I titoli dei giornali parlano chiaro: calo delle vendite di benzina attorno al 30%. E un aumento medio dei passeggeri dei mezzi pubblici del 15%. Quindi, se da un lato il costo dei carburanti stritola l’economia – quanto meno quella legata agli idrocarburi – dall’altro si assiste, finalmente, ad una rinascita del trasporto collettivo. E gia’ si dice che questo fenomeno sta facendo diminuire l’anidride carbonica immessa nell’atmosfera. Insomma luci ed ombre della crisi petrolifera del 2008. Respira il pianeta, piange il consumatore. Con il prezzo del barile del petrolio alle stelle non c’e’ sicuramente da stare cosi’ allegri. Pero’ se e’ vero che una fetta consistente di popolazione si trasferisce su treni, tram e autobus significa che anche in condizioni normali questo potrebbe avvenire e che in molti casi dove non riesce la coscienza ambientale riesce il portafoglio. Credo che si possa fare ancora meglio: prima di tutto spingere al massimo per l’immissione sul mercato di veicoli a basso tenore inquinante. In secondo luogo bisogna convincere i giovani a recarsi dalle cinture alle periferie utilizzando il sistema treno piu’ bici lasciando a casa scooter e motorini. Terzo bisogna che il costo dei carburanti alle imprese di trasporto rimanga in qualche modo calmierato in modo da permettere alle aziende di tenere basse le tariffe ovvero di renderle sempre piu’ competitive. Quarto favorire delle politiche legate alla promozione della ciclabilita’, ma non quella della domenica che non serve a niente o quasi, bensi’ quella quotidiana anche tra i 5 e i 10 km.
