TORINO, 26 settembre - «Io sono come Mourinho, non accetto di subire ingiustizie». Così parlò Marco Materazzi, ieri alla settimana della Moda di Milano. Ma cosa sarà mai successo per suscitare tanta indignazione e fare perdere di vista le passerelle? Mistero presto svelato: «Felipe Melo, andava espulso». Il difensore nerazzurro, dobbiamo riconoscerlo, in materia è un’autorità. A stupire è che Materazzi si produca in un clamoroso ribaltamento di fronte, roba da fare invidia al miglior centrocampista. Perché seguendo il filo del suo ragionamento la Juve contro il Genoa sarebbe stata agevolata da Saccani e collaboratori.
IL DANNO - Tesi bizzarra, che si scontra con quanto milioni di telespettatori e i trentaduemila di Marassi hanno visto. Cioè che la Juve ha subìto un grave danno in occasione del gol annullato a Iaquinta. Danno a cui si è aggiunta la beffa per alcune parole in libertà circolate al rientro negli spogliatoi, quando i bianconeri furibondi chiedevano spiegazioni.
IL TIMORE - Nulla di nuovo sotto il sole. Accade a tutte le latitudini del pianeta pallonaro. Ma quello che alla Juve temono è che, appunto, nulla cambi a tre anni da Calciopoli, quando a torto o a ragione (è ancora in corso un processo penale che dovrà accertare cosa realmente avvenne) la dirigenza juventina accettò di espiare le colpe dei propri predecessori e di chiudere la partita nel ristretto ambito della giustizia sportiva. Cioè che continui a passare il messaggio che la Juve, sui temi arbitrali, non possa parlare e magari sia tenuta a subire. Tesi che evidentemente trova ancora dei sostenitori, anche in ambienti insospettabili. Mentre l’unica cosa certa è che la Juve ha già pagato un conto salatissimo in termini sportivi e conseguentemente economici (quindi con altri riflessi sportivi, ma evitiamo di avvitarci nel concetto) e oggi possa, al pari di qualsiasi altra squadra, pretendere equità.
CONTROTENDENZA - A fare imbestialire la panchina bianconera giovedì sera a Marassi non sono stati solo i gol annullati, anche se un crescendo rossiniano di emozioni (accompagnate da errori) ha ovviamente generato le maggiori proteste. Un caso poco analizzato, ma quantomeno curioso perché in controtendenza con i dettami del designatore Pierluigi Collina e con l’arbitraggio di Massimiliano Saccani è quello del fallo fischiato ad Amauri per un presunto fallo su Emiliano Moretti a metà primo tempo, che ha impedito al brasiliano di involarsi solitario verso la porta di Marco Amelia. In quel momento la Juve era in vantaggio 1-0 e avrebbe avuto un’enome chance per bissare. Le immagini hanno evidenziato che il brasiliano non ha commesso alcun fallo, mentre per andare contro la regola non scritta (ma ormai, giustamente, applicata dai nostri arbitri) di lasciar giocare, l’infrazione avrebbe dovuto essere grave o perlomeno evidente. E qui non si discute di centimetri, ma di un contropiede con due soli attori, Amauri e Moretti, apparentemente facile da giudicare per Saccanie per l’assistente Faverani. Colui che ha segnalato il presunto fallo di Amauri.
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