Autore Topic: Giornate nere a piazza Affari: piccoli risparmiatori tremano [Consumatore]  (Letto 792 volte)

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Giornate nere a piazza Affari: piccoli risparmiatori tremano
La minaccia del debito pubblico e i report delle agenzie di rating rendono sempre più difficile l'accesso al risparmio. Lannutti (Adusbef): non farsi prendere dal panico

di M.Vittoria De Matteis
(mv.dematteis@rai.it)




In questa delicata fase economica, i cittadini si chiedono come mettere in salvo i propri risparmi, pur senza essere esperti in materia: titoli di Stati, obbligazioni bancarie o azioni? Conti deposito o Buoni Postali? Aiuta a sgombrare il campo da azzardi e ingenuità il presidente dell'Associazione Difesa Utenti Bancari Finanziari e Assicurativi (Adusbef) Elio Lannutti.

Quale pericolo corrono i piccoli risparmiatori in questo momento di crisi generalizzata?
L'unico rischio è quello di farsi prendere dal panico e vendere se si hanno azioni o titoli di stato (bot, cct e varie obbligazioni). Bisognerebbe avere il sangue freddo di aspettare che si calmi la bufera e, se si ha la fortuna di avere liquidità, investire sempre diversificando su azioni e titoli di stato a prezzi minimi, cosa che fanno i grossi pescecani ciclicamente alle spese dei piccoli risparmiatori. Se per ‘risparmiatore’ si intende chi risparmia i suoi soldi sul conto corrente, io toglierei i soldi dal conto e farei dei Buoni Postali Indicizzati all'inflazione, oppure acquistare Btp italiani o bund tedeschi, non obbligazioni bancarie assecondate dalla Consob. Se si hanno bond greci nel proprio asset meglio venderli anche rimettendoci qualcosa, nei periodici acquisti che la Bce fa per sostenere il valore di mercato: le speculazioni lasciamole ai trader professionisti. Il pericolo vero è per chi i risparmi non ce li ha e deve far la spesa tutti i giorni.

In Italia c’è il rischio di una tassa patrimoniale sui depositi bancari come accadde col governo Amato?
Sarebbe molto grave, il 5 per mille come nel ’92, è più probabile una patrimoniale sugli immobili eccetto la prima casa. Sarebbe il caso, piuttosto, di vendere l’oro della Banca d’Italia (oltre 100mld): tutte le altre banche l’hanno fatto. La situazione nostrana è molto seria (aumento inflazione, aumento dell’Iva), ma non credo faremo la fine della Grecia, che ha un Pil di 370mld mentre il nostro è di 1700. Comunque la crisi ha inizio -per chi crede nella cabala- il 7/VII/2007 con i subprime Usa -a cui le tre corporations avevano dato la massima fiducia- quando il presidente Fed riteneva si potesse riprendere l’economia regalando le case.

Quanto sono indipendenti le tre grandi corporations (Moody,s, Standard & Poor’s e Fitch) che controllano la quasi totalità del mercato?
Dietro di loro ci sono le stesse banche che hanno interesse a comprendere quelli che possono esser i giudizi su alcuni Stati, sui debiti sovrani, perché l’interesse degli speculatori non è quello della tranquillità, ma quello della turbolenza dei mercati. Ora sta accadendo questo: si crea panico per far crollare le quotazioni e comprare a prezzi stracciati. I governi lasciano che gli oligarchi Draghi, Trichet, Bernanke dettino le regole della politica economica e non viceversa. Bisognerebbe istituire un tribunale che giudichi i crimini finanziari di coloro che teorizzano i funerali dell’euro e dell’Europa.

Fonte TelevideoRAI
« Ultima modifica: Aprile 23, 2014, 21:37:28 pm da ninfea »

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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