Autore Topic: Natale... ecologico  (Letto 636 volte)

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Offline ridethesnake

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Natale... ecologico
« il: Dicembre 21, 2008, 18:53:19 pm »
La slitta di Babbo Natale va a trazione animale, trainata dalle renne capitanate dal noto Rudolf. Le renne mangiano fieno. La renna è un cervide di medie dimensioni, alta  110-130 cm, e con un peso che può raggiungere i 180-250 kg. Nonostante le poderose dimensioni, possono correre fino ad una velocità di 70 km/h! Grazie ad un mezzo a trazione animale, che mangia fieno e vegetali, il viaggio di Babbo Natale si può dire ad emissioni zero di gas serra, salvo forse un po’ di metano proveniente dai suoi cicli biologici. Ben diverso sarebbe se Babbo Natale utilizzasse un SUV a trazione integrale 4WD con motore 16 valvole 12 cilindri 5000 cm3 500 CV che invece di mangiare fieno bevesse un liquido puzzolente e inquinante derivante dal petrolio, chiamato benzina (o anche gasolio, poco cambierebbe) con un consumo, mettiamo, di 5 km con un litro. Supponendo un viaggio di 5000 km andata/ritorno dal Polo Nord a Milano, sarebbero la bellezza di 1000 litri di benzina consumati, che siccome un litro di benzina si trasforma in 2.4 litri di anidride carbonica, il principale gas serra di origine antropica, ecco che per portarci un giocattolo (magari a sua volta proveniente dalla Cina) Babbo Natale avrebbe prodotto la bellezza di 2400 kg, cioè 2.4 tonnellate, di gas serra. Il che moltiplicato per il numero di Babbi Natale in circolazione farebbe una cifra impressionante. Per fortuna però Babbo Natale appunto usa un mezzo a trazione animale.

Tutto bene quindi? Non tanto. Un po’ per attirare i vari Babbo Natale, un po’ per attirare quel popolo di pecorelle smarrite detti consumatori nelle nostre case, nelle nostre città, e soprattutto nei nostri centri commerciali dove tutto è finto e sprecone noi accendiamo tante luci, addobbiamo le strade e le vie, facciamo enormi alberi di Natale dentro e fuori le case. Anche qui, tutto bene finche gli alberi di Natale sono nel giusto numero, sono piccoli, si facevano per Santa Lucia e si smontavano per l’Epifania accendendoli giusto per il tempo di guidare Babbo Natale a destinazione un po’ come un moderno navigatore satellitare.

Invece, proviamo a fare un po’ i conti di quanto costa in termini di consumi e di emissioni la smania di illuminare a giorno con gli alberi di Natale. Prima di tutto dobbiamo chiederci: quanto consuma un albero di Natale? Un albero casalingo nemmeno troppo luminoso consuma circa 50 W; se in Italia supponiamo vi siano 20 milioni di alberi di Natale casalinghi significa che richiedono 1000 MW, cioè 1000 milioni di watt che è la potenza di una grande centrale elettrica. A questo dobbiamo aggiungere però, sempre supponiamo, circa 10 milioni di alberi da esterni che richiedono anche 100-200 W, così sono altri 1000-2000 MW, cioè altre 2 centrali elettriche. Poi ci sono le luminarie dei centri storici e dei centri commerciali, degli Iper, o come li chiamo io le “calamite del traffico”. Difficile quantificarle ma non è azzardato stimare che un’altra centrale se non più lavori solo per loro.

E così i conti, un po’ contorti, diventano astronomici. Vi do solo il risultato finale. Dunque dalle 2 alle 4 centrali elettriche lavorano solo per la versione consumistica di Babbo Natale per un consumo complessivo pari a circa quello di 15000 famiglie. In Italia una buona parte di energia elettrica è prodotta da gas, olio combustibile o carbone. Pochi sanno che 1 kWh segnato dal nostro contatore significa che da qualche parte si sono bruciati circa 2 etti di petrolio producendo 0.6 kg di anidride carbonica che se ne va nell’aria accentuando l’effetto serra. E così il conto è presto fatto: supponendo siano accesi 1 ore al giorno gli alberi casalinghi e 8 ore quelli da esterni e delle luminarie, per tutto dicembre, il consumo assomma a circa 700 milioni di kWh, pari al consumo annuo di circa 230000 famiglie. In gas serra, significa circa 500000 tonnellate di CO2! Per darvi un’idea, l’intera Italia ne emette circa 600 milioni di tonnellate, e per rispettare l’accordo di Kyoto dovremmo ridurre le emissioni di 36 milioni di tonnellate.

E rispettare l’accordo di Kyoto non è uno capriccio di noi meteorologi bensì un primo passo per evitare un cambiamento climatico catastrofico, un obbligo che ci impone anche l’Europa.

Comunque, direi, facciamo pure l’albero di Natale. Per risparmiare però accendiamolo solo qualche sera, non tutte. Con un appello: evitiamo nelle città la bolgia di luci accese da metà novembre addirittura fino a Carnevale. Luci che vedono perfino le sonde spaziali da 80000 km dalla Terra.

Ed infine, per favore, non fate i cattivi, soprattutto non facciano i cattivi i nostri politici: guai se la Befana ci portasse l’inquinante e sporco carbone.

Buon Natale. :kalumet:
Se do da mangiare ad un povero, mi dicono che sono un santo, ma se chiedo perchè quel povero è povero, mi dicono che sono un comunista!



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