso non rilevare che in essa vi sono moltissime contraddizioni ed errori di valutazione che  ritengo fondata la  convinzione che il piccolo sia realmente morto per cause naturali, cioè a seguito di una imponente quanto improvvisa e violenta emorragia cerebrale,a seguito della rottura di un aneurisma,e/o di una malformazione vascolare congeniti.
Gli elementi che non convincono sono  molti:

1) Si dice che il piccolo sia stato colpito in regione frontale con 17 colpi ad opera di un arnese largo e pesante! Mi chiedo: come è possibile contare 17 colpi sul capo di un bimbo di tre anni? Il numero di colpi inferti su un corpo si possono contare sul torace, sull'addome, ma non sul cranio

2) A una prima ispezione del cadavere, ictu oculi,  non  si sono evidenziati lesioni di alcun genere: lo sfondamento del cranio in regione frontale provoca la frattura della base cranica anteriore che si esprime esternamente con un'enorme tumefazione del viso e degli occhi, definita come occhi da procione, patognomonica  appunto di frattura della base cranica anteriore.

3) La regione della base cranica anteriore, in ogni sua parte, (tetto orbitario, etmoide, sfenoide)risulta perfettamente integra.

4) In nessuna altra parte del corpo, dalle sopraciglia in giù fino ai piedi, non c'è ombra di una pur minima lesione: è mai possibile che chiunque l'abbia colpito con violenza e in preda ad uno stato psichico quanto meno alterato neanche per sbaglio abbia colpito sul torace sulle spalle sull'addome? E' vero il prof.Viglino segnala delle escoriazioni sul 3° e 4° dito della mano destra, diagnosticandole come effetto del tentativo di difendersi dall'aggressore. Ma ragioniamo un attimo: istintivamente chi sta per esser colpito al capo tende a coprirsi, a difendersi con entrambe le mani, non con una sola!

5) Anche l'ipotesi che il piccolo fosse tenuto fermo per poterlo colpire ripetutamente solo sul capo, non è sostenibile perché si sarebbero dovute riscontrare sul corpo i segni delle mani che lo avrebbero trattenuto

6) Le ferite cutanee sul cuoio capelluto per la maggior parte sono dell'ordine di pochi centimetri di lunghezza e pochi  millimetri di profondità.Quale arnese mai ha potuto provocare tali lesioni? Esse sono spiegabili non come l'effetto di un corpo contundente (che ne avrebbe procurate di ben maggiori dimensioni), ma come l'esito della trazione che l'osso fratturato,affondandosi, esercita prima sul periostio, quindi sulla galea, poi sul sottocute e quindi sulla cute(i tre strati di tessuto molle esistenti fra il cuoio capelluto e l'osso cranico)

7) L'esame necroscopico ha evidenziato una emorragia intraventricolare e una emorragia subaracnoidea, senza tracce di ematomi extradurale e/o sottodurale: questi ultimi generalmente tipici delle lesioni traumatiche, mentre l'e.s.a.(emorragia sub aracnoidea) è tipica della rottura di lesioni vascolari. Esiste, si, una e.s.a. post traumatica, ma con caratteristiche del tutto diverse.

8 ) Il piccolo è morto circa due ore dopo l'evento: se avesse ricevuto tutti quei colpi sul cranio, sarebbe morto all'istante. Non è possibile sopravvivere oltre pochi minuti dopo aver subito 17 colpi sul cranio!

9) E ancora:  il medico del 118 non avrebbe potuto trasportarlo se ne avesse constatato la morte

10) La stessa perizia esclude che le lesioni abbiano potuto creare spruzzi di sangue a distanza come sono stati rinvenuti attorno al corpicino e sulle pareti della stanza. Esatto! Infatti gli spruzzi a distanza non possono che essere riferibili al cosiddetto vomito a getto tipico dell'ipertensione endocranica, ed  è più che ovvio che se il sangue, misto a vomito, ha sporcato soffitto, pareti, comodino, abat-jour ecc abbia anche sporcato il pigiama, tra l'altro ripiegato sul letto. Anche le fantasiose perizie sulla "dinamica" di ricaduta del sangue affermano che le caratteristiche delle gocce sul pigiama sono tipiche appunto della goccia che cade dall'alto.

11)  Quanto detto al punto precedente esclude completamente l'ipotesi dell'omicidio per due motivi:

· a)l'eventuale assassino estraneo non aveva né il tempo né un motivo razionale per indossare il pigiama della donna; quand'anche l'avesse fatto nel toglierlo le forme delle macchie di sangue si  sarebbero modificate;
· b) se a indossare il pigiama fosse stata la madre, si sarebbero dovute riscontrare analoghe macchie di sangue quanto meno sia sul volto che sui capelli di lei stessa

12) L'altra fantasiosa teoria che vorrebbe spiegare le macchie di sangue a distanza come "effetto pozzanghera" dovuto all'arnese-arma del delitto che colpisce-intinge-spruzza scaturisce dall'incompetenza scientifica ed anatomica: bisognerebbe ammettere che il cranio si sia riempito di sangue come una bacinella, il che contrasta con la fisiopatologia dei traumi cranici, con l'anatomia e… con la logica.  E nessun arnese, in grado di spaccare il tavolato osseo, è morbido come un pennello...

13) Le fratture affondate riscontrate non sono che la conseguenza di trauma cranico a seguito di crisi epilettica insorta a seguito dell'emorragia. La dinamica può essere questa:  si verifica il sanguinamento della malformazione con immediato inondamento ventricolare e degli spazi subaracnoidei,(spazi situati tra un solco cerebrale e un altro) da qui l'irritazione della corteccia provoca la crisi epilettica generalizzata (che può essere della durata anche di alcuni minuti), nel corso della quale crisi il cranio ripetutamente "sbatte" contro il muro o contro il letto e si verificano le fratture.

14) Si afferma che la prova inoppugnabile della morte per omicidio sia il corpicino coperto dal lenzuolo come ultimo atto di pietà. Se il bimbo, come ritengo, è stato in preda a una violenta crisi comitiale risulta convincente che, al termine di essa, il lenzuolo possa esser ricaduto sul volto e corpo del piccolo. Qualcuno afferma che il lenzuolo sia stato ben ripiegato: l'eventuale assassino col poco  tempo a disposizione non avrebbe perso tempo a "sistemare" il letto.

15) Un'altra prova inoppugnabile di colpevolezza della Franzoni sarebbero gli zoccoli o pantofole sporchi di sangue perchè dalla stessa indossati al momento del fatto delittuoso. Come è possibile? Se si ammette, come si ammette da più parti, che l'assassino ha colpito stando in ginocchio sul letto di fronte al bambino e, tenendo conto che in tale posizione i piedi sono coperti, oltre che dal corpo intero, in modo particolare dalle gambe e si trovano appoggiati e "affondati" sul piano del letto, come si può pensare che si siano sporcati di sangue in quel frangente?  Si deve pertanto dedurre che gli zoccoli erano nella stanza non indossati e si sono sporcati come si sono sporcati gli altri oggetti

16) L'evento, su cui vaneggiano ancora i periti, di un ossicino della teca cranica che è "volato" a distanza, deriva dal fatto (che i periti non conoscono) che  nelle fratture craniche, soprattutto nei bambini , si trovano "sminuzzamenti" dell'osso che quindi, a seguito dell'ingravescente aumento della pressione all'interno del cervello (che si trova in un ambiente chiuso ed inestensibile), puo' venir schizzato a distanza, esattamente come il vomito.
17)  Nella perizia necroscopica assurdamente si dichiara che lo stato di coma valutato con la scala CGS (Coma Galsgow Scale) e risultato=3, consente la diagnosi di morte:
Non è così! Sappiamo bene che la diagnosi di morte viene accertata con altri parametri e per un certo periodo di tempo (EEG,EKG ecc.). Dal coma, anche con punteggio = a 3, si può uscire.

18) Nella perizia viene affermato anche che il bimbo era già morto quando sono arrivati i soccorsi perchè, (e sarebbe una prova inoppugnabile)quando il medico del 118 ha introdotto nel cavo orale la tipica cannula detta di Guedell per favorire la respirazione, non vi è stato il riflesso della tosse! E' assurdo: in un paziente in coma profondo non è possibile evocare il riflesso della tosse!

19) Nel rapporto del Pronto Soccorso di Aosta l'ora del decesso viene segnalata alle 09.47

20)  Non risulta che sia stato fatto un esame istologico dei vasi del circolo di Willis, (la zona vascolare arteriosa dove vi è maggior frequenza di malformazioni) o di altri distretti vascolari, attraverso il quale si sarebbe potuto evidenziare l'eventuale alterazione delle pareti di uno o più vasi arteriosi.

21) Un altro elemento importantissimo che avrebbe dovuto consigliare la revisione del processo è l'incompletezza, tra le altre, dell'esame autoptico. Infatti, per esempio, la regione perineale non è stata nemmeno presa in considerazione per quanto meno escludere una ipotetica violenza sessuale su Samuele.

Rimango esterefatto come quelli soprattutto che dovrebbero avere a cuore la volontà della verità e della giustizia, come se tutti fossero presi da una forma di condizionamento collettivo, non si siano soffermati per un solo istante a voler prendere in considerazione, l'eventuale ipotesi alternativa alla morte violenta del piccolo Samuele.

Mi sia consentito anche di sfiorare gli aspetti psichiatrici e psicologici  poiché ritengo che gli psichiatri soprattutto, per la stessa natura della loro disciplina, devono tenere conto di mille variabili del comportamento umano, alcune delle quali sono senz'altro il confronto con personalità analoghe, la considerazione delle caratteristiche espressive di un carattere, la valutazione e il confronto delle  analogie e via dicendo; è mai possibile che sfugge il comportamento anomalo e cioè del tutto consono con i parametri della normalità della signora Franzoni?

Non vi è, nella storia criminale di tutti i tempi, riscontro di madri infanticide che, in un lasso di tempo più che breve, non abbiano confessato il loro misfatto dimostrando tutta la loro patologia e il loro dramma.
E' mai possibile che questa donna, la signora Franzoni, non dimostri un minimo cedimento psichico, che in  oltre sei anni non si sia ritrovato e non si ritrovi nei suoi comportamenti, qualcosa di anormale?

E non mi si venga a raccontare la storiella dello sdoppiamento di personalità e della rimozione dell'accaduto! : una personalità è doppia per tutta la vita e non la si può nascondere!

E, ancora, come si fa ad asserire che la Franzoni uccide in preda a un raptus e, allo stesso tempo,organizza l'alibi, accompagnando l'altro figlio alla fermata dello scuolabus? Delle due l'una! No?

Ho appreso che i Magistrati inquirenti hanno verbalizzato, oltre alla registrazione della telefonata al 118,che qui trascrivo, anche la testimonianza della centralinista che probabilmente è stata o verrà considerata dai nostri illuminati Giudici come una valutazione psicologica attendibile di una "vera" esperta.
Ecco, e si mediti!:
Ecco la trascrizione della telefonata fatta da Anna Maria Franzoni alle 8.28 del 30 gennaio 2002 al servizio di soccorso 118 per chiedere aiuto mentre il figlio Samuele era in un lago di sangue nella villetta di Montroz.

Centralino. "Pronto". Franzoni: "Ascolti mio figlio ha vomitato sangue e non respira, abito a Cogne" Centralino: "Un attimo che le passo subito ..." Franzoni: "Fate presto, la prego" (musica d'attesa - tratta da "Le quattro stagioni" di Vivaldi - per alcuni secondi) Operatrice: "Pronto" Franzoni: "Mio figlio ha vomitato sangue, venga subito" Operatrice: "Allora, no, con calma (Annamaria urla e la sua voce si sovrappone) devo avere l'indirizzo, abbia pazienza" Franzoni: "Abito a Cogne" Operatrice: "Il numero di telefono (...). Ecco, Cogne dove?" Franzoni: "Frazione Montroz" Operatrice: "Con calma ... Monrò?" Franzoni: "Cosa devo fare?" Operatrice: "Numero civico?" Franzoni: "Ooh ... eeh ... la prego, sta male!" Operatrice: "Signora, con calma perché non risolviamo niente. Allora, Monrò?". Franzoni: "Numero 4 A. E' già venuta stanotte perché stavo male io. Vi prego, aiutatemi, non respira ... (respiro affannoso, urla incomprensibili)" Operatrice: "Subito ... Signora, abbia pazienza, è Montroz o Monrò?" Franzoni: "Montroz". Operatrice: "Ecco. Numero?" Franzoni: "Oh, mamma mia. 4 A". Operatrice: "4 A. Signora, allora suo figlio quanti anni ha e come si chiama?" Franzoni: "Tre anni, Samuele". Operatrice: "Di cognome?" Franzoni: "Lorenzi (interferenza telefonica). La prego, sta malissimo". Operatrice: "Signora, intanto se vomita non lo tenga ..." Franzoni: "E' tutto insanguinato, ha vomitato tutto il sangue. Non respira ...". Operatrice: "Arriviamo subito, signora" Franzoni: "Grazie" Operatrice: "Mi lasci solo il telefono libero perché se no ..." Franzoni: "Sì, sì, sì, arrivederci".


L'operatrice, Nives Calipari, ha fatto mettere a verbale (il 24 febbraio 2002) che "anche per vicende più banali sono abituata a sentire persone che vengono prese dal panico e non sanno dare precise indicazioni sui nomi delle persone, sugli indirizzi, sui numeri di telefono o altro. La Franzoni, invece, mi ha risposto con lucidità".

 Spero che la gentile centralinista non venga considerata una esperta in psicologia telefonica, ma… considerando gli esperti che si sono occupati del caso………

Quindi, secondo la centralinista,ormai da considerarsi veramente una esperta in una nuova disciplina quella di psicologia telefonica, (chi sarà il Rettore?, il prof. Crepet o il prof.Bruno?) chi è veramente preso dal panico per un caso drammatico non è in grado di comunicare all'ambulanza il proprio domicilio, per cui in casi del genere cosa succede? I soccorsi non devono arrivare perché, se arrivano all'indirizzo correttamente indicato, si rischia di essere accusati di omicidio…

Amaramente concludo chiedendo agli esperti seri : Per la signora Franzoni, dove sono le prove oggettive che possano far porre diagnosi di personalità schizoide?
Nessuna personalità nè psicopatica nè criminale rimuove veramente il momento di un misfatto e poi di tale gravità! Può mentire ma non rimuovere il ricordo.  E il ricordo di un efferato omicidio pesa su comportamenti e personalità ogni giorno, ogni minuto!  E nascondere una verità di tal tipo per così lungo tempo non è possibile,neanche per le personalità più disturbate.
 

L' ipotesi della morte naturale è stata ritenuta e continua a ritenersi assurda, ma quali sono gli elementi clinico-scientifici che sostengono tale assurdità?

Nella mia prima relazione concludevo così: <Spero  che il destino di Anna Maria Franzoni non sia nelle mani di un carabiniere e di una centralinista, oltre a quelle in cui, purtroppo, già è!>  Oggi  vana  speranza!   
 

chi lotta può perdere...
chi non lotta ha già perso...
 

Offline mozagga

  • Moderatore Globale
  • *
  • Post: 5071
  • Ringraziato: 6 volte
  • Karma: +266/-3
  • ...questo è il destino che mi sono segnato
    • E-mail
Re: Il neurochirurgo Migliaccio riapre il caso Cogne...
« Risposta #1 il: Maggio 23, 2008, 22:46:49 pm »
alle volte uno vive in questo mondo dove si ammazza chiunque...e non riesce a capire perchè stiamo quà a ricercare la verità...a che serve? A fare giustizia forse? ma non scherziamo...
A chi è servito che sto processo durasse anni? Qualcuno lo ha fatto durare anni per prendere soldi forse? Siamo ancora nel dubbio dopo anni....ma che siano gli abitanti del paese a giudicare la franzoni..anzi manco quelli...che sia Dio a giudicarla...tanto noi non siamo in grado comunque...
 


Cliccate il BANNER sopra, sarete di grande Aiuto. GRAZIE !