Autore Topic: pedofili in rete, l'allarme aumenta [Responsabilità e Sicurezza]  (Letto 808 volte)

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Offline ninfea

Sei ragazzi su dieci contattati da sconosciuti. E crescono i bambini con i profili social “pubblici"

Genitori, attenti a non sottovalutare il problema. I vostri figli, lasciati liberi di navigare su internet e Facebook, rischiano ogni giorno di più. Oltre un bambino su tre (tra i 9 e i 12 anni) ha un profilo su un social network. Il 60% di un campione tra i 14 e i 16 dichiara di aver ricevuto insidie da sconosciuti. Oltre settemila siti pedofili sono stati aperti nel mondo soltanto in aprile. Per non parlare del fenomeno delle Candy girl, minorenni che barattano foto e video per soldi e ricariche telefoniche.

Insomma, il quadro è sufficientemente inquietante per giustificare un innalzamento dei livelli di attenzione da parte di tutti, genitori, ragazzi e operatori del settore.

Le preoccupazioni si sono amplificate dopo la pubblicazione di un sondaggio – EU Kids Online – condotto su 25mila giovani in 25 Paesi per conto della Commissione europea. I dati si commentano da soli: il 77% degli adolescenti europei tra i 13 e i 16 anni e il 38% dei bambini tra i 9 e i 12 ha un profilo su un social network. Un quarto dichiara di avere il profilo pubblico (nel senso che tutti possono vedere i loro aggiornamenti di stato, il loro indirizzo, la loro email, il numero di telefono e qualsiasi altra informazione resa disponibile).

Non pare anche a voi che la situazione sia altamente rischiosa?

Neelie Kroes, Vice Presidente della Commissione europea per l’Agenda digitale ha dichiarato: "Un numero crescente di bambini è presente sui social network, ma molti di loro non stanno prendendo tutte le misure necessarie per proteggersi online. Questi bambini si stanno mettendo in serio pericolo, rendendosi vulnerabili a stalker, pedofili e altre minacce che circolano in rete. Tutte le compagnie che gestiscono siti di social networking dovrebbero quindi limitare di default ai soli contatti di ciascun utente minore di 18 anni, la visualizzazione del suo profilo. Dovrebbero inoltre rendere i profili dei minorenni non indicizzabili dai motori di ricerca. Le aziende che non hanno ancora sottoscritto l’accordo, dovrebbero farlo, in tempi brevi, in modo da garantire la sicurezza dei nostri figli".

Del fenomeno Candy girl – piccole “imprenditrici di loro stesse” che barattano qualche foto e video per soldi e ricariche telefoniche – ne ha parlato Ecpat, un'organizzazione che fa parte di una rete internazionale che combatte dal 1990 il mercato del sesso con bambini. E che ora mette in guardia: se prima era l'adulto pedofilo ad attirare il minore nella Rete (fenomeno del "grooming", adescamento), ora sono gli stessi ragazzini (talvolta bambini) a immettersi nel web, con un atteggiamento spregiudicato, diventando facili prede dell'orco cattivo.

Tra le buone notizie, nel corso della recente Giornata nazionale contro la pedofilia, è stato presentato l'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della p@rn@grafia minorile, costituito presso il Ministero per le pari opportunità. Tra i suoi compiti, proprio quello di monitorare i fenomeni della p@rn@grafia minorile e delle altre forme emergenti di crimini in Rete.

Alessandro Dattilo       
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« Ultima modifica: Aprile 24, 2014, 21:32:18 pm da ninfea »
                                  
 


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