Autore Topic: Mostre: pietre d'inciampo per ricordare. A Ostia Antica una biennale per la Shoa  (Letto 511 volte)

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Mostre: pietre d'inciampo per ricordare
A Ostia Antica una biennale per la Shoah

di Federica Marino
(marino@rai.it)



Nuove pietre di inciampo sono spuntate in diverse città, per ricordare la deportazione e la morte degli ebrei vittime della persecuzione nazista, in Italia e in tutta Europa. Sono blocchetti di porfido ricoperti di ottone, che portano incisi i nomi di quanti vennero cancellati dalla vita perché ebrei o minoranza sgradita, durante il nazismo. A Roma è stato l’artista Gunter Demnig, che le ha ideate nel 1993 e da allora ne ha posate oltre trentasettemila in tutta Europa, a fissarne trentasei, in diverse parti della città. Lo scopo, quello di far conoscere ai residenti di oggi la vicenda di chi li ha preceduti in quei luoghi: abitanti del quartiere “uccisi e perseguitati dai fascisti e dai nazisti, deportati, vittime del criminale programma di eutanasia o oggetto di persecuzione perché omosessuali”, come si legge nella lettera che viene inviata ai cittadini di oggi per ricordare i loro “vicini” passati, privati della dignità di persone e della vita.

Le nuove Stolpersteine, su cui inciampare e ricordarsi di ricordare, luccicano sul selciato di edifici a Roma, Livorno, Prato, Ravenna, Brescia, Genova e L’Aquila: più numerose a Roma e a Livorno, dove le comunità ebraiche erano fiorenti, qualcuna di meno nelle altre città, dove la repressione prese forme diverse e a volte più crudeli..

E’ il caso di Ravenna: un solo blocchetto di porfido dieci per dieci, con il nome di Roberto Bachi. Non un’abitazione, ma una scuola si affaccia sul marciapiede in cui è stata fissata la Stolperstein: alunno durante l’anno scolastico 1937-1938, Roberto fu deportato ad Auschwitz nel 1943. Anche all’Aquila, si ricorda quest’anno un solo nome, nella piazza del Duomo: quello di Giulio Della Pergola, unico deportato ad Auschwitz dalla città e per questo diventato un simbolo. Volontario e medaglia d’oro nella prima Guerra mondiale, con la pace era tornato a casa e aveva cominciato a lavorare nel negozio di stoffe di famiglia, che affaccia sulla piazza ed è oggi sede di un istituto di credito. E davanti all’ingresso della banca si trova la sua pietra d’inciampo. A Prato le Stolpersteine sono sul marciapiede delle fabbriche dove furono arrestati gli operai protagonisti dello sciopero generale del marzo ’44: in tredici finirono a Mauthausen ed Ebensee e non tornarono..

Quello con le pietre d’inciampo è un appuntamento consolidato – siamo alla quarta volta italiana - cui si aggiunge la settima edizione della biennale Arte in Memoria, opere contemporanee nella sinagoga di Ostia antica, per ricordare il filo che unisce passato e presente, storia e memoria..

Come accade dal 1990 nella sinagoga tedesca di Stommeln scampata al nazismo, anche a Ostia, nella sinagoga più antica dell’Occidente, saranno esposte opere d’arte pensate espressamente per i luoghi: quest’anno gli artisti invitati sono: Alice Cattaneo, Sigalit Landau, Hidetoshi Nagasawa, Michael Rakowitz. I loro lavori – sculture e installazioni – si inseriscono nel tempio e suggeriscono nuovi punti di vista e riflessioni sulla permanenza di materia e memoria; Cattaneo realizza un percorso sospeso alternativo (o forse integrativo) a quello tracciato da masse e linee architettoniche ed esalta la forza della leggerezza, Landau svela la precarietà della materia quando viene svuotata, Nagasawa ridisegna la Stella di David partendo da prospettive inconsuete e difficili da seguire, Rakowitz regala alla sinagoga la propria personale e dolente “geniza” – il deposito dei vecchi oggetti di culto dismessi in attesa di sepoltura rituale – ricordi del passato cui ancora si è dolorosamente legati ma ai quali è opportuno dire addio, per lasciarli riposare e continuare a vivere..

Luogo di culto che diventa cultura e memoria, la sinagoga di Ostia Antica ha visto all’opera, nel 2002, Sol LeWitt e Gal Weinstein, che hanno poi donato il loro lavoro, come nel 2005 il portoghese Cabrita Reis e nel 2011 Liliana Moro. Le opere, in dialogo permanente con le rovine, sono visibili dalla strada che collega gli Scavi di Ostia all’aeroporto di Fiumicino.

Arte in Memoria 7
Sinagoga di Ostia Antica
Fino al 13 aprile

Stolpersteine di Gunter Demnig
Installazioni permanenti, in diverse città italiane

Fonte TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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