MANCHESTER, 29 settembre - Per Attilio Lombardo fare da spalla a Roberto Mancini sembra essere la missione di una vita, a cui è riuscito a sottrarsi soltanto negli anni (vincenti) vissuti in bianconero. Ieri gli toccava correre sulla fascia per conto del boss, oggi in giro per l’Europa per visionare gli avversari del City. La Juve l’ha seguita nell’impegno casalingo contro il Lech Poznan, ricavandone indicazioni quantomeno contraddittorie: «Gran facilità a segnare, accompagnata da una certa ingenuità difensiva. Ma non credo di dire nulla di nuovo».
Le novità sono altre, tipo incrociare la Juve standosene in Inghilterra.
«Fa un’impressione particolare, è vero. Così come ritrovare Del Piero, con cui ho avuto il tempo di giocare assieme oltre un decennio fa, ancora in grado di trascinare tutta la squadra. Il gol che ha segnato contro il Lech Poznan è tra i più belli che abbia mai visto».
Com’è il pianeta City?
«Ci sono grandi mezzi, accompagnati da analoga disponibilità a metterti nelle condizioni di lavorare al meglio. Più in generale dico che rispetto agli anni in cui ci ho giocato io (nel Crystal Palace, ndr) la Premier non è fatta più soltanto di fisicità».
Il punto debole della Juve?
«Beh, se vedi una squadra prendere 3 gol dal Lech Poznan, com’è capitato a me, la cosa ti fa pensare. Però la mentalità della Juve è nota, meglio non fidarsi ».
Chi ruberebbe alla Juve?
«Questa è facile, sicuramente Krasic. Sapete che volevamo anche lui, ma è andata diversamente».
Spieghi pure.
«Krasic aspettava la Juve e noi non eravamo disposti a fare lo stesso con lui. A un certo punto abbiamo preferito prendere Silva, che ha caratteristiche fisiche e tecniche diverse, ma è un altro straordinario esterno. A quel punto la priorità è diventata l’attacco e dopo un altro tentativo per Dzeko, abbiamo chiuso per Balotelli. Nel frattempo Krasic era passato in bianconero».