Autore Topic: Si sposta per lavoro ed inizia una convivenza more uxorio [Cittadino e Istituzioni]  (Letto 680 volte)

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Offline ninfea

Si sposta per lavoro ed inizia una convivenza more uxorio: assegno mensile da 1.000 euro per la moglie


E’ il marito stesso ad affermare che il giudice della separazione deve prendere in considerazione le attuali condizioni economiche delle parti: così ha fatto il giudice a quo, con motivazione ampia ed articolata. Con la sentenza 8285/13 la Cassazione ha deciso sul ricorso di un uomo che non vuole corrispondere alla «quasi ex» moglie l’assegno di mantenimento. Dai primi due gradi di giudizio è emerso che l’uomo, per motivi di lavoro, si è spostato a vivere in un’altra località, mantenendo la residenza nella casa con la moglie: non vi è stata separazione di fatto e neanche un deterioramento del vincolo coniugale. Ma il marito ha cominciato a frequentare un’altra donna, relazione che si è subito trasformata in convivenza more uxorio, senza che la moglie sospettasse nulla, anche se ormai la situazione era divenuta di dominio pubblico. La donna viene a sapere del comportamento del marito da una persona, poi sentita come teste. Da ciò viene riscontrata la sussistenza di un nesso di causalità tra il comportamento dell’uomo e l’intollerabilità della convivenza. Il marito viene quindi condannato a versare mensilmente alla moglie 1.000 euro. La Cassazione, investita del caso, rigetta il ricorso, poiché il ricorrente propone solo profili e valutazioni di fatto, mentre è incensurabile in sede di legittimità la decisione del giudice di merito che, con motivazione ampia ed articolata, ha preso ben in considerazione le condizioni economiche delle parti. La domanda di riconsegna dei francobolli non poteva essere proposta. La Suprema Corte accoglie invece il ricorso incidentale presentato dalla moglie, che era stata condannata alla riconsegna di una raccolta di francobolli al marito. La donna sostiene infatti che la domanda di restituzione fosse improponibile. La Corte è d’accordo. Infatti, secondo giurisprudenza consolidata, «è esclusa la possibilità di simultaneo processo tra l’azione di divorzio, soggetto al rito della Camere di Consiglio nella Corte d’Appello e quella volta alla restituzione di beni mobili, soggetta al rito ordinario, autonoma e distinta dalla prima». Per questo motivo, al riguardo, la sentenza viene cancellata senza rinvio. Alla fine del procedimento, quindi, l’uomo resta obbligato a versare alla donna 1.000 euro mensili e, per il momento, anche senza francobolli. Ma il procedimento gli è costato non solo per il suo esito, ma anche per le spese concrete di 20.500 euro per i tre gradi di giudizio.


Fonte: www.dirittoegiustizia.it

« Ultima modifica: Aprile 08, 2014, 21:28:12 pm da ninfea »
                                  
 


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