Gli indirizzi IPv4 sono quasi finiti. Ne resta meno del 5%. Il protocollo IPv6 che dovrebbe subentrare però stenta ad affermarsi. Non è probabilmente il caso di allarmarsi, ma esiste qualche remota possibilità che il passaggio sia problematico.
Gli indirizzi Internet sono agli sgoccioli, ne restano disponibili meno del 5%. Nei primi mesi del 2011 non ce ne saranno più, sarà impossibile creare nuovi siti (con il protocollo attuale), la gestione della Rete potrebbe diventare una specie di incubo, e l'aumento degli utenti potrebbe diventare un problema insormontabile.
È lo spaventoso scenario dipinto dai dati più recenti pubblicati dalla Number Resource Organization (NRO), il cui scopo è coordinare le attività dei cinque Registry Internet Regionali (RIR), che gestiscono gli indirizzi. Fortunatamente l'immagine del disastro è piuttosto fantasiosa, ma l'emergenza è da prendere sul serio: governi, provider, gestori d'infrastrutture e amministratori devono fare il possibile per facilitare il passaggio a IPv6.
È da diversi mesi, se non anni, che sentiamo gridi d'allarme su questo argomento: gli indirizzi IPv4 sono agli sgoccioli, ed è urgente passare al nuovo protocollo IPv6 per dare nuovo respiro alla Rete, e far sì che la crescita continui a ritmo costante.
"Si tratta di una svolta fondamentale nella vita di Internet, e significa che la distribuzione degli ultimi blocchi di IPv4 a RIR è imminente", spiega Axel Pawlik, presidente della NRO. "È fondamentale che tutti gli attori in gioco prendano iniziative affinché il protocollo IPv6 sia adottato in tempo".
Esiste in effetti un timore generalizzato riguardo l'adozione del nuovo modello. Si crede infatti che l'IPv6 si stia diffondendo troppo lentamente, e che ci si potrebbe trovare di fronte ad un'emergenza di proporzioni enormi. E se tutto sarà fatto all'ultimo momento mancherà probabilmente il tempo di risolvere gli inevitabili problemi. Non ci sono quindi alternative: tutto deve funzionare bene al primo colpo.
Si prevede tuttavia che già entro la fine del 2010 saranno distribuiti circa 2000 blocchi IPv6, ognuno dei quali include 16 milioni d'indirizzi. Forse quindi il problema è meno grave di come lo si dipinge.
L'imperativo è tutto sommato semplice. Internet continua a crescere a ritmi molto sostenuti, tanto che si prevede che entro la fine dell'anno gli utenti connessi saranno ben 2 miliardi. L'infrastruttura deve quindi adattarsi per accogliere tanto il maggior numero di utenti quanto il conseguente aumento nel numero di siti e pagine.
Articolo di Tom's Hardware
