Autore Topic: Ultima corsa a Shanghai: le missioni inutili dei politici  (Letto 935 volte)

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Ultima corsa a Shanghai: le missioni inutili dei politici
« il: Giugno 11, 2010, 09:26:25 am »
Ultima corsa a Shanghai: le missioni inutili dei politici
Da Miami Beach alla Lapponia: le mete per le trasferte sono sempre più eccentriche. Il più "giramondo" dei governatori è Formigoni. Il record è di un deputato siciliano: fuori 122 giorni in un anno. Ma a cosa serve? E quanto ci costa?
di DAVIDE CARLUCCI da repubblica.it


Ora va forte Shanghai. Dopo la missione ufficiale del governo - seicento partecipanti - non c'è assessore regionale o sindaco che non stia progettando il suo viaggio all'Expo 2010. A Sassuolo, in provincia di Modena, ne è nato uno scontro: l'opposizione di centrosinistra attacca la giunta per non aver coinvolto gli industriali della ceramica. L'assessore calabrese Antonio Caridi, che ci è appena stato, invece è entusiasta: "È una vetrina imperdibile per il nostro artigianato artistico". Ma viste le esperienze del passato viene da chiedersi: quanto rendono le missioni istituzionali degli enti locali all'estero? E quanto costano?
La conquista di Dubai da parte delle imprese valdostane, per esempio, non c'è mai stata. E negli alberghi di Saint Vincent o di Courmayeur di emiri non se ne sono visti. Peccato: la delegazione della Regione Valle d'Aosta partita nel 2006 alla volta della capitale del Golfo arabo, ci credeva davvero. Un mese fa l'opposizione ha chiesto cos'abbiano prodotto le visite organizzate dalla giunta regionale - tra le quali anche una missione in Bielorussia che, anticipando di tre anni un'analoga polemica contro Berlusconi, passò per una "legittimazione del dittatore Lukashenko" - e hanno scoperto che il risultato è: zero. Anzi: il ritmo delle esportazioni per il Giappone - altra meta dei viaggi - fa registrare, ogni anno, un continuo calo.
I risultati per l'Expo 2010 saranno gli stessi delle missioni valdostane? E quanti sono i viaggi che governatori, assessori e consiglieri regionali (e poi ci sono i comuni, le province, le università...) fanno ogni anno in giro per il mondo? Soprattutto: servono a qualcosa? Nessuno si è mai preoccupato di rispondere. Eppure le trasferte costano tanto alle casse pubbliche: un'uscita da oltre cento milioni di euro all'anno che non è stata contemplata tra i tagli della manovra finanziaria.

I COSTI
Le missioni dei consiglieri regionali e della giunta piemontese, per esempio, sono costate, nel 2009, 267mila euro. I lombardi ne hanno spesi 240mila, ai quali vanno aggiunti i 200mila spesi dal presidente, la sua giunta e i suoi "sottosegretari" nonostante, spiegano dal Pirellone, negli ultimi anni ci sia stato un rallentamento: "Si è preferito puntare su poche missioni all'anno mirate su progetti di particolare peso". Se poi si estende il calcolo alle missioni nel territorio regionale, i rimborsi salgono a 3,6 milioni. In Liguria un dossier del Pdl calcola che tra il 2006 e il 2007 siano stati spesi 2,8 milioni di euro per missioni (comprese quelle dei dipendenti): i viaggi degli assessori (in Cina, Canada, Uruguay, Brasile e Russia) sono costati 400mila euro. Spende tanto anche la ricca provincia autonoma del Trentino: nel 2005 le spese di missione della giunta ammontavano a 226mila euro, l'anno dopo sono lievitate a 332mila euro. E ai dipendenti sono andati 193mila euro per acquistare 750 biglietti aerei.

Tra le regioni che viaggiano di più figurano la Campania e il Lazio ma soprattutto la Sicilia: nel 2009 le spese per viaggi all'estero o in Italia sono costate alle casse pubbliche 450mila euro, con un incremento costante negli anni (nel 2006 erano 309mila) e casi clamorosi come quello di Giuseppe Gennuso, del Movimento per l'Autonomia, che è riuscito a trascorrere 122 giorni fuori dalla sua regione per svolgere 45 missioni istituzionali. Ogni pretesto è buono per arrivare negli Stati Uniti, meta tra le preferite: se Nino Strano, assessore al Turismo, va a Miami Beach per promuovere un festival di cinema (aprile 2010), Francesco Scoma, assessore nella giunta Cuffaro, è stato a New York (febbraio 2006) per un progetto d'inserimento lavorativo delle persone con disabilità: intento nobile, ma non si poteva fare tutto in Sicilia? Nella Grande Mela, del resto, Scoma ci è tornato tre anni dopo per il Columbus Day, accompagnato da altri due consiglieri regionali e dall'immancabile delegazione del governo regionale. Ma non ci sono solo gli States: dall'Australia al Marocco - senza trascurare Verona per il Vinitaly - non c'è destinazione dimenticata nell'intento ufficiale di promuovere la regione. La provincia di Siracusa, invece, intrattiene rapporti con l'Uzbekistan. Ma tutto questo peregrinare istituzionale ha prodotto un incremento di visitatori? Sembra di no. Uno studio di Confturismo ha rivelato, nel 2007, quanto poco rendano le politiche di promozione turistica siciliane: pur avendo speso un miliardo e seicento milioni di euro (tre volte di più del Veneto), le presenze, nel primo semestre, erano in calo dell'1,7 per cento. Nel 2009 il calo è stato del 7 per cento, con una punta del 12 per cento per quanto riguarda gli stranieri.

TUTTI A SHANGHAI
Ma gli assessori con le valigie, quasi mai obbligati a esporre, al ritorno, un bilancio delle loro spedizioni, sembrano vivere in un eterno presente. Oggi le delegazioni lucane o milanesi che partono per Shanghai prospettano mirabolanti performance per le loro economie. Domani nessuno verificherà i risultati. Per ora a guadagnarci è la Fiera di Milano, che ha vinto l'appalto per l'allestimento dei padiglioni, prendendo soldi, oltre che dal governo, anche dalle Regioni (la Puglia, per esempio, ha stanziato 550mila euro, di cui 100 per la quota di adesione al padiglione italiano e 150 per l'allestimento di una mostra). Per l'esposizione universale cinese si era prenotato, già a novembre, anche un gruppo di consiglieri regionali lombardi, ma Stefano Zamponi, dell'Italia dei valori, ha bloccato tutto: "Siamo a fine legislatura, potrebbero non essere rieletti. Che utilità avrebbe il loro viaggio?". Non è riuscito però a fermare la delegazione del Comune di Milano, formata da quattro consiglieri della maggioranza e tre dell'opposizione, partita a maggio alla volta di Shanghai dove è previsto un nuovo gruppo di assessori e consiglieri comunali. Il sindaco Letizia Moratti ha dato forfait. Non dovrebbe mancare, invece, il governatore lombardo Roberto Formigoni. Fino a ottobre, quando la fiera chiuderà i battenti, il lavoro delle agenzie di viaggio convenzionate sarà febbrile: dall'Emilia Romagna alla Sardegna, dalla Basilicata alla Toscana, quasi tutte le Regioni stanno prenotando i loro voli o l'hanno già fatto. L'assessore alla Cultura di Trento è andato a premiare i vincitori di un concorso canoro, i lucani hanno portato il pane di Matera. Una delegazione è arrivata anche dalla Repubblica di San Marino. Ma quella, almeno, non pesa sulle casse italiane.

LE INCHIESTE
E chi garantisce che le missioni abbiano realmente finalità istituzionali? A sindaci e consiglieri, molto spesso, bisogna credere sulla parola. A volte, però, tocca ai magistrati mettere il naso sulle spese a piè di lista. Gianluca Rinaldin, ras del Pdl a Como, dove è stato rieletto a furor di popolo, è a processo per corruzione e truffa. Tra i capi d'imputazione figurano viaggi in Brasile, Lapponia e New Jersey. Viaggiava molto Piergianni Prosperini, l'ex assessore al Turismo che ha patteggiato 3 anni e cinque mesi per corruzione: le sue missioni spaziavano dalla Russia all'Eritrea, dove secondo i pm gestiva anche un traffico d'armi. A Potenza è imputato l'ex presidente della commissione Lucani all'estero, Rocco Curcio, un passato nel Pci-Pds: era andato a spese della Regione in Australia restandoci dieci giorni in più. Memorabile anche la "missione istituzionale" del 2005 di Flavio Delbono, ex sindaco Pd di Bologna, a Città del Messico per un convegno ai tempi in cui era vicepresidente della Regione: in realtà era con la sua compagna di allora, Cinzia Cracchi, in un villaggio turistico dello Yucatan. Finse di aver perso il biglietto e si fece rimborsare 1.480 euro per "indennità di missione".
Delbono è stato, tra i consiglieri regionali emiliani, tra quelli che hanno speso di meno nell'ultima legislatura. I recordman sono altri, come Giuseppe Villani, del Pdl, che ha speso 25mila euro per andare dall'Argentina al Cile, o come il socialista Paolo Zanca, 33mila euro per puntate a New York, Taiwan, Zwolle, in Olanda, Rotenburg e Santiago. Il Cile è la meta preferita degli amministratori emiliani, presenti in delegazione anche nei giorni del terremoto. Da qualche anno, l'Emilia - come altre regioni - ha riallacciato i rapporti con una comunità emigrata più d'un secolo fa nello Stato sudamericano e da allora è un via vai di sindaci e assessori. È nata una consulta degli emiliani nel mondo, presieduta da Silvia Bartolini - la candidata a sindaco di Bologna sconfitta da Giorgio Guazzaloca nel 1999 - che negli ultimi tre anni è costata quasi tre milioni di euro. LA POLITICA ESTERA DEI

GOVERNATORI
Il vero globetrotter è il lombardo Roberto Formigoni: dal 1995, quando è stato eletto per la prima volta, ha guidato 49 missioni all'estero. Da Calcutta a Hanoi, il governatore ha girato mezzo mondo. Spesso, per raccogliere consensi per la candidatura di Milano all'Expo 2015, e almeno a questo la "politica estera" del governatore è servita. Ma cos'è rimasto, nella Storia, del suo incontro con Fidel Castro? E le affollate delegazioni regionali al Columbus Day di New York? Quella del 2004 avrebbe dovuto attrarre turisti per i Mondiali di Sci in Valtellina. Ma nelle valli di Sondrio non si è mai registrato un incremento dei visitatori americani. Ciò nonostante la Regione non manca un'edizione della manifestazione dedicata a Cristoforo Colombo che nel 2008 è costata alla Regione 170mila euro. Semmai Formigoni ha inaugurato una stagione di relazioni internazionali che ha avuto molti emuli tra i presidenti di Regione, ognuno dei quali ha scoperto una sua "vocazione" estera, dalla "mediterraneità" di Nichi Vendola - Montenegro, Albania, Istria, Egitto, Macedonia, Bosnia - allo slancio "adriatico" del marchigiano Mario Spacca. Il molisano Michele Iorio adora gli Stati Uniti dove va (l'ultima volta a febbraio) "per esportare in Molise le preziose esperienze nel settore dell'accoglienza turistica". Iorio è un assiduo del National Prayer Breakfast, un incontro di preghiera che ogni anno si svolge a Washington promosso da un'associazione conservatrice evangelica. E a nulla sono valse le proteste del consigliere Pd Michele Petraroia secondo il quale è inutile la presenza di un governatore a "un evento privato, teoricamente di mera spiritualità, organizzato da una potente lobby fondata da esponenti americani di estrema destra che hanno intrattenuto affari con i dittatori di mezzo mondo".

I RISULTATI
Ma come distinguere i viaggi inutili da quelli che un senso invece ce l'hanno? A Margherita Cogo, assessore alla Cultura della provincia autonoma di Trento, sono state rimproverate le tante missioni all'estero (Parigi, Praga, San Pietroburgo, Pechino) alle quali ha partecipato. Servivano davvero a promuovere il Mart, il museo di arte contemporanea di Rovereto? I viaggi agostani dell'assessore campano all'emigrazione Alfonsina De Felice (a Johannesburg e a New York) creeranno legami duraturi? Marco Mutinelli, docente universitario esperto d'internazionalizzazione, è severo: "Servono solo le missioni settoriali, con Paesi che possono essere rilevanti come partner economici, sapendo bene su cosa puntare. Ma in Italia manca un coordinamento, tutti si muovono in ordine sparso, diversamente dai Land tedeschi". Gli enti locali, aggiunge, non sono interessati a misurare i risultati di queste missioni. "Noi l'abbiamo proposto più volte. Invano. Si scoprirebbe, per esempio, che le missioni in Canada delle delegazioni calabresi non hanno prodotto investimenti". Le esportazioni calabresi in Canada, nel 2009, sono diminuite del 33 per cento, riducendosi a 4,4 milioni di euro. Incidono per l'1 per cento sul totale dell'export regionale.

SENZA LIMITI
Tutto fa "missione istituzionale". Un gemellaggio tra ospedali (Tunisi-Vimercate, in Brianza, ospite la "sottosegretaria" lombarda Antonella Maiolo) o un seminario alla "Scuola di studi politici di Mosca", che però si è svolto a Bari e a Matera (Enzo Lucchini e Giampiero Borghini, consiglieri lombardi Pdl, giugno 2009). Esiste un tetto alle spese e al numero dei partecipanti? Parrebbe di no: a una missione istituzionale in Catalogna della provincia di Trento hanno partecipato, nel 2007, sette consiglieri, riuscendo a spendere 18mila euro. Che tipo di controlli svolge la Corte dei conti? A volte non entra nelle valutazioni sull'utilità dei viaggi: sono "valutazioni non consentite stante l'autonomia funzionale del consiglio regionale in materia", recita una sentenza che tuttavia ha portato, a febbraio, alla condanna di Lucio Multari, potente ex dirigente regionale campano. Nel 2003 aveva organizzato un viaggio al solito Columbus Day, facendo lievitare la spesa iniziale da 35mila a 70mila euro e portando a 13 il numero dei partecipanti, tra i quali anche il presidente del consiglio, Bruno Casamassa, dell'Udeur. Nel 2008, però, la Corte dei conti ha condannato in appello dieci ex amministratori e funzionari del comune di Meda, in provincia di Milano, assolti in primo grado: "Le attività di carattere internazionale, già intuitivamente richiedono una unitarietà di intenti e una visione strategica d'insieme, incompatibili con il livello comunale", motivano i giudici contabili, aggiungendo che "le stesse regioni devono passare per il necessario coordinamento statale". Dove erano andati gli assessori? Guarda caso, proprio a Shanghai.

PIDOCCHIOSI  fischio botte
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