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La Chiesa possiede il 22% del patrimonio immobiliare italiano. Si tratta di circa 90 mila immobili, per un valore di circa 30 miliardi di euro, su questo patrimonio non paga un centesimo di tasse. E’ esente sia per gli immobili di gestione e di culto (chiese, conventi, sedi vescovili, oratori e via discorrendo) ma anche per quelli strettamente commerciali: alberghi, ristoranti, negozi. Basta realizzare una piccola cappella nell’edificio, che diventa così addetto ad attività spirituali e di conseguenza esente dalle tasse.Il risultato è una perdita secca per i Comuni italiani di più di 2 miliardi e mezzo, mentre per lo Stato la cifra stimata è di almeno 12 miliardi di euro. Per recuperare gran parte di questo denaro evaso, basterebbe tassare solo le attività che hanno una rendita economica e lasciare fuori le strutture che effettivamente non hanno fini di lucro e svolgono gratis assistenza ai poveri come le mense Caritas e altre attività simili.Ma non si tratta solo di tasse evase. Le cinque università di proprietà della Chiesa Italiana, così come gli altri almeno 10 mila istituti scolastici religiosi (dove le famiglie pagano comunque rette elevate) e gli oltre 6 mila ospedali e case di cura ricevono dallo Stato circa 1 miliardo di euro. Veri e propri aiuti di Stato ad attività imprenditoriali private. Ma non è proibito dalle norme europee?
assurdo che lo stato vaticano sia il più ricco di tutti....che paghinoil giusto come tutti....visto che ogni euro che entra sono meno tasse per noi...spero....