La Juventus chiude a dieci punti dall'Inter capolista: necessario far meglio.
01/giu/2009 09.41.56La Juve celebra la Furia Ceca 
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"Pavel eroe bianconero, cuore ultras, spirito guerriero". Nella giornata dei 42 gol totali, dei meccanismi che saltano proprio come molte panchine dei serie a, nella giornata di illustri addii, il pubblico juventino saluta chi è stato definito come un eroe. Dopo otto anni di successi, di scudetti vinti sul campo, al minuto 83' Pavel abbandona il campo abbracciato da tutti i compagni e tutto il pubblico gli concede la meritatissima standing ovation, proprio nella gara contro la squadra che lo portò in Italia, la Lazio. Nella giornata delle lacrime, degli applausi, dell'arrivederci di Motta e Milito al Genoa, di quello di Beckam al Milan, dell'addio di Maldini e di Figo, anche il campione bianconero saluta tutti coloro che gli hanno voluto bene, acclamato per la grinta, la forza, l'attaccamento alla maglia, dopo aver realizzato 51 reti con la maglia bianconera.
La partita passa in secondo piano, la vittoria era attesa, contro un avversario che non si è dannato l'anima per portare a casa quella che sarebbe stata la terza vittoria con i bianconeri tra campionato e Coppa Italia. Doveva vendicarsi la Juve contro una Lazio che l'aveva costretta al pareggio a Roma all'andata e che aveva battuto la squadra di Ranieri in casa e in trasferta in Coppa. Ci ha pensato il solito Iaquinta potremmo dire, lui che con la doppietta di oggi raggiunge quota 12 reti in stagione, niente male per chi in estate era considerato solo l'alternativa alla coppia Amauri-Del Piero. La Juve chiude la sua stagione con 74 punti che valgono il secondo posto meritato perchè tenuto stretto fino all'ultimo mese e mezzo, a causa del quale la squadra bianconera ha rischiato di buttare all'aria ciò che di buono aveva costruito nell'arco della stagione. Ma i più grandi errori sono stati commessi in Champions League e in Coppa Italia, dove la Juventus poteva fare di più: questo mancato raggiungimento del traguardo della Coppa Italia e l'eliminazione contro il Chelsea sono state le cause scatenanti dell'esonero dell'ex tecnico bianconero accusato di non essere un vincente.
Ci ha pensato Ferrara a rimettere almeno in parte le cose a posto, vale a dire a riorganizzare lo spogliatoio più che mai spaccato e a chiudere la stagione alle spalle della sola Inter. Ora il futuro: 10 punti di distacco tra la prima e la seconda sono eccessivi, bisognerà rinforzarsi per stare al passo dei nerazzurri, e gli innesti di Cannavaro e Diego sono delle basi da cui ripartire, facendo attenzione al nome di Ferrara che potrebbe essere l'allenatore della Juventus della prossima stagione, in un eventuale progetto stile Barcellona con Guardiola. Chiuso un ciclo se ne apre un altro, dalle parole si deve passare ai fatti: queste tre stagioni, una in serie B, quella del ritorno in A e questa appena trascorsa sono state annate difficili, nelle ultime due la Juventus ha provato a colmare il gap che la divideva dalle milanesi, dalla Roma della scorsa stagione, ora bisogna voltare pagina e ricostruire una squadra in grado di poter regalare ai tifosi grandissime soddisfazioni. Il terzo miglior attacco del campionato dopo quello di Inter e Milan quasi certamente perderà Trezeguet ma con la conferma di Iaquinta e di Amauri al fianco di capitan Del Piero e l'acquisto di Diego i bianconeri acquisteranno la fantasia necessaria per mettere in crisi le difese avversarie, sapendo si poter contare su un reparto difensivo molto forte e su un centrocampo che con il ritorno di Sissoko ritornerà ancora più robusto di quello odierno. Si può solo migliorare, è tutto nelle mani della società, solo all'inizio del prossimo campionato capiremo dove potrà arrivare veramente la Juventus.
Per quella data la Juve avrà un allenatore, nuove pedine da aggiungere alla rosa attuale, nuova voglia di sfidare l'Inter di Mourinho in un campionato che potrebbe essere orfano di talenti infiniti come Ibrahimovic e Kakà. Ma l'imperativo per la prossima stagione è cercare di acquistare calciatori che tengano davvero alla maglia che indossano in modo da non creare problemi tra la società e la tifoseria, di scovare lottatori, non i lottatori di Genoa - Torino che hanno dato un pessimo esempio domenica scorsa, ma i lottatori come lui, come Nedved, quei giocatori che entrano nei cuori dei tifosi perchè grintosi, vogliosi, mai arrendevoli. Quei calciatori che mettono la gamba su ogni pallone anche a costo di risultare talvolta scorretti. Un professionista come Pavel Nedved non è stato apprezzato solo dai tifosi juventini ma da tutti quelli che seguono il calcio. Un grande in bocca al lupo a Nedved perchè oggi (se il ceco confermerà definitivamente di smettere) il calcio perde un gran giocatore, un grande campione.
Ci mancherà.
Fonte: http://www.goal.com/
