Autore Topic: Quando ci si indebita per vivere: un prestito per la spesa o per l’affitto  (Letto 587 volte)

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Quando ci si indebita per vivere: un prestito per fare la spesa o per pagare l’affitto
Se le banche riducono i prestiti a famiglie e imprese, gli Italiani che necessitano di finanziamenti stanno ridimensionando le loro pretese chiedendo meno denaro agli istituti finanziatori


di Francesco Chyurlia
(f.chyurlia@rai.it)


Erano gli anni ’60. Quelli del cosiddetto boom economico. Cosiddetto perché in realtà gli italiani, in quegli anni non erano certo ricchi ma sicuramente più agiati di quanto non lo fossero pochi anni prima, nel dopoguerra. Erano gli anni in cui gli italiani incominciavano ad assaporare la vita: una vacanza al mare, la prima automobile, l’utilitaria, la prima lavatrice e il primo televisore comprato per le olimpiadi del 1960, quelle di Berruti. Prima a piccoli passi, anzi a piccole rate, poi sempre più velocemente l’Italia recuperava terreno con un occhio all’America e uno alla Russia (emblemi di opposte tentazioni). Uno strabismo di cui il Paese paga ancora le conseguenze.

Ci si indebitava, anche oltre le proprie possibilità economiche, per sentirsi dentro la società: la nascente società dei consumi. Si facevano prestiti in banca per pagare la macchina del gas o per vestirsi, per una cucina in formica o per comprare i libri di scuola. Tutto questo accadeva mezzo secolo fa. A parlarne tutto sembra così lontano, così diverso da ora. Ma ne siamo certi? La crisi del 2008, non ancora finita, ha cancellato decenni di sviluppo economico e sociale mettendo in discussione il concetto stesso di crescita. Gli italiani si indebitavano allora e continuano a farlo anche ora. La differenza è che ora si va in banca per avere i soldi necessari per vivere, per pagare le bollette, per fare la spesa. E le cose peggiorano di anno in anno. Le banche hanno notevolmente ridotto l’erogazione dei prestiti. E se le banche riducono i prestiti a famiglie ed imprese, gli Italiani che necessitano di finanziamenti stanno ridimensionando le loro pretese chiedendo meno denaro agli istituti finanziatori. Secondo i risultati dell’Osservatorio di Facile.it , realizzato con la collaborazione di Prestiti.it, in soli sei mesi la domanda media di prestito si è ridotta dell’11%, arrivando a 11.000 euro dai 12.500 di ottobre 2012.

“Quello a cui assistiamo – dichiara a Televideo Lorenzo Bacca, responsabile della Business Unit Prestiti di Facile.it – è un fenomeno complesso, interpretabile alla luce di due elementi di analisi: da un lato vi è la consapevolezza delle difficoltà nell’ottenere un finanziamento, che scoraggia gli Italiani e li induce a richiedere cifre meno elevate, dall’altro c’è una progressiva diminuzione delle richieste di finanziamento di acquisto di automobili, legata alla sofferenza del settore. I due fattori, insieme, hanno portato ad una domanda media molto inferiore rispetto alla rilevazione precedente”.

L’indagine, realizzata partendo dall’analisi di un campione di circa 40 mila richieste di finanziamento raccolte negli ultimi sei mesi, permette di identificare il profilo tipo di chi cerca di ottenere un prestito: si tratta di un uomo di 41 anni, con uno stipendio medio di poco superiore ai 1.500 euro, che chiede cifre più basse rispetto al passato (11.000 contro 12.500 euro), ma da restituire in più tempo (66 contro 64 mesi).

Per quanto riguarda le motivazioni che spingono a richiedere un prestito personale, ciò che salta all’occhio in maniera evidente è il balzo compiuto dalle richieste di liquidità, che passano dal 32% al 42% del totale: 4 italiani su 10 alle prese con un finanziamento puntano non tanto all’acquisto di un bene specifico ma ad ottenere denaro contante per far fronte a più spese che si accavallano, gestire i pagamenti in corso e arrivare alla fine del mese. Cala anche la percentuale dei prestiti richiesti per l’acquisto di veicoli: il finanziamento per auto e moto usate passa, in sei mesi, dal 27% al 21%, quello per comprare mezzi nuovi scende dall’8% al 5%. Dati, questi, che non sorprendono se si considerano i crolli di vendita nel mondo dei veicoli a motore. Aumenta di poco il divario già forte tra uomini e donne per quel che concerne la richiesta di prestiti personali: il 74% delle domande arriva dagli uomini (era il 72% sei mesi fa), contro un 26% di richieste provenienti da donne.

Per quanto riguarda le differenze regionali, va detto che il calo degli importi medi è più forte in quelle regioni che, in passato, puntavano ad ottenere somme più alte. Se ad ottobre le Regioni con gli importi più alti erano Calabria e Sicilia (con 14.000 euro di domanda media), adesso sono Sardegna e Marche a restare in cima alla classifica, entrambe con 12.000 euro. Gli italiani hanno bisogno di fare cassa e, per riuscirci, stanno rinunciando persino alla loro privacy casalinga. Secondo un’analisi compiuta da Immobiliare.it , sito leader del settore immobiliare, il numero di famiglie che decidono di affittare una porzione dell’immobile in cui esse stesse vivono è cresciuto, solo nell’ultimo anno del 14%, a conferma di un interesse in aumento: +26,5% negli ultimi 24 mesi.

“L’affitto sta cambiando profondamente – spiega a Televideo Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it – e se prima veniva messo in locazione l’intero appartamento, da dividere magari tra più studenti o lavoratori, oggi il 26% delle offerte di affitto è rappresentato da singole stanze all’interno dell’abitazione del proprietario”. Pur di assicurarsi un reddito mensile che, a seconda delle città, può variare dai 170 fino ad oltre 500 euro, tanti nostri connazionali hanno deciso di condividere la propria abitazione con estranei, pur preferendo, come spesso emerge dagli annunci pubblicati, i lavoratori con settimana corta, meno “invadenti” di un soggetto presente in pianta stabile. Altro fatto che spinge la formula della coabitazione è che – si stima – in oltre il 50% dei casi i contratti non sono registrati, consentendo la massima flessibilità tra le parti. L’offerta in aumento è un volano per la crescita della domanda che, secondo le rilevazioni di Immobiliare.it, nel corso del 2012 è raddoppiata, passando dal 9% al 18%. In particolare, per la prima volta in assoluto i lavoratori superano gli studenti nella richiesta di affitto condiviso (58% contro 42%).

“Il fenomeno degli affitti parziali – continua Giordano – non si limita solo al mercato residenziale, ma è anzi ancora più marcato nel settore degli uffici: nell’ultimo anno l’offerta di stanze di uffici a terzi è più che raddoppiata”. A concedere in locazione stanze ad uso ufficio sono soprattutto imprenditori o piccole società che, per ragioni diverse (soprattutto, nel 56% dei casi, per riduzione del personale), ritengono di avere spazi disponibili all’interno dei loro immobili operativi e li offrono, quasi sempre arredati, ad altri imprenditori o freelance. Si punta, così, a sinergie di spazi (sale riunioni o aree break), di tecnologie (wireless, stampanti o server) o di personale (receptionist, pulizie), col fine ultimo di avere una riduzione per tutti dei costi operativi.

Fonte TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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