Autore Topic: Laura Gibson "La Grande" (Barsuk)  (Letto 1238 volte)

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Laura Gibson "La Grande" (Barsuk)
« il: Maggio 15, 2012, 14:09:22 pm »
Laura Gibson
"La Grande" (Barsuk)


di Maurizio Iorio


Laura Gibson è una delle nuove lady del folk, anche se la definizione (quella musicale) è assolutamente riduttiva. In genere sono i giornalisti ed i filosofi a creare categorie, forse per far comprendere meglio le loro elucubrazioni letterarie. Ma le categorie non hanno mai confini certi, e così la regola ormai è l’essere borderline, muoversi a cavallo fra i generi, favorire l’incatalogabilità. Laura Gibson rientra appieno fra quei musicisti che sono bianchi ai blocchi di partenza e neri all’arrivo, e non stiamo parlando del colore della pelle. La ragazza viene da Coquille, Oregon, uno degli stati paesaggisticamente più belli d’America. Panorami che ispirano pace, serenità, sogno, desiderio di viaggiare, nonché pezzi di cinema. Così la 32enne songwriter, ex-campionessa di salto in alto, faccia acqua e sapone e voce spigolosa, arpeggia con la sua chitarra su melodie sospese nel vuoto, crea atmosfere che sanno d’antico (“Non tutto quel che è vecchio è passato: come il folk”), e rimandano agli ipnotici canti tribali dei nativi americani (i Nasi Forati, cacciati dalla Wallowa Valley, ad ovest della città di La Grande) con suoni che sembrano uscire da uno di quei vecchi grammofoni degli anni ’20, con l’altoparlante a tromba, con i quali i nostri antenati ascoltavano Caruso, Billie Holiday o Duke Ellington. L’album prende il nome da una “città dell’Oregon. Antica, abbandonata dalla storia, ma ancora fiera, bella. Nel titolo c’è il senso della mia musica”, spiega Laura Gibson, che suona la chitarra, il basso, il vibrafono, il piano, l’organo, le percussioni, la marimba e la batteria. Una one-woman band, per dirla all’americana. Nell’album si intromettono i Decemberist, anche loro di Portland, dove la ragazza è cresciuta musicalmente, ed i Calexico. Il New York Times ha scritto che “la sua musica rimette a posto l’anima, davanti al camino”. Davvero, ma non l’anima di chiunque.

Fonte TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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