Autore Topic: Alessandro Birindelli, l'intervista  (Letto 1475 volte)

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Offline franca1000

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Alessandro Birindelli, l'intervista
« il: Maggio 22, 2008, 09:52:32 am »
TORINO. Gregario non è una brutta parola. Soprattutto se pensi a uno come Alessandro Birindelli, che fenomeno di tecnica magari non lo è mai stato, ma fenomeno di fedeltà, volontà, abnegazione e professionalità lo è sempre stato diventando ingranaggio a volte invisibile, ma essenziale di tanti trionfi bianconeri. E dopo undici anni, trecentocinque partite, cinque scudetti, due finali di Champions League il gregario-fenomeno saluta, con un ultimo messaggio ai tifosi.

Birindelli, dopo undici anni è finita l’avventura juventina, come si sente?
«Una strana sensazione di vuoto, perché la Juve è stata la mia vita negli ultimi undici anni e mi manca già moltissimo. Ma nello stesso tempo mi rimane un enorme bagaglio di ricordi, per lo più meravigliosi. Undici anni non si cancellano con una stretta di mano».

Si ricorda ancora quand’è arrivato a Torino?
«Come faccio a scordarlo? Io tifoso della Juventus che realizzavo un sogno. Emozione irripetibile il momento dell’esordio, contro il Vicenza al Delle Alpi, nella finale di Supercoppa Italiana che poi vincemmo. Non mi aspettavo di giocare, Lippi mi mandò in campo»

Non è successo sabato a Genova...
«E un po’ ci sono rimasto male. Ma ormai...»

E adesso cosa succede, scarpette al chiodo?
«Non ci penso proprio. Ho intenzione di giocare per altre due stagioni. Dove non lo so. Ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto finire dove ho iniziato, cioè all’Empoli, ma per il momento non c’è nulla. Vorrei una squadra che mi dia stimoli e divertimento, ci deve essere dietro un progetto, non importa se in A o in B».

La serie B tanto l’ha già provata anche con la Juventus. A pensarci adesso, dopo il grande ritorno in serie A, che sensazione prova?
«Viene quasi da ridere a pensarci, ma il trauma è stato forte. Anche l’esperienza però: è probabile che non la proverà mai più nessuno e mi rimane la sensazione che la Juve è stata la Juve anche in B».

In che senso?
«La dignità e la serietà con cui sono state affrontate tutte le partite erano quelle di una semifinale di Champions, anche se magari davanti c’era il Frosinone. E’ lo spirito del gruppo Juve... Per altro se non ce lo mettevamo si rischiavano bruttissime figure. Anche in B era necessario il 101%».

Del Piero ha detto: «Spero che lui e la società ci ripensino ».
C’è uno spiraglio per vederla ancora alla Juve?

«Da parte mia ci sarebbe, non penso che da parte della Juventus ci sia. Ma se davvero ci ripensano, io corro...»

I migliori ricordi che si porterà dietro da Torino?
«Le vittorie di squadra e l’affetto di molti compagni che sono stati e sono amici prima che colleghi».

A molti tifosi è rimasto negli occhi quel magnifico gol della Champions 2002/03 a La Coruna...
«Anche a me. Il più bello della mia carriera. Diagonale da 32 metri sotto l’incrocio».

E il più importante?
«Quello contro il Pescara l’anno scorso. Eravamo in un periodo difficile, quella vittoria fu importante per il rilancio. La mia rete valeva un pezzetto di promozione».

Dopo undici anni non lascia solo la Juventus, ma anche i suoi tifosi. Pensierino...
«Penso che abbiano sempre apprezzato la mia umiltà e lo spirito. Poi, a volte si riesce a giocare bene a volte no, ma ho sempre dato tutto quello che avevo per la maglia e penso che questo me lo riconoscano».

Se dovesse dedicare loro uno striscione cosa ci scriverebbe?
«Grazie a tutti, è stato bellissimo stare con voi, sia nei momenti di gioia che in quelli di dolore».

E ora, continuerà a tifare Juventus?
«Ero juventino da bambino, lo sarò per sempre, soprattutto dopo aver avuto la fortuna di vestire quella maglia».

Da juventino, lo scudetto dell’Inter è meritato?
«Sì, avevano la squadra più forte. Per certi versi simile alla Juventus che aveva stravinto quei due campionati, quelli che ci hanno tolto».

Uno l’hanno dato proprio all’Inter...
«Ma loro sanno chi ha vinto quegli scudetti. I giocatori lo sanno bene chi è stato sempre superiore in campo. Non siamo mai stati inferiori agli interisti, neppure quest’anno. Quando abbiamo vinto a San Siro ho rivisto nella loro squadra quella specie di complesso di inferiorità... Perché ci hanno sempre sofferto moltissimo. Si vede che il bianconero gli dà fastidio».

E a molti bianconeri dà fastidio vedere Ibra regalare lo scudetto all’Inter...
«Ma lui è straordinario. Quando è in forma è sostanzialmente immarcabile».

Chiellini c’è riuscito nella gara d’andata di campionato...
«Ma perché Chiellini l’ho allevato io! (ride) Scherzi a parte, Chiellini è davvero un grande, è cresciuto tantissimo. E’ uno di quelli che mi dispiace moltissimo salutare, come Nedved, con il quale c’erano sempre simpatiche scintille in allenamento, come Buffon, Zanetti, Belardi, Del Piero... Eh sì, lascio tantissimi amici».

A proposito, parliamo di Alex?
«Non ci sono parole... E’ immenso. E nonostante tutto deve ancora ricevere delle critiche. Ha segnato 21 gol come dieci anni fa: pazzesco. E fateci caso, nel ’98 i suoi gol erano di potenza, questi sono tutti di qualità. Segno che ha saputo reinventarsi, infatti è diventato più freddo e cinico sotto porta. Continuerà ancora a lungo e alla grande, credetemi».

Magari lo ritroverà da avversario. Cosa proverà se le capitasse di giocare contro la Juventus?
«Non ne ho idea, certe emozioni non si possono prevedere. Richiedetemelo alla vigilia di quella partita».
A risentirci allora Birindelli, ci mancherà.
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Offline franca1000

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Re: Alessandro Birindelli, l'intervista
« Risposta #1 il: Maggio 22, 2008, 09:54:35 am »
GRAZIE ALE...grazie di tutto, hai dato l'anima per questa squadra

GRAZIE... SARAI SEMPRE UN PEZZO DI JUVE
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Offline mozagga

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Re: Alessandro Birindelli, l'intervista
« Risposta #2 il: Maggio 22, 2008, 20:13:46 pm »
 


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