Progetto Pellegrini per i Giochi: «Ora quello che voglio è lontano»
GIULIA ZONCA
inviata a riccione
Davanti alla piscina di riscaldamento Federica Pellegrini, il tecnico Claudio Rossetto e il video di una telecamera che ripropone le gare. La strada per Londra parte da qui, da un campionato italiano invernale spostato sui 50 metri per dare un primo riferimento olimpico e con una nuova intesa, l’ennesima da costruire.
Pellegrini emerge dai 400 metri con un tempo che la soddisfa meno di quello del giorno prima, 4’08"50: «Ormai, incrociamo le dita, questa distanza non mi dà più problemi ma certo siamo lontani da quel che voglio. Chiedo a Claudio una sola cosa: di ammazzarmi durante gli allenamenti perché non vedo l’ora». Nuovo inizio e stavolta in gruppo, come l’azzurra ha chiesto spesso perché restare da sola la deprime. Alla Larus, il club di Rossetto con cui ora nuota anche Pellegrini, sono in 13 e lei potrà certo condividere la piscina e la fatica. Soprattutto Rosolino e Belotti (anche loro ospiti lì) nella fase di carico e poi con i velocisti quando si tratterà di finalizzare il lavoro. In più il nuovo progetto Federica comprende due colleghe: Martina De Memme e Alice Nesti. Scelte come compagne di corsia per provare la staffetta 4x200 e per darle un po’ di carica. La affiancheranno spesso nei collegiali.
Prima tappa Flagstaff, Arizona, ritiro in altura dei mezzofondisti azzurri dove si testa il fisico. Si parte il 9 gennaio e Martina De Memme, quattrocentista livornese, è fiera del suo ruolo: «Essere inserite in un disegno nella nazionale dà carica, se stai dentro la cerchia che conta è più facile spremersi. Fare da lepre a Federica è dura perché ce l’hai sempre davanti, ma la collaborazione funziona. Lei è capace di farti andare oltre i momenti di crisi in acqua, osservandola si impara molto e noi aiutiamo lei. Credo abbia spesso avuto intorno persone con secondi fini, con noi si trova bene. Si è creata una buona intesa». Approvate le compagne, sistemato il lavoro di gruppo, l’altra novità sarà il delfino. Specialità usata nel periodo Lucas, archiviata con Bonifacenti e ora rispolverata: «Magari mi invento qualche sorpresa e vi faccio vedere come mi riesce».
Contratte le vacanze di Natale e limitati al minimo gli appuntamenti mondani. Tra le poche uscite c’è l’inaugurazione di Tacco 11, locale di famiglia che apre martedì a Spinea, e una probabile comparsata al Festival di Sanremo «ma in caso solo come ospite, nulla che comporti delle prove». Per il resto solo bracciate, dettagli da correggere e velocità da ritrovare perché sia atleta che tecnico concordano: «Con il tempo dell’oro nei 200 agli ultimi Mondiali, 1’55"58, non si sale sul podio di Londra. Serve scendere a 1’54" netto, per vincere si deve andare persino sotto». È quest’ansia di velocità (cronometri mai toccati nella gestione Lucas) che ha fatto scattare l’allarme generale e ha bruciato il terzo allenatore in meno di un anno. Ora tocca a Rossetto: «Federica è una che sopporta un sacco di chilometri e dà tanto, non è una mangia allenatori: è una che chiede il conto».